COMUNITA’.VB SUL CASO TRADIGO: “VOGLIAMO LA VERITA'”

COMUNITA’.VB SUL CASO TRADIGO: “VOGLIAMO LA VERITA'”

Ecco il comunicato diffuso da “Comunità.vb” sulle dimissioni dell’assessore Damiano Tradigo:

Sindaco dittatore, decisionismo spinto con manovratori più o meno ignoti, assolutismo, assessori marionette, consiglieri e partiti zittiti… Le ragioni delle dimissioni dell’assessore Tradigo si commentano da sole e non necessitano approfondimenti: basta leggerle per capire quali frizioni squassano l’Amministrazione di Verbania a quattro mesi dal voto e dopo un plebiscito elettorale.

Commentarle o inferire sarebbe come sparare sulla Croce Rossa. Il problema, tutto politico, è del Pd e dei suoi alleati (se ci sono ancora, visto che i comunisti di Di Gregorio in Consiglio sono da considerarsi parte della minoranza), che – se possono – se lo devono risolvere.

A noi interessa di più la città, i suoi problemi, i progetti che si profilano e il modo di applicarli, che passa da una macchina burocratica efficiente e operativa.

Leggendo tra le righe della lunga lettera di Tradigo spuntano alcuni fatti particolari che meritano approfondimento e che suonano come segnali preoccupanti.

È lampante che la causa scatenante la crisi è lo smembramento dei vigili voluto dal sindaco e che noi abbiamo ribattezzato “spezzatino, carne macinata e bolliti misti”.

Lo afferma proprio l’ex assessore quando si chiede quale sia la percezione al cambiamento da parte della macchina amministrativa; o quando dice in sostanza che la giunta ratifica decisioni prese forse “in altri luoghi” “a me sconosciuti”.

Tradigo dice che questa riforma è “un processo organizzativo in continuo divenire e per alcuni versi contraddittorio, del quale non si riesce a comprenderne il senso logico”.

Dice anche che “fare le scelte senza preventivamente discuterle con chi poi dovrà sovrintendere il settore oggetto della riorganizzazione è sbagliato e controproducente o, perlomeno, non sono io la persona che può accettare questo metodo di lavoro”.

E si spinge oltre, cioè a ritenere che “più che da bisogni di efficientamento, queste (le scelte, ndr) siano dettate da pregiudizi nei confronti delle persone e delle loro competenze”.

Se una persona equilibrata e posata, unico assessore politico della giunta, scrive con lucidità certi concetti, c’è da riflettere, ragionare e capire. Perché Tradigo dice di non essere stato coinvolto nella decisione se poi figura come presente e consenziente alla delibera che stravolge i vigili? Quali sono i dipendenti contro i quali la riforma si scaglia? Quali i presunti soggetti che prendono decisioni che la giunta ratifica?

Attendiamo risposte a queste domande e non accettiamo, come abbiamo letto sulla Stampa di oggi, che il sindaco liquidi tutto facendo intendere che l’assessore è stressato e soverchiato dal disagio per “pressioni e intimidazioni” (quali?) ricevute.

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