Giuseppe Sala, ingegnere aeronautico, sottotenente in Artiglieria da Montagna, dirigente d’azienda, ha speso la vita professionale in giro per il mondo. Nel 2008 ha iniziato a viaggiare a piedi in solitaria, percorrendo il Cammino di Santiago da Varese a Cabo Fisterra. Sono seguiti poi altri itinerari in Europa, America e Asia. Il pellegrinaggio sull’isola Shikoku, la più rurale del Giappone, è lungo circa 1200 chilometri. ed è un vero e proprio percorso spirituale e religioso; prevede la visita di tutti e 88 i templi che il monaco Kukai Daishi, una delle figure più importanti del Buddhismo giapponese, avrebbe visitato circa 1200 anni fa. Giuseppe Sala ha deciso di vivere appieno la spiritualità di questo cammino indossando gli abiti tradizionali, com’è abitudine