Sono passate poche ore dal precedente annuncio e la straordinaria rapidità con cui cresce il livello del Verbano costringe ad aggiornare la situazione in riferimento al lungolago di Pallanza. Qui infatti in piazza Garibaldi, in previsione di un ulteriore innalzamento, sono all’opera addetti di Comune e Protezione Civile per la posa di barriere di contenimento delle acque, a difesa anche del mercato settimanale di domani. Nell’altra foto le grosse macchie scure della “buzza”.



…infatti da La Stampa di oggi: “l Ticino è esondato nella zona del Borgo Basso quartiere periferico di Pavia. Nella parte di via Milazzo più bassa, il fiume è già arrivato sulla strada e presto potrebbe salire anche nel tratto vicino al Ponte Coperto. La zona è stata transennata: possono accedere solo i residenti e sono stati evacuati i piani terra. Sul posto si trovano protezione civile, vigili del fuoco e polizia locale. Questa mattina alle 8 il Ticino a Pavia era già oltre i 2,80 metri sopra lo zero. Il sindaco Michele Lissia è stato nel quartiere sino all’una di questa notte ed è ritornato poco prima delle 5 di questa mattina. Dalla Diga della Miorina, che regola il livello del Lago Maggiore, arrivano 1.200 metri cubi di acqua al secondo. Inoltre il Ticino fluisce lentamente anche per il passaggio della piena del Po. Al ponte della Becca, punto di confluenza dei due fiumi, il Po continua a crescere. Sta lentamente scendendo, invece, il livello del Sesia, la cui crescita ieri aveva provocato allagamenti e chiusura di diverse strade e ponti in Lomellina.” Come ha scritto Federico se avessero anticipato l’apertura della diga della Miorina il problema non ci sarebbe stato né a “monte” né a “valle” cioè a Pavia e magari anche oltre.
Il Comune di Verbania ha risposto alla minaccia di esondazione del lungolago di Pallanza schierando le Boxwall, una soluzione tecnica intelligente. Queste barriere modulari anti-inondazione a forma di L interagiscono con la spinta dell’acqua aderendo saldamente al terreno, sfruttando la stessa spinta dell’acqua trasformando la pressione in stabilità, impedendo l’infiltrazione lungo tutto il fronte così protetto.
Un ringraziamento alle maestranze che si sono mobilitate con rapidità per installare queste barriere protettive in piazza Garibaldi, anticipando l’ulteriore innalzamento del Lago Maggiore, intervento che sono certo salvaguarderà anche il mercato di venerdì.
Non conoscevo queste barriere, spero funzionino.
In merito alle barriere della Protezione Civile, l’idea è di Sigurd Melin, uno svedese dalla visione innovativa, che ha ideato questo sistema mobile, modulare, leggero e resistente di difesa dalle inondazioni: il Boxwall. Un’intuizione brillante concretizzata grazie all’azienda svedese NOAQ intorno al 2010, anno in cui queste barriere si sono imposte come un’alternativa agile ed efficace ai tradizionali, e spesso inadeguati, sacchi di sabbia.
Un aspetto fondamentale che distingue una barriera NOAQ è la sua leggerezza, che contrasta nettamente con il peso dei sacchi di sabbia, e la facilità di assemblaggio, richiedendo l’intervento di poche persone. La sua efficacia è sorprendente: aderisce perfettamente sia a superfici erbose che a ghiaia o asfalto, senza necessità di preparazioni complesse o di dispositivi di ancoraggio esterni. Anzi, sfrutta l’acqua stessa dell’inondazione come elemento di stabilità. Test di resistenza rigorosi ne hanno confermato la straordinaria tenuta.
Proprio per queste notevoli qualità, la scelta di proteggere i territori adottando queste paratie modulari si rivela una decisione lungimirante, un chiaro segnale della competenza e della prontezza d’intervento della Protezione Civile. Una mossa intelligente che non solo ottimizza l’impiego di risorse preziose, concentrandole dove l’urgenza si manifesta, ma che tutela anche i cittadini e le attività che vivacizzano le aree a rischio, evitando le lunghe e complicate operazioni di installazione tipiche delle emergenze.
