Si registra piena soddisfazione da parte delle associazioni ambientaliste che erano intervenute con la loro protesta per fermare il motoraduno che avrebbe dovuto raggiungere Cicogna, dopo che gli organizzatori hanno modificato il percorso della manifestazione escludendo il raggiungimento della località nell’area protetta. Si deve peraltro prendere atto che anche l’Ente Parco Nazionale Val Grande è intervenuto sulla questione, ricordando che le misure di conservazione per la tutela della rete natura 2000 prevedono il divieto di svolgimento di manifestazioni, raduni o eventi sportivi senza l’assenso dell’ente gestore e precisando che, per come veniva proposta la manifestazione, la stessa non avrebbe potuto essere autorizzata perché avrebbe sovraccaricato un ambiente già delicato. Il presidente del Parco, Massimo Bocci, ha a sua volta espresso riserve sull’opportunità dell’evento e ha dichiarato a tale proposito: Accanto alle considerazioni di natura ambientale (credo che non sfugga a nessuno l’impatto di una manifestazione del genere) dobbiamo anche tenere conto di questioni – di non secondaria importanza – quali ad esempio quelle di viabilità e di sicurezza. Si immagini che cosa può significare il transito di un numero anche considerevole di moto su una strada in cui sono in atto dei lavori, che in questo periodo ha un traffico già elevato e a cui possono aggiungersi anche cicloturisti. Dobbiamo essere coerenti con la scelta di avere la sostenibilità quale centro della nostra azione. Senza che questa sembri una provocazione, mi piacerebbe che ragionassimo assieme sulla possibilità – in quella giornata – di salire comunque a Cicogna utilizzando, ad esempio, le biciclette a pedalata assistita disponibili al Circolo di Rovegro, oppure a piedi lungo i sentieri recentemente ristrutturati, magari accompagnati da una Guida del Parco.
Nelle foto Massimo Bocci e Cicogna
