Questa settimana siamo molto lieti di annunciarvi che, ospite della nostra rubrica, abbiamo il campione olimpico Carlo Tacchini, venticinquenne verbanese la cui passione per la canoa si è trasformata in una professione, regalandogli soddisfazioni davvero uniche.
Tacchini iniziò all’età di 11 anni presso la Polisportiva Verbano di Suna, dove dimostrò grandi capacità che balzarono subito all’occhio della società, ma anche dei genitori che sempre hanno dimostrato molto sostegno nei suoi confronti e verso i quali il verbanese esprime una forte riconoscenza.
Nella foto: Carlo Tacchini
Dalla canoa come sport nel doposcuola, verso la fine delle superiori, sono arrivati i primi risultati a livello nazionale. Un aneddoto che il campione ci ha raccontato risale proprio al 2011 quando, durante il suo primissimo campionato del mondo, gli fu regalato un poster del tedesco Sebastian Brendel (campione pluriolimpico) che Carlo appese subito nella sua stanza da letto senza immaginare che, esattamente cinque anni dopo, avrebbe gareggiato proprio con Brendel una finale olimpica!
Carlo dal 2015 è stato assunto nel gruppo sportivo della Polizia di Stato, diventando così professionista a tutti gli effetti. Un’immensa soddisfazione arrivò l’anno successivo con la partecipazione alla finale delle olimpiadi di Rio, al momento apice della sua carriera, che si prospetta ancora ricca di soddisfazioni, come dimostra il quadriennio appena trascorso, che lo portato a vincere molte medaglie sia in campionati europei che mondiali.
Tacchini che stringe la mano al suo mito di infanzia Brendel
Tacchini per il futuro spera che questo suo sogno diventato realtà duri il più possibile, e possa rendere sempre più orgogliosi di lui i suoi genitori, per coronare così una carriera da vero campione olimpico. Fiera di lui è anche Verbania, che lo ha insignito della Benemerenza cittadina.
Matteo Calzaretta
