A ZOVERALLO RESTANO I PROBLEMI DI SEGNALETICA E MESSA IN SICUREZZA

A ZOVERALLO RESTANO I PROBLEMI DI  SEGNALETICA E MESSA IN SICUREZZA

Zoverallo, corso Italia.  Si rinnova l’attenzione su problemi di mancanza di messa in sicurezza e segnaletica orizzontale, sollevati ancora una volta  dal vicepresidente del quartiere est e presidente del Movimento Difesa del Cittadino, Ettore Francioli. Egli osserva che a chi percorre quotidianamente corso Italia non sarà sicuramente passata inosservata la segnaletica orizzontale/zebratura apparsa un mese fa sul lato destro a salire, proprio all’inizio del rettilineo che porta all’intersezione con via Zappelli e facilmente individuabile visto che è l’unica presente su tutta la banchina. Da qui una serie di interrogativi: perché solo quel piccolo tratto (neanche tre metri) a ridosso di una proprietà privata? e gli altri tratti della banchina che presentano omologhe caratteristiche? Qual è il motivo? Chi ha tracciato la zebratura?   Ed ecco le considerazioni espresse:

Le zebrature – o meglio tecnicamente, le strisce bianche oblique – indicano zone della strada escluse al transito e alla sosta dei veicoli, quindi, sulle quali non può avvenire la circolazione né in forma statica né in forma dinamica con previsione di sanzioni in caso di inosservanza. Argomentando in modo logico, poiché la strada presenta le stesse caratteristiche (e criticità) in svariati tratti, viene da chiedersi: ma perché solo li, per quei pochi quattro metri?  Il Comune e pertanto i competenti uffici, i responsabili e, forse anche gli assessori, hanno ritenuto che solo in quel tratto esistessero condizioni di criticità e necessità tali da giustificarne una messa in sicurezza …….. Ma facciamo un passo indietro: quando si parla di viabilità,  il bene primario cui il Comune deve improntare le proprie scelte e conseguenti atti ed azioni è quello di tutelare la sicurezza della circolazione e l’incolumità delle persone.  Solo tali motivazioni giustificano la spendita di denaro pubblico e l’adozione di provvedimenti e conseguenti atti esecutivi degli stessi.  Le scelte programmatorie in materia di viabilità impongono una visione ampia e certamente non limitata solo a 4 metri di banchina. Verrebbe da pensare che l’intervento sia stato fatto col solo scopo di mettere in sicurezza l’uscita dei veicoli sul corso Italia dall’adiacente proprietà privata. Ma, se così fosse sarebbe bastato un semplice specchio parabolico da posizionarsi a cura e spese del richiedente previa autorizzazione comunale!

Sorgono spontanei alcuni interrogativi: – quali siano le motivazioni di interesse pubblico  che hanno giustificato il tracciamento della segnaletica di cui trattasi; –  se non fossero ravvisabili ragioni di pubblico interesse e di sicurezza, quali siano le motivazioni che hanno giustificato la spendita di denaro pubblico per tracciare la segnaletica orizzontale anziché preferire la più efficace e sicuramente più economica, scelta del posizionamento di uno specchio parabolico a cura e spese del privato; –  quale posizione l’Amministrazione intenderà assumere in merito alla messa in sicurezza di tutto il resto del corso Italia, dato che vi sono numerosi altri tratti con banchina privi di marciapiede, sui quali si affacciano accessi carrai privati; –  quale linea di condotta l’Amministrazione intenderà tenere nel caso in cui altri titolari di accessi carrai regolarmente autorizzati rappresentassero le stesse criticità e pericolosità per l’immissione su corso Italia.

A margine si rappresenta che da numerosi anni si ventila la messa in sicurezza del corso Italia con interventi di completamento dell’illuminazione pubblica e di creazione di marciapiedi (presenti solo in brevi tratti). Il precedente assessore alla viabilità, Alba, aveva messo in sicurezza un’altra strada collinare parimenti pericolosa e trafficata, la via Zappelli, autorizzando la posa di numerosi specchi parabolici ai  privati con accessi carrai privi di visibilità, a cura e spese degli stessi. Tuttavia anno dopo anno, quest’Amministrazione dimostra solo di saper assumere provvedimenti disomogenei, non coordinati tra loro, frutto di una inadeguata ed approssimativa politica programmatoria e di adottare soluzioni frammentarie, sicuramente non risolutive.

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