OPERAZIONE “PEPE AMARO” A PALLANZA: 20 ARRESTI, 3 BAR CHIUSI PER TRAFFICO DI DROGA

OPERAZIONE “PEPE AMARO” A PALLANZA:  20 ARRESTI, 3 BAR CHIUSI PER TRAFFICO DI DROGA

Resi noti in Questura dal questore Salvatore Campagnolo e dai responsabili della Squadra Mobile i particolari della vasta operazione antidroga denominata PEPE AMARO e coordinata dal sostituto procuratore della Repubblica Gianluca Periani. E’ una operazione che va oltre la normale attività di controllo al traffico di stupefacenti quella che ha portato a sgominare un vero e proprio sistema criminale italo-marocchino organizzato per la vendita al dettaglio di droga a studenti, professioni, imprenditori e altri cittadini della Verbania bene.  Piazza Gramsci di Pallanza e zone circostanti erano diventate un’area in cui i malviventi pensavano di operare tranquillamente  spacciando in pieno centro come in una sorta di “zona franca”  utilizzata per i loro traffici illeciti. La Polizia però già dal 2017 era sulle loro tracce con indagini, intercettazioni e primi arresti. Ora il cerchio si è chiuso con il blitz odierno in cui sono stati impiegati circa 150 poliziotti tra Verbania, Varese, Vercelli e Novara con 20 arresti cautelari di cui 9 in carcere, 11 ai domiciliari, inoltre 6 persone sottoposte all’obbligo di firma e 3 denunciate.  Erano marocchini in particolare a rifornirsi di droga nelle province vicine di Varese, Novara, Milano direttamente o tramite corrieri (circa 15 chilogrammi accertati in un periodo di 6 mesi di indagini), poi veniva organizzato un traffico di vendita diretta molto capillare con un giro d’affari di circa 100.000 euro.  Dopo la chiusura per motivi economici del Bar Pepe Nero (peraltro già coinvolto nel traffico), si procede ora sempre nel centro di Pallanza alla chiusura del Bar Corona e del Bar Roma. Tutto in sostanza configurava un sistema criminale organizzato su scala “imprenditoriale”.  Caso curioso quello della coppia di fidanzati di Verbania coinvolti, che trasportavano un chilogrammo di hashish nascosto nel seggiolino dell’auto per il figlio disabile.  Per incastrare gli spacciatori  si è ricorsi pedinamenti, appostamenti, ascolto di una grande quantità di conversazioni telefoniche e ambientali in arabo.  Ne è emerso uno spaccato quotidiano fitto di contatti continui, con richieste e risposte in linguaggio cifrato tipico dell’ambiente dello spaccio per eludere le indagini.

Nelle foto la presentazione dell’operazione in Questura

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