
Dunque, riassumiamo in poche parole e usando per il momento il doveroso condizionale, le nuove prospettive che comunque andrebbero delineandosi per l’assetto ospedaliero del Vco. La soluzione avanzata dalla Regione Piemonte del mantenimento del doppio presidio ospedaliero con ristrutturazione del Castelli a Verbania e del San Biagio a Domodossola investendo in ciascuno un centinaio di milioni di euro, troverebbe parere negativo in sede governativa in quanto non attuabile per una realtà limitata come il Vco. Si riproporrebbe dunque lo scenario del nuovo ospedale unico, già abbandonata quando era in fase avanzata di attuazione e su cui si registra ora il ritorno di un consistente fronte di adesioni, per la quale peraltro tornerebbe a farsi largo non una sede baricentrica ma (udite, udite) quella di Piedimulera già abbandonata venti e passa anni or sono. Insomma, in poche parole un ventennio trascorso tra discussioni e polemiche senza nessun risultato concreto per tornare al punto di partenza, lasciando a Verbania come “premio di consolazione” una non meglio definita “succursale” privata. Una vicenda emblematica nella quale la politica ha dato il peggio di sè e tanto più grave in quanto giocata sulla pelle dei cittadini in un settore di vitale importanza come quello della salute, facendo prevalere sui loro interessi (tanto e invano decantati), i campanilismi, gli interessi di parte, i contrasti e le rivincite personali e di partiti. Tutte cose che avrebbero essere messe da parte in nome di un reale e doveroso interesse comune confrontando in modo costruttivo le possibili soluzioni e indirizzando le scelte verso quelle più logiche e attuabili per il territorio tenendo conto delle circostanze concrete e del parere degli esperti. Ora, in attesa che la situazione si definisca(….), assisteremo al consueto balletto di accuse e controaccuse tra le forze politiche mentre anni e anni dovranno passare ancora aggravando ulteriormente in sede locale i problemi sanitari già di per sè estremamente preoccupanti a livello generale.
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Inoltre, apre un dibattito pubblico sulla necessità di una riforma del sistema sanitario, coinvolgendo tutti gli attori sociali e come se non bastasse contribuisce a sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di una gestione efficiente e trasparente del sistema sanitario.