
Una 49enne cittadina di Mergozzo è ancora una volta vittima della truffa del catalogo. Le dà notizia Oreste Filocamo, responsabile di Federconsumatori Verbania. La dinamica è sempre la stessa: una società lombarda o veneta che offre, con venditori “porta a porta”, la possibilità di acquistare un ventaglio di beni (arredo, poltrone, sedie, letti, materassi, abbigliamento e via dicendo) a prezzi teoricamente scontati, facendo sottoscrivere un contratto senza però mostrare nessun catalogo o listino prezzi, impedendo quindi al consumatore di avere l’esatta percezione dell’entità del presunto sconto o dell’affare. Il venditore in quest’ultimo caso ha fatto sottoscrivere alla vittima un modulo contrattuale prestampato vincolandola ad una spesa di 3.000 euro per 4 anni. Successivamente il 17 giugno è stato compilato il buono d’ordine per l’acquisto di 2 materassi e due reti del valore complessivo di 2.500 euro (1.000 alla consegna, 1.500 a rate) e la società venditrice non ha accolto la richiesta di recesso in quanto sarebbero già decorsi i termini di legge, circostanza, quest’ultima, però non vera. La malcapitata si è subito rivolta a Pallanza alla sede di Federconsumatori Verbania a Villa Olimpia e l’associazione si è immediatamente attivata trasmettendo a mezzo pec una diffida alla società, contestando il comportamento poco trasparente e richiedendo contestualmente il recesso sia dal contratto che dall’ordine. Recesso eseguito quindi ancor prima della consegna e del pagamento dei beni. Fortunatamente – osserva Filocamo – tali contratti, seppur ben congeniati ma contrari alle norme di legge, trovano un limite nelle tutele normative previste dal Codice del Consumo. Infatti è sempre possibile esercitare il recesso anche dopo l’apposizione della firma sul contratto e in molti casi è possibile farlo addirittura entro i 14 giorni dalla consegna dei beni. Fino ad oggi Federconsumatori Verbania è sempre riuscita a risolvere tutti i casi, e gli anticipi in denaro corrisposti dai consumatori al momento della firma sul contratto (assegni, contanti) sono sempre stati restituiti. Il consiglio comunque è sempre quello di diffidare da tali venditori, di non vincolarsi mai ai contratti, di non apporre firme e, se dubbiosi, di contattare gli organi di Polizia.