L’impegno e la professionalità dimostrata dalla Protezione Civile nell’adottare questa soluzione all’avanguardia sono davvero encomiabili. Tuttavia, la fragilità intrinseca dei nostri paesaggi lacustri ci ricorda quanto sia diffusa la necessità di sistemi di difesa efficaci, un’esigenza condivisa da molti comuni rivieraschi. In quest’ottica, l’idea di un’integrazione più ampia di queste paratie da parte delle amministrazioni locali non è solo auspicabile, ma rappresenta un passo cruciale per la sicurezza collettiva.
Ed è qui che si potrebbe concretizzare una sinergia virtuosa: una sponsorizzazione illuminata che veda un’azienda del territorio offrire altri moduli paratie alla Protezione Civile. Il logo di un’impresa locale impresso su queste barriere diventerebbe un simbolo tangibile di un legame solido con la comunità e di una concreta responsabilità sociale. Un gesto che si trasformerebbe in una potente operazione di brand awareness, associando l’immagine dell’azienda donatrice ai valori di sicurezza, resilienza e bellezza del proprio territorio. Un investimento nel bene comune che genererebbe un ritorno pubblicitario di grande valore, amplificato dalla visibilità sui media locali e nazionali.
L’auspicio di potenziare ulteriormente questa difesa con l’aggiunta di altri moduli, e soprattutto degli elementi angolari, non rappresenta solo una visione di maggiore sicurezza, ma anche un’opportunità vantaggiosa per un potenziale sponsor. Una volta assemblate, queste paratie andrebbero a costituire un perimetro difensivo continuo e ininterrotto, proteggendo i punti più vulnerabili del lungolago con una barriera invalicabile.
Sarebbe davvero utile alla Protezione Civile ampliare questo sistema magari grazie alla lungimiranza di sponsor locali, un imporenditore che si voglia pubblicizzare in modo intelligente e che riconosca in questa iniziativa un’opportunità unica per il territorio e per la propria immagine.
Un plauso più che meritato va ai volontari della Protezione Civile e alle maestranze che hanno dimostrato una prontezza e un’efficacia straordinarie nel mettere in campo questa preziosa difesa, perché è proprio il loro impegno la vera forza motrice di questa protezione.
In realtà l’intervento di posa delle barriere non anticipa assolutamente l’ulteriore innalzamento del lago che nulla a che vedere con tale posa. Se oggi avesse piovuto il mercato non ci sarebbe stato a prescindere dalla posa di barriere comunque già alle 14 di giovedì pomeriggio visionando i pluviometri si vedeva il rallentamento della curva di crescita del lago rendendo quasi inutile l’operazione. Mentre è gravissimo (e accade sistematicamente sempre) che non ci sia sindaco su tutto il Lago Maggiore che riesca a fare qualcosa sulla indispensabile necessità di prevenire l’innalzamento sistematico che crea danni a diverse attività turistiche (e non solo) sul lago. Anche qui, guardando il livello del lago nei giorni antecedenti il 16 aprile si vede praticamente una “stabilità” del livello intorno ai 194.25 mslm (alla colonnina del CNR di Verbania), mentre già pioveva da 4 giorni e si sapeva benissimo dell’arrivo di una forte perturbazione già dalla settimana scorsa (con venti di scirocco e quindi neve a quote più elevate), che avrebbe sicuramente alzato parecchio il livello del lago. Non si riesce a far capire agli enti a “valle” del lago (Parco Lombardo della Valle del Ticino e del Consorzio del Ticino, Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e dell’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po) che il “tenere” acqua nel lago oltre certi livelli con le previsioni di tempo particolarmente avverso comporta automaticamente danni economici a chi sul lago ci vive tutto l’anno (esponenziali più il livello del lago cresce). Con le previsioni (che sono oggi sempre più attendibili rispetto al passato), si poteva aumentare il deflusso dell’acqua “a valle” per diminuire