AUTONOMIA DIFFERENZIATA E FUNZIONI DEI COMUNI IN RACCOLTE FIRME PER LEGGI D’INIZIATIVA POPOLARE

AUTONOMIA DIFFERENZIATA E FUNZIONI DEI COMUNI IN RACCOLTE FIRME PER LEGGI D’INIZIATIVA POPOLARE

L’ ARCI, con ACLI, ANPI, CGIL, MANI TESE, NON SOLO AIUTO, sostiene  nella Provincia del  Vco le Campagne nazionali  riferite  alla raccolta firme per due leggi d’iniziativa popolare che riguardano rispettivamente la riforma sull’Autonomia differenziata e la Campagna denominata “Riprendiamoci il Comune” . Obiettivo è la raccolta di almeno 50.000 firme entro il 15 luglio Le campagne vedono un comitato promotore, aperto a nuove adesioni, che già oggi raccoglie molte organizzazioni nazionali e molti comitati locali.

Le campagne e gli eventi che saranno organizzati sul territorio sono stati illustrati in una conferenza stampa presso la sede di Arci Verbania da rappresentanti delle associazioni coinvolte: Marica Spezia, Giancarlo Pizzardi, Stefano Montani, Michele Piffero, Luisa Mazzetti, Flavio Maglio.   Si sottolinea la necessità di superare le carenze di informazione su questi temi e a questo scopo si comincia ad organizzare una serata pubblica aperta a tutti il 12 aprile alle ore 21 a Palazzo Flaim.  Seguiranno momenti di raccolta firme autenticate l’11 e 25 maggio e l’8 giugno dalle ore 16 alle 18 presso la sede Arci in corso Cobianchi a Intra  e nei giorni di giovedi, venerdi e domenica sempre dalle 16 alle 18 a partire dal 13 aprile al Circolo Ferraris di Omegna. Si firma inoltre in Municipio a Verbania e in altri Comuni, ci saranno pure raccolte firme con banchetti e per la campagna sull’autonomia differenziata è possibile altresì aderire online.  Per informazioni o chiarimenti è possibile telefonare al numero 393 8630073.

Il primo tema si riferisce alla proposta del Ministro Calderoli su una ipotesi di autonomia differenziata tra Regioni. Le realtà sopra citate esprimono grande preoccupazione sull’attuazione di tale  possibile legge qualora venga resa concreta sul territorio nazionale,  per cui si sostiene a livello locale la raccolta di firme per una legge costituzionale di iniziativa popolare promossa dal Comitato per la Democrazia Costituzionale , che garantirebbe la piena universalità dei diritti su tutto il territorio nazionale (in particolare sanità, istruzione, trasporti ecc) investendo il Parlamento dei poteri in merito alla gestione di tali fondamentali bisogni.  La legge di iniziativa popolare chiede:

  1. Modifica dell’Art. 116 della Costituzione ponendo un paletto alla richiesta di autonomia, che può essere concessa solo se “giustificata dalla specificità del territorio”. Inoltre, viene esclusa la possibilità che una legge quadro generica nasconda intese tra Stato e singole regioni. L’autonomia dovrebbe essere concessa con Legge dello Stato approvata dal Parlamento e può essere sottoposta a Referendum.
  2. Sulla potestà legislativa viene modificato l’articolo 117 della Costituzione specificando che sanità, istruzione ed infrastrutture devono restare di competenza esclusiva dello Stato.
  3. Infine viene introdotta, come avviene in tutti gli Stati federali, la clausola di supremazia dello Stato per tutelare “l’unità giuridica ed economica della Repubblica”.

Il secondo tema riguarda la Campagna denominata “Riprendiamoci il Comune”, che vuole affrontare due nodi essenziali che oggi impediscono ai Comuni di svolgere la propria funzione e rispondere ai bisogni delle comunità locali: la finanza locale e il ruolo di Cassa Depositi e Prestiti. La prima proposta di legge si prefigge una profonda riforma della finanza locale, introducendo il pareggio di bilancio sociale, ecologico e di genere; superando le norme che oggi impediscono l’assunzione del personale, spingono alla esternalizzazione dei servizi pubblici a partire dall’acqua, e favoriscono la svendita di suolo, territorio, beni comuni e patrimonio pubblico; dando alle comunità territoriali strumenti di autogoverno partecipativo. La seconda proposta di legge chiede la socializzazione di Cassa Depositi e Prestiti, trasformandola in ente di diritto pubblico, rimettendo a disposizione dei Comuni e delle comunità territoriali le ingentissime risorse del risparmio postale (280mld) per finanziare a tasso agevolato gli investimenti dei Comuni. E’ una proposta del tutto realistica, visto che Cassa Depositi e Prestiti ha avuto questo ruolo per 140 anni prima della sua privatizzazione in Italia, e poiché questo è il modo in cui operano le CDP in Francia e in altri paesi europei.

  1. Io personalmente sono sempre stato favorevole ad una proposta simile a quella di Calderoli. Lo stesso principio che troviamo in Spagna con la costituzione a geometra variabile che a me piace molto. L’iniziativa in oggetto non la condivido assolutamente ma se può portare ad una discussione costruttiva sull’argomento ben venga. Saluti

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    • Purché si tenga conto delle peculiarità italiche, onde evitare situazioni di pseudo secessione, come appunto accaduto nel recente passato in Spagna con la questione Catalogna. Ad ogni modo, anch’io sono del parere che, dopo quasi un secolo, ci sia bisogno delle tanto decantare riforme istituzionali e costituzionali.

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      • Dipende dall’idea di riforma che ciascuno ha. Ci sono nostalgici del proporzionale puro e ci sono presidenzialisti. Federalisti e centralisti. Ognuno di noi ha im mente un ordinamento dello stato a propria immagine e somiglianza. Ma purtroppo non non è possibile a meno che non si vive soli al mondo. Le maggioranze in democrazia sono fatte per questo. Decidere. E ascoltare le minoranze. Il senso della democrazia, almeno quella occidentale, è questo. Io ad esempio sono favorevole al presidenzialismo in uno stato federale. E credo che si voglia arrivare a questo con l’attuale maggioranza. Ovviamente va tutto condiviso e fatto in termini costituzionali. Ma alla fine bisogna avere il coraggio e la forza di proporre e attuare cambiamenti anche forti. Saluti

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        • Anch’io sono per il maggioritario puro ed il presidenzialismo di stampo federale. Purtroppo l’attuale maggioranza assoluta (50%+1) non basta, perché per le riforme costituzionali ci vuole una maggioranza qualificata (2/3). Quindi, senza l’avallo di almeno una parte dell’opposizione, le cose restano in una situazione di stallo.

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          • Vede? Noi due siamo già al 100 percento! Maggioranza e opposizione.. Ahah!

  2. Beh, come tu mi insegni, Bobbio ci aveva visto lungo: alla fine tutto si ricongiunge! 😉

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