RICORDATA A CAMBIASCA LA FUCILAZIONE DI CINQUE PARTIGIANI

RICORDATA A CAMBIASCA LA FUCILAZIONE DI CINQUE PARTIGIANI

Questa mattina  Comune di Cambiasca  e Anpi  hanno ricordato l’anniversario della fucilazione di cinque partigiani, catturati nel corso di un rastrellamento,  in località Tre Cappelle.  Dopo la messa nella chiesa parrocchiale,  si sono svolti il corteo alla lapide ricordo il via Augusta Pavesi e il corteo in via Valle Intrasca  alla località Tre Cappelle, in memoria dell’eccidio di cui ricordiamo di seguito la memoria scritta a cura dell’Anpi..

 

FUCILAZIONE ALLE “DUE CAPPELLE” – Cambiasca, 19 gennaio 1945  Caduti: Camona Hermes, Gianetti Piero, Menconi Enrico, Oliva Andrea, Tenconi Renato

Nell’alto Verbano i nazifascisti sviluppano ulteriormente la loro azione di rastrellamento e occupano le contrade di Cossogno, Bieno, Santino, Rovegro, Miazzina, Cavandone e Premeno. Il 10 gennaio, attaccati dai partigiani della “Valgrande Martire”, i nazifascisti, costretti alla fuga, lasciano sul terreno numerosi morti e nelle mani dei partigiani un buon bottino di armi e di munizioni. Nei giorni seguenti i nazifascisti occupano Cicogna e scendono in valle Pongallo. Nel corso di un combattimento scoppiato tra Cambiasca e Ramello, i partigiani hanno la meglio; durante lo scontro rimangono uccisi due fascisti e vengono catturati dai partigiani due ufficiali del GNR. In risposta, avviene la rappresaglia. Il comandante fascista di Intra ordina di prelevare dal carcere cinque partigiani della “Valtoce” catturati nel corso del rastrellamento; i partigiani vengono trasportati ai confini di Cambiasca, in località “Due cappelle”, e immediatamente fucilati. I fucilati sono Hermes Camona di 19 anni, scalpellino, Pietro Gianetti di 18, operaio, Enrico Menconi di 19, operaio, Andrea Oliva di 19, meccanico, e Renato Tenconi di 18, operaio. La popolazione rimane chiusa in casa fino a quando i fascisti non lasciano Cambiasca. Infine il parroco, don Giacomo Baronio, si reca sul luogo dell’eccidio, seguito da alcune donne che l’aiutano a lavare e comporre le salme, deposte poi nelle bare. Alle “Due cappelle” arrivano quindi tutti gli abitanti di Cambiasca che formano un lungo, silenzioso corteo funebre fino al cimitero.  Il giorno seguente, don Baronio è convocato al comando fascista di Intra, dove viene aggredito e minacciato di morte. Il parroco tornerà a Cambiasca assai turbato e si ammalerà, senza più riacquistare buona salute.

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