BAGNI VIETATI ALL’ARENA

BAGNI VIETATI ALL’ARENA

Stop ai bagni alla spiaggia dell’Arena accanto al Centro Eventi Il Maggiore, una delle più frequentate della città.  Un guasto all’impianto fognario con conseguente inquinamento certificato dalle analisi dell’Arpa,  ha costretto il sindaco Albertella ad emettere l’ordinanza del divieto di balneazione e ad affiggere la relativa segnaletica.

  1. Alberto Spriano 11 Agosto 2024, 19:25

    Una delle spiagge più frequentate è stata compromessa da un guasto alla pompa di sollevamento della rete fognaria e dal versamento accidentale nel torrente San Bernardino che ha inquinato una parte del lago, introducendo batteri e altre sostanze dannose per l’ecosistema. Ricordiamoci che ad inizio stagione i dati di Legambiente avevano evidenziato un inquinamento cronico del torrente San Giovanni, di cause complesse e ancora non del tutto chiarite. La presenza di scarichi fognari non depurati o mal depurati nelle valli adiacenti, l’abbandono di rifiuti solidi e l’uso di pesticidi e fertilizzanti sono solo alcune delle possibili cause.

    In questa situazione, è l’Arpa che deve fare chiarezza, verificando i dati di Goletta dei Laghi e accertando la situazione attuale. È urgente intervenire per tutelare la qualità dell’acqua dei torrenti: l’installazione di una rete di sensori permetterebbe un monitoraggio in tempo reale, identificando tempestivamente le fonti di inquinamento e consentendo interventi mirati.

    La situazione deve essere verificata attentamente per capire se ci sono effettivamente problemi d’inquinamento e se si rendono necessari investimenti significativi nella depurazione delle acque e nella tutela dell’ambiente. Solo così potremo garantire le condizioni di balneazione a Verbania e salvaguardare un ecosistema fondamentale per il nostro territorio, incluso il canale di Fondotoce.

    Il monitoraggio continuo, con l’installazione di una rete di sensori lungo i torrenti per monitorare in tempo reale i parametri dell’acqua, è un primo passo fondamentale. Successivamente, è necessario identificare le fonti di inquinamento attraverso indagini approfondite per individuare con precisione le cause del problema. Infine, si dovrà valutare l’eventuale necessità di potenziare e adeguare gli impianti di depurazione, le stazioni di sollevamento e le reti di fognatura esistenti.

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  2. Italo Bertocchi 12 Agosto 2024, 11:38

    Ciao Alberto, non hai citato il problema della separazione completa tra acque meteoriche e acque nere. In vari punti abbiamo ancora condotte interrate che raccolgono sia le acque meteoriche delle strade che quelle forgnarie domestiche. Quando piove, l’ecceso di acqua, tramite gli sfioratori, finisce nei fiumi e quindi nel lago. Questo è uno dei punti che ha affrontato Parigi per poter risanare la Senna: serve posare nelle strade una condotta dedicata alle acque meteoriche ed una alle acque nere. In alcune parti come alcuni centri storici, per non dover rifare le pavimentazioni stradali, la seconda condotta non è stata posata.
    A Trobaso c’è uno sfioratore che scarica nel San Bernardino con frequenza: è sempre visibile carta igienica ed altri rifiuti. Prima di posare sensori per il rilevamento in tempo reale, proverei a capire perchè questo (e probabilmente altri) sfioratori entrano in funzione così spesso.

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    • Alberto Spriano 12 Agosto 2024, 16:24

      Ciao Italo, mi fa piacere sentirti.
      Facevo riferimento al torrente San Giovanni in tutto il suo percorso, in esito ai risultati di Goletta dei Laghi. Il torrente grava sui territori di vari comuni prima di sfociare alla punta est di Intra.

      Il problema che sollevi, della separazione incompleta delle acque meteoriche e nere a Verbania è un tema storico con impatti significativi sulla qualità delle acque dei fiumi e del lago.
      La presenza di condotte miste che raccolgono sia acque meteoriche che nere è una criticità diffusa, soprattutto in alcune zone storiche. Ricordiamoci a Intra, la via degli Stronzi, riportata nelle mappe Antonio Rabbini che scaricava i reflui a lato del vecchio lungolago.
      Gli sfioratori, progettati per evitare allagamenti durante eventi piovosi intensi, scaricano spesso acque non depurate nei corpi idrici, portando a un inquinamento significativo. A lato della darsena dell’Idrobiologico, lungo il paramento murario dell’impianto di sollevamento, dove si pescano le alborelle, non è un bel vedere.
      La separazione completa delle reti è fondamentale per ridurre l’inquinamento e migliorare la qualità delle acque.
      Quello che è certo è che la realizzazione di nuove reti può comportare costi elevati e interventi invasivi, soprattutto nei centri storici.
      Deve essere pertanto avviata una programmazione lavori sulla base di una mappatura precisa e aggiornata della rete fognaria esistente per individuare le criticità e pianificare gli interventi.
      Solo in base alla mappatura e alle priorità, si possono programmare interventi di separazione graduale delle reti, privilegiando le zone più critiche.
      Togliendo acque meteoriche agli scolmatori, canalizzandole il più possibile a lago, si ridurrà la portata degli scarichi.
      Il monitoraggio in tempo reale con l’installazione di sensori permette di monitorare il funzionamento degli sfioratori e di intervenire tempestivamente in caso di malfunzionamenti.
      La risoluzione del problema richiede una stretta collaborazione tra amministrazioni locali, gestori del servizio idrico integrato e altri enti coinvolti.
      Tutto ciò rientra pienamente nel ruolo del nuovo assessore.
      L’arrivo, non a caso, di un nuovo assessore con competenze tecniche nel settore idrico offre una nuova opportunità per affrontare il problema. Daniele Capra, grazie alla sua esperienza presso Acqua Novara Vco, potrà portare un contributo importante nella definizione di una strategia a lungo termine per il risanamento della rete fognaria di Verbania e del canale di Fondotoce, uno dei più suggestivi di Verbania.
      Il problema della separazione delle acque a Verbania è storico ma non per questo insormontabile. Con una pianificazione accurata, degli investimenti mirati e una forte collaborazione tra tutti gli attori coinvolti, è possibile raggiungere risultati significativi in termini di miglioramento della qualità delle acque e della tutela dell’ambiente.

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  3. condivido in pieno la necessità di separare le acque meteoriche da quelle fognarie, si è citato (nei commenti precedenti) il S.Giovanni, ebbene è noto( a chi di dovere) che lo scolmatore presente in prossimità del ponte che una volta era di sasso devia il flusso “misto”in parte verso la foce ( tramite recente tubazione), cioè proprio accanto al confine ovest della Canottieri ed ma in parte il tutto prosegue nel collettore fognario che percorre di via F.Filzi e poi prosegue, con un innesto ad angolo retto, in vicolo Fornaci , ebbene tale prosecuzione con difficoltoso innesto a 90gradi determina la fuoriuscita dal tombino in via Filzi di un misto di acqua piovana + fogna con presenza di salviette igieniche + altro ben immaginabile che poi stanno ad essiccare nei terreni circostanti….

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