LE RISERVE DI PARACHINI SUL “MUSEO PRIVATIZZATO”

LE RISERVE DI PARACHINI SUL “MUSEO PRIVATIZZATO”

Si intitola “Il Museo privatizzato” un intervento diffuso dall’ex consigliere comunale Parachini esprimendo  le proprie riserve sulle ultime vicende che riguardano il Museo del Paesaggio:

Alla fine degli anni ’70, complice il disinteresse della politica locale, la creatura di Antonio Massara stava precipitando nel baratro. Emblematica fu la fotografia di Enzo Azzoni con i panni stesi sotto il porticato di Palazzo Viani Dugnani.
Fu Giulio Cesare Rattazzi che in quegli anni sostenne un gruppo di giovani nella “scalata” al museo. Supportati da un programma di gestione articolato, questi giovani (Pizzigoni, Garella, Manini, Azzoni, Chiovini, Zucchinetti …) vennero nominati dal Consiglio Comunale che a quel tempo esprimeva la stragrande maggioranza dei consiglieri museali.
L’originario statuto affidava la presidenza dell’Ente morale al Sindaco di Verbania (letteralmente al Podestà  di Pallanza) e questa circostanza non venne mai messa in discussione sino a quando Giacomo Ramoni, da Sindaco, non chiese di poter esercitare effettivamente il ruolo presidenziale.
Immediata fu la reazione degli Amici del Museo che approvarono in Assemblea una proposta di modifica dello statuto che trasferiva a quest’ultima il potere di nomina del Presidente e degli organismi di gestione dell’Ente.
A quel tempo si riteneva che qualunque modifica allo statuto dovesse passare in Consiglio Comunale, ma Palazzo Flaim non fu mai accondiscendente.
La principale preoccupazione del Consiglio Comunale era quella legata al rischio di scalate (magari anche speculative) cui veniva esposta il Museo: un’assemblea di un centinaio di soci è facilmente scalabile.
Questo atteggiamento “pubblicistico” influenzò anche la penultima modifica statutaria che prevedeva 3 consiglieri di nomina pubblica, 2 comunali ed 1 prefettizio (su quest’ultimo fui all’epoca molto critico) e 2 di estrazione privata (2 assembleare ed 1 sponsorizzante).
Oggi, purtroppo, non è più così: 2 soli consiglieri di nomina sindacale e gli altri 3 lasciati all’arbitrio dell’assemblea.
Conoscendo i primi eletti non posso dubitare del loro rigore morale, ma analoga certezza non posso esprimerla per il futuro.

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