ANCORA A PROPOSITO DI INSULTI

ANCORA A PROPOSITO DI INSULTI

Registriamo che l’articolo “Insulto, dunque sono” da noi pubblicato l’11 febbraio scorso, è tra quelli che hanno suscitato maggiori commenti aprendo un ampio dibattito sulla questione sollevata, con interventi che si susseguono tuttora.   E’ certo confortante, dato anche l’argomento in questione, che le prese di posizione si manifestino una volta tanto per la grande maggioranza in un linguaggio civile e che ben pochi siano i casi in cui anche in questo caso qualcuno non riesca a resistere ad un insopprimibile istinto che spinge alla maleducazione.  E’ importante comunque avere suscitato, pur nell’attuale clima  che manifesta parecchi sintomi di deriva sociale, un confronto che testimonia nella diversità delle analisi e delle opinioni come sia possibile esprimersi con rispetto anche nei confronti di chi non è in linea con le proprie convinzioni e con il proprio pensiero.  Oggi pubblichiamo ancora un contributo al riguardo  che giunge dal consigliere comunale Giorgio Tigano:

Bisogna cercare di analizzare le motivazioni profonde che hanno portato a far diventare il dissenso motivo di maleducazione e foriero di odio civile. Una volta si dissentiva con lettere ai giornali che venivano preventivamente filtrate. Oggi i Social danno a tutti la possibilità di esprimersi senza filtri o freni inibitori, facendo emergere le contraddizioni e i limiti della dialettica democratica. Con i Social si da sfogo a profonde frustrazioni in virtù di presunzioni concettuali o come reazione a dittature ideologiche imposte da coloro che hanno la presunzione della verità, della correttezza, della pretesa di essere unici depositari della giustizia sociale, della tolleranza, dei diritti cvili e quant’altro. Senza girare attorno all’;argomento mi riferisco al pensiero unico del “politicamente corretto” , avallato da gran parte dei media, intellettuali e parlamentari, che sta generando, a mio parere , insofferenze e irreparabili guasti alla convivenza civile, innestando reazioni inconsulte condite di rancore e maleducazione. Oggi se hai massimo rispetto degli omosessuali ma osi non condividerne alcune manifestazioni pubbliche di esaltazione sei Omofobo; se credi nella necessaria gerachia e autorità nella scuola , nel lavoro e nella vita civile, chiedendo rispetto delle regole, sei un pericoloso antidemocratico o un razzista; se osi essere contrario alle droghe diventi un retrivo proibizionista; se ti azzardi ad una veritiera analisi della storia patria devi stare attento, perchè rischi l’accusa di Fascismo con conseguenze penali. Se osi mettere sullo stesso piano assassini neri e rossi di tutti i tempi ,non ne parliamo..diventi quantomento un negazionista e e ti accusano di violare i principi costituzionali. Si potrebbe continuare ma mi fermo qui. Da qualche anno si è creato un clima di contrapposizione violenta che dalla sfera verbale può facilmente scivolare in quella pratica. E non è un caso che, aldilà di manifestazioni di maleducazione e bullismi fini a se stessi, la maggior parte dei fenomeni di intolleranza violenta si manifestano soprattutto in ambito politico. L’episodio di Reggio Emila ove un consigliere comunale PD e collaboratore del Partito ha insultato come “fogna” i liberi cittadini che ricordavano i martiri delle Foibe ne è uno dei tanti esecrabili esempi .  Se non si combattono le cause di questo clima di scontro , io credo che i confini della convivenza civile saranno a breve superari con possibili gravi conseguenze. Va ribadito il diritto alla libera espressione delle idee garantendo a ciascuno di esprimere le proprie opinioni, purchè in clima di civile dialettica , evitando nel contraddittorio supponenze o contestazioni violente come pure ormai divenuto abitudine.  E’ necessario ripartire dalla Costituzione Italiana operandosi perchè sia strumento di garanzia per tutti cittadini e non venga utilizzata da alcuni come un grimaldello anche contro chi dissente in modo civile.

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata.