DA “UNA VERBANA POSSIBILE” LETTERA APERTA AI VERBANESI

DA “UNA VERBANA POSSIBILE” LETTERA APERTA AI VERBANESI

 

Riceviamo dal gruppo “Una Verbania Possibile” e pubblichiamo il seguente comunicato stampa – lettera aperta  sulla situazione politica cittadina:
Cari concittadini,
cosa chiedete alla politica?
Questa è la domanda centrale in cui inquadrare l’odierno contesto verbanese.
Come progetto “Una Verbania Possibile” noi chiediamo poche cose, una solida base su cui lavorare insieme: correttezza, trasparenza ed onestà .
Partendo da queste 3 semplici cose crediamo che la città  possa affrontare ogni ostacolo, unita.
Oggi, purtroppo, la situazione politica è molto difficile e ci rendiamo conto che molti, presi dagli affanni quotidiani, abbiano altre priorità :  è per questo che il modello politico è “rappresentativo”, perchè ognuno di noi ha delegato qualcuno di sua fiducia a rappresentarlo nelle sedi democratiche.
E’ giusto, però che sappiate e che riflettiate su quanto accade intorno a voi, poichè l’amministrazione di una città non è fatta solo di tombini sistemati e di pulizia estemporanea su segnalazione dei singoli, ma anche e soprattutto di serietà difesa dei principi e buoni esempi.
Per questa ragione oggi, con forza, chiediamo a tutta la città  come sia possibile che a fronte alla richiesta di rinvio a giudizio per “abuso d’ufficio” per un Assessore, accusato anche di diffamazione, la Giunta comunale, già  individuata quale parte offesa dal Sostituto Procuratore titolare dell’azione penale Sveva De Liguoro, non ritenga di costituirsi “parte civile” e chiedere, a chi dovesse risultare condannato, i danni conseguenti alla condotta criminosa.
Non si può certo anticipare l’esito del processo e stabilire, ora, la sussistenza della responsabilità  penale dell’Assessore imputato, ma non si può tollerare (e neppure comprendere) che un ente pubblico non chieda la persecuzione ed i danni conseguenti ad un grave reato contro l’amministrazione pubblica.
La politica non deve celebrare i processi ma stabilire e difendere i principi: primo tra tutti la coerenza nella correttezza, e, conseguentemente, il Comune di Verbania deve trattare questo caso giudiziario come tutti gli altri in cui, subito un danno dalla condotta di un singolo o più, ne richieda il doveroso ristoro.
In caso contrario, si sdoganerebbe la possibilità di tenere condotte lesive senza conseguenze alcune e questo non può e non deve essere un esempio di buona politica. Chi sbaglia deve assumersi le proprie responsabilità e non scivolare inosservato tra il colpevole ed ignavo silenzio del Sindaco, della Giunta, della Presidenza del Consiglio, della Maggioranza e di tutti coloro che dovrebbero avere a cuore e fare bandiera dell’onestà  intellettuale.
Lunedi 6 è  l’ultima occasione per la politica per prendere posizioni di trasparenza a difesa dei principi: se ciò non avverrà , la cittadinanza vedrà  sfumare l’utopia secondo cui tutti sono uguali davanti alla legge e, al contempo, troverà , nell’assordante silenzio di chi si sottrae, una violenza ed un sopruso assai più pericolosi delle critiche e dei commenti.
Una Verbania possibile ed i suoi rappresentanti hanno sempre mantenuto la discussione sul merito delle questioni nel criticare un agire politico arbitrario, autoreferenziale e quotidianamente dannoso per la cittadinanza.
Spiace constatare che chi si riempie la bocca di tanti bei principi quando parla, purtroppo si smentisce quando tace.
  1. ed ora che l’Assessore è stata rinviata a giudizio, continuerà l’indecente silenzio anche di chi ha sottoscritto “L10”? … forse meglio ricordare l’art. 1 :
    1. Chiediamo alle forze politiche di non candidare persone rinviate a giudizio o condannate per mafia o per reati contro la pubblica amministrazione. Chiediamo alle forze politiche di non assegnare alcun ruolo di dirigenza o di rappresentanza del partito a persone rinviate a giudizio o condannate per mafia o per reati contro la pubblica amministrazione.
    Chiediamo alle forze politiche di non allearsi con chi abbia tra i propri rappresentanti, su tutto il territorio nazionale, persone rinviate a giudizio o condannate per mafia o per reati contro la pubblica amministrazione.

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