IL “NO” AL REFERENDUM SULLA FUSIONE VERBANIA-COSSOGNO

IL “NO” AL REFERENDUM SULLA FUSIONE VERBANIA-COSSOGNO

La notizia che il prossimo 13 maggio si andrà alle urne per il referendum sulla fusione tra Verbania e Cossogno è stata seguita nell’ultima settimana dagli interventi di consiglieri comunali che a tale referendum sono contrari e che hanno ribadito le loro posizioni.  Di flop clamoroso già annunciato ha parlato Renato Brignone di Sinistra & Ambiente, in riferimento al mancato raggiungimento del quorum per la fusione con Cossogno: Questo tema è politicamente rilevante, apre (o chiude) scenari molto interessanti e di prospettiva, e come al solito, la politica non è stata in grado di costruire dialoghi, aperture , proiezioni di futuri possibili… semplicemente ha visto dei soldi, ha scelto di non scegliere , lasciando un tema complesso e molto politico alla “volontà popolare” , pensando che con l’accorpamento alle amministrative tutto sarebbe stato facile e che ci si poteva risparmiare la complessità di un dialogo…

Michael Immovilli di Forza Italia Berlusconi denuncia la volontà di far sparire Cossogno e la sua storia come conseguenza  degli anni in cui fu amministrata dall’attuale sindaco di Verbania, Silvia Marchionini, la cui eredità è una pesante e cronica situazione debitoria.    Immovilli prosegue: Oggi l’ex sindaco Marchionini e chi l’ha supportato nelle scelte ai tempi a Cossogno, vogliono che il “pacco” venga pagato da Verbania così da cavarsela, con gli avvocati al seguito, tra Torino e Roma a sistemare i guazzabugli a fior di euro dei loro pasticci. Con l’inglobazione, termine che la dice tutta. La stagione referendaria che si e’ aperta grazie a una regia preparata ad arte, vorrebbe fare prevalere la scelta per il si, a me ricorda tanto Renzi e la battaglia della riforma della Costituzione. Fu l’inizio della fine per Renzi, lo stesso copione lo vedremo in scena sul Lago Maggiore, aspettando qualche colpo di scena ed effetto speciale…

Fratelli d’Italia Verbania ha ritenuto di inviare ai cittadini di Cossogno una lettera, esprimendo perplessità sulla fusione e ritiene opportuno riaccendere il dibattito sulla questione  perché una decisione simile non si può e non si deve prendere a cuor leggero.  Le prospettive per i due centri  – osserva in un comunicato Luca Gnecco a nome del direttivo del partito – potrebbero modificarsi radicalmente e in taluni ambiti non in maniera positiva. Un esempio concreto è  il fatto che Cossogno rischi di perdere l’ufficio postale in caso di fusione. Crediamo anche che sia legittimo e doveroso domandarsi come il comune di Verbania farà a prendersi cura della realtà cossognese una volta esaurito il tanto millantato contributo per la fusione, che ricordiamo essere una-tantum. Francamente non vediamo grandi prospettive di sviluppo e crescita, soprattutto per Cossogno.  Aggiunge il consigliere comunale Damiano Colombo:  Il progetto manca di una parte fondamentale che si chiama San Bernardino Verbano. Una fusione che comprende anche San Bernardino avrebbe garantito una vera continuità territoriale facendo diventare Verbania un comune con un territorio vasto, ma con risorse corpose; l’entità del contributo infatti sarebbe stata diversa e il territorio dell’ipotetico comune avrebbe rappresentato un insieme omogeneo e ben strutturato. A quel punto si che avremmo potuto garantire anche a Cossogno la manutenzione e l’attenzione necessarie. Allo stato attuale, la certezza più che il rischio, è  che Cossogno finisca come Biganzolo o Trobaso, ovvero periferie di Verbania sia di nome che per investimenti. Sinceramente non ci spieghiamo la foga e la fretta che le due amministrazioni, Camossi e Marchionini, mettono nella fusione. Ma com’è possibile che il comune amministrato per oltre 10 anni dall’attuale Sindaco di Verbania diventi d’un tratto ingestibile? A questo punto ci chiediamo se vi siano altre motivazioni, a noi sconosciute che giustifichino tutto questo scaldarsi da parte dei due sindaci, che smaniano all’idea di fondere i comuni. Sinceramente ci domandiamo perché dobbiamo fonderci a tutti i costi senza che la gente abbia realmente compreso le reali prospettive che attendono i due comuni. Aspettiamo una risposta SERIA E ONESTA fino in fondo.

 

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