REFERENDUM: LE RISERVE DEL “GRANDE NORD”

REFERENDUM: LE RISERVE DEL “GRANDE NORD”

Ecco di seguito il comunicato in cui il nuovo movimento politico “Grande Nord” esprime le proprie riserve e perplessità a proposito del referendum sul passaggio della Provincia del Vco dal Piemonte alla Lombardia:

Oltre 15 anni fa  l’allora Senatore della Lega Nord Marco Preioni  fu il primo a lanciare la provocazione del passaggio del V.C.O. alla Lombardia, quindi la proposta attuale di un ex parlamentare un po’ in declino, dopo un passato DC e FI, (oggi convinto Leghista) in cerca di una nuova vita politica, ha spiazzato i rappresentanti locali della Lega Salvini Premier, ex Lega Nord, i quali avendo a suo tempo sostenuto Preioni, seppur in imbarazzo, hanno dovuto sostenere la proposta dell’ex senatore Zanetta.

Molto discutibile però la posizione sia di Zanetta sia dei rappresentanti locali della Lega Salvini che contemporaneamente alla richiesta di passaggio alla Lombardia  fanno parte del comitato per una maggiore autonomia del Piemonte, delle due, una. Ma la coerenza non è più un valore che caratterizza questi gruppi politici da tempo.

Vero è che la gente del VCO si sente trascurata da una Torino molto lontana, com’è vero che la Sanità Lombarda, in particolare quella privata, è migliore di quella Piemontese, ma attenzione, le leggi Nazionali sulla Sanità che stabiliscono il numero minimo di nascite e pronto soccorso restano sia per i piemontesi sia per i lombardi, quindi non sussiste nessuna garanzia che ci siano dei miglioramenti.

I servizi lombardi sono generalmente più efficienti, le distanze da Torino, sia culturalmente sia geograficamente sono evidenti.

Per certi versi, a partire dal dialetto, i residenti  del V.C.O. sono già Lombardi.

Ma c’è anche chi nato piemontese intende rimanerlo.

Ovviamente rispetteremo il volere dei nostri concittadini, ma la spesa prevista che supera i 400 mila euro a carico di una Provincia con le casse drammaticamente vuote ci sembra una follia. Anche sulla reperibilità dei fondi abbiamo grosse riserve dato che la legge prevede che a pagare sia l’ente proponente, cioè la Provincia, che però non dispone dei fondi necessari, non i Comuni

Ricordiamo inoltre che trattandosi di un referendum consultivo, quindi non vincolante per il Governo, che prima di decidere deve attendere il parere della regione Piemonte e anche quello della Lombardia, ci fa capire che l’esito non è affatto scontato, anzi.

Ritenendo impossibile il superamento del quorum che prevede che il voto favorevole superi il 50% degli aventi diritto al voto, non dei votanti, siamo convinti che sarà un’inutile spreco di denaro pubblico, e visti i problemi che affliggono il nostro territorio non ne comprendiamo proprio la necessità.

Siamo anche dubbiosi circa gli eventuali benefici che ne otterremmo in caso di esito favorevole al passaggio alla Lombardia.

Nel caso invece l’esito sia contrario al passaggio alla Lombardia suggeriamo ai proponenti quanto ironicamente affermato da un Leghista Lombardo: “aiutiamoli a casa loro”.

Nella foto la presentazione del Grande Nord al Chiostro

 

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