drasticamente la salita del livello del lago. Tra l’altro questo avrebbe portato a diluire la portata del PO (che riceve acqua del lago dal Ticino) in caso di aumento delle precipitazioni nel torinese (cosa che è avvenuta) a valle di Pavia scongiurando eventuali esondazioni. Farlo calare di 50 cm preventivamente avrebbe quasi azzerato i danni sul lago e oggi il livello a Verbania sarebbe 194.95 mslm al disotto del livello di guardia. Faccio presente che quando i sindaci si sono opposti alla sperimentazione della regolazione del lago a +1.50 sullo 0 idrometrico a Sesto Calende il Tribunale Superiore delle Acque Pubbliche ha rigettato tale opposizione facendo anche pagare ai ricorrenti quanto segue: i) in favore del Parco Lombardo della Valle del Ticino e del Consorzio del Ticino, in € 6.000,00 ciascuno per compensi, oltre alle rispettive spese forfettarie nella misura del 15%, agli esborsi liquidati, per ognuno, in € 200,00, ed agli accessori di legge;
ii) in favore della Presidenza del Consiglio dei Ministri – Dipartimento della Protezione Civile, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e dell’Autorità di Bacino distrettuale del fiume Po, in € 4.000,00 per compensi, oltre spese prenotate a debito (marzo 2025).
La posa di barriere temporanee rappresenta una misura reattiva e non risolutiva per la prevenzione dei danni da esondazione del Lago Maggiore. Detto ciò, l’aspetto cruciale risiede nella prevenzione, attuata attraverso una gestione proattiva del livello del lago e una pianificazione territoriale oculata. In ogni caso, è certamente apprezzabile constatare il tempestivo impegno della Protezione Civile.
In ogni caso le barriere non servono a niente. Se il lago fosse salito con la stessa rapidità del 2000 le avrebbe spazzate via in pochi minuti. Mentre la gestione preventiva del livello servirebbe, cosa che costantemente non viene fatta e poi qualcuno piange per i danni.
La Protezione Civile ha scelto e dispiegato le avanzate barriere Boxwall NOAQ di Sigurd Melin, una soluzione cruciale ed efficace – nei limiti dei loro 50 cm di altezza – per contrastare le esondazioni lacustri. Queste barriere auto-ancoranti rappresentano ad oggi la migliore innovazione disponibile per una risposta rapida e mirata: in caso di innalzamento improvviso, la loro modularità e capacità auto-stabilizzante – sfruttando il peso dell’acqua per ancorarsi – garantiscono una protezione robusta e affidabile. Tuttavia, la loro piena efficacia dipende dalla disponibilità di un numero adeguato di moduli, inclusi quelli angolari. In quest’ottica, il sostegno di uno sponsor sarebbe vitale per dotare tutti i comuni delle risorse necessarie a una difesa completa.
Dimenticavo: lei ha scritto che la posa di barriere temporanee avrebbe salvaguardato anche il mercato del venerdì. Certo è di vitale importanza il mercato del venerdì durante un’alluvione, perché di alluvione si tratta… E la sicurezza delle persone soprattutto? la affidiamo a delle barriere di plastica? E se avesse continuato a piovere e il lago invece che crescere 4 cm/h fosse cresciuto 8? al mattino del venerdì (senza mercato) le avremmo trovate in giro per il lago le barriere… Tra l’altro il mercato potevano tranquillamente spostarlo proprio per ragioni di sicurezza in una zona anche del lungolago più alta rispetto a quella di piazza Garibaldi che è esattamente il punto più basso dove il lago esce per primo a Verbania. Le cose si devono prevenire con intelligenza. PS: cosa aspettano a toglierle che non piove e non pioverà probabilmente per i prossimi 10 giorni? Le lasciano per bellezza? o per separare la ex zona pedonale ritrasformata in strada dal lungolago?
Per avere le risposte non le resta che chiamare il Coordinamento Territoriale del Volontariato di Protezione Civile del Verbano Cusio Ossola che è a sua disposizione per informazioni e richieste. Io non ne faccio parte.
https://www.protezionecivile-vco.it/contatti/