ANCI PIEMONTE CHIEDE MODIFICHE AL DECRETO SICUREZZA

ANCI PIEMONTE CHIEDE MODIFICHE AL DECRETO SICUREZZA

Le nuove norme del decreto sicurezza incidono profondamente sull’azione dei sindaci e occorre avere certezze sulle modalità di applicazione che di fatto introducono un modello inedito. Il presidente di Anci Piemonte, Avetta, interviene dopo  la riunione del comitato direttivo dell’Associazione dei Comuni: Nessuno mette in dubbio la centralità del tema immigrazione: è una questione troppo delicata per prestarsi a considerazioni superficiali. Lo è ancor più per un’associazione come l’Anci che deve idealmente rappresentare tutti i sindaci e tenere insieme migliaia di amministratori che si ispirano a visioni politiche diverse. Ognuno di noi ha posizioni ampiamente dichiarate ma legge di stabilità e decreto sicurezza  sono temi assolutamente trasversali.  Le questioni sollevate sono molto puntuali. È utile che i sindaci non sappiano quanti migranti sono ospitati sul proprio territorio? E poi, l’elezione di domicilio è sufficiente perché queste persone abbiano accesso ai servizi sanitari? E ancora, i soggetti più vulnerabili ovvero le famiglie con disabili, anziani o minori possono essere gestiti attraverso gli Sprar? Sono questi gli interrogativi legittimi e doverosi dei sindaci e dell’Anci e abbiamo dato mandato al presidente Decaro di presentare una richiesta di correttivi di natura tecnica rispetto a questioni che hanno risvolti diretti sull’attività dei sindaci.

Le tre richieste che i sindaci rivolgeranno lunedì al presidente del Consiglio dei ministri Giuseppe Conte sono le seguenti: conservare l’accesso allo Sprar dei soggetti vulnerabili (lo stesso Ministero dell’Interno ha invitato a sorvegliare l’uscita dagli Sprar con una circolare); l’applicazione di modalità uniformi per la presa in carico dei richiedenti asilo da parte delle Asl; il riconoscimento del diritto per i Comuni di conoscere numero, età e sesso delle persone ospiti nei centri di accoglienza.

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