ACQUISTI ILLEGALI DI ARMI. NELL’OPERAZIONE NAZIONALE LETHAL WEAPON COINVOLTA ANCHE LA SQUADRA MOBILE DELLA POLIZIA DI VERBANIA

ACQUISTI ILLEGALI DI ARMI. NELL’OPERAZIONE NAZIONALE LETHAL WEAPON COINVOLTA ANCHE LA SQUADRA MOBILE DELLA POLIZIA DI VERBANIA

Acquistavano armi micidiali per corrispondenza dalla Polonia, eludendo i divieti previsti dalla legge italiana.  L’attività d’indagine dell’Operazione Lethal Weapon nei confronti di 80 soggetti residenti in Italia,  che hanno acquistato per corrispondenza dall’estero armi ad aria compressa con potenza superiore a 7,5 joule, considerate quindi, armi da fuoco,  ha portato a sequestrare oltre 90 armi detenute illegalmente.

Gli uomini della Polizia di Stato – nello specifico 48 Squadre Mobili tra cui quella di Verbania coordinate dal Servizio Centrale Operativo –  hanno effettuato 78 perquisizioni in tutto il territorio nazionale – in esecuzione di specifico decreto di perquisizione locale e di sequestro emesso dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna – nei confronti di altrettante persone, residenti in diverse località della penisola, tutte indagate in ordine al reato di acquisto di armi per corrispondenza, nonché per detenzione illegale di armi comuni da sparo/armi clandestine, reati commessi fra il 2016 ed il 2017, allorquando gli indagati acquistavano dalla Polonia armi ad aria compressa con potenza superiore ai limiti consentiti dalla legge italiana per la libera vendita. Perfetta si è rivelata la sinergia operativa nell’occasione tra gli uomini delle varie Squadre Mobili che hanno operato, coordinate dal Servizio Centrale Operativo. A Verbania, nell’attività di indagine in parola, gli operatori della Squadra Mobile procedevano al sequestro di una pistola ad aria compressa modello CZ SP-01 SHADOW cal. 4.5 BB, matricola 17H20615 e un fucile ad aria compressa marca HATSAN mod.135 Snipper QE cal. 4.5 mm, matricola 06172334, armi superiori a 7,5 Joule. Nel corso dell’attività di perquisizione venivano, altresì, rinvenute una pistola Beretta cal. 9×21 modello Storm Px4 matricola PJ10655 e relativo munizionamento (100 cartucce cal. 9×21 mm) pertanto, il medesimo soggetto, veniva deferito all’Autorità Giudiziaria di Verbania per altri reati in materia di armi.

I fatti traggono origine nel settembre 2016, quando gli uomini della Squadra Mobile e della Sezione Polizia Postale e delle Telecomunicazioni di Enna, acquisivano la notizia che un soggetto residente nella provincia ennese aveva acquistato svariati prodotti da negozi on-line, fornendo dati di pagamento di carte di credito rivelatesi essere clonate. Pertanto gli investigatori del capoluogo ereo predisponevano idoneo servizio al fine di intercettare parte della merce provento del delitto di truffa, nella cittadina di Centuripe. Gli agenti, quindi, monitoravano un corriere intento ad effettuare consegne nel centro di Centuripe e nella circostanza sorprendevano un uomo  intento a ritirare, dall’addetto della società di trasporti, il pacco contenente la merce truffata, oggetto della denuncia di un commerciante. L’uomo sottoposto a perquisizione presso la sua abitazione ubicata in quella cittadina, veniva trovato in possesso di altra merce di apparente provenienza illecita, per lo più acquistata on line. Tra la merce rinvenuta, sottoposta a sequestro, vi era un fucile ad aria compressa di fabbricazione turca, cal. 22 (5,5 mm), completo di munizionamento, nonché un cannocchiale di precisione per fucile, il tutto acquistato presso una società avente sede in Polonia. L’arma risultava mancante dei requisiti di legge circa la sua introduzione del territorio nazionale.

In considerazione delle risultanze acquisite l’uomo all’epoca veniva tratto in arresto poiché colto nella flagranza dei reati di ricettazione di merce provento di truffa.  Si risaliva quindi alla provenienza di tale arma, acquistata online da un sito polacco ed inviata tramite corriere sul territorio nazionale. La Squadra Mobile di Enna, nel prosieguo dell’attività di indagine tesa a risalire alle modalità di introduzione dell’arma nel territorio nazionale, veniva coordinata dalla Procura della Repubblica di Enna, la quale avanzava un European Investigation Order (EIO) presso la Autorità Giudiziaria Polacca per accertare chi fossero stati i soggetti residenti in Italia che avevano acquistato per corrispondenza armi vietate dalla legislazione italiana dal 2016 al 2017 presso la ditta estera. Detta Autorità Giudiziaria straniera, a fronte della citata richiesta, forniva al Magistrato che coordinava le indagini 81 fatture di acquisto di armi da parte di soggetti residenti nel territorio italiano, tutti debitamente identificati dalla Squadra Mobile di Enna, attraverso un complesso e certosino lavoro di incrocio dei dati ricavabili dalle fatture, con le Banche dati in uso alle forze di Polizia, anche quelle contenenti dati fiscali, e gli Uffici Anagrafe dei Comuni interessati.  Per tale motivo la locale Procura della Repubblica emetteva il decreto di perquisizione locale e di sequestro con contestuale Informazione di Garanzia a carico degli 80 acquirenti di armi. Al fine di dare esecuzione ai provvedimenti in questione, venivano delegate le Squadre Mobili secondo la rispettiva competenza territoriale. Complessivamente, nel corso delle operazioni, sono stati ottenuti i seguenti risultati: eseguite 78 perquisizioni, identificando oltre 90 soggetti; denunciati 78 soggetti, a vario titolo, perché trovati in possesso di armi illecitamente acquistate, a carico dei quali si è proceduto alla contestazione di reato per la violazione di acquisto di armi per corrispondenza), nonché a quella del reato di omessa denuncia della detenzione armi, nonché detenzione di arma clandestina e/o arma comune da sparo; sequestrate 92 armi di svariati modelli, di fabbricazione straniera, ed in particolare  80 carabine e 12 pistole ad aria compressa. Fra i riscontri degni di maggior attenzione occorre menzionare quello svolto dalla Squadra Mobile di Rimini, la quale ha trovato a casa di un unico soggetto 15 fucili ad aria compressa,  nonché un vero e proprio poligono privato nel giardinoNell’operazione sono stati impiegati oltre 500 poliziotti su tutto il territorio nazionale. La Procura della Repubblica presso il Tribunale di Enna, ha coordinato brillantemente le indagini, nella persona del Procuratore Capo della Repubblica Massimo Palmeri e del  Sostituto Procuratore Francesco Lo Gerfo,

 

 

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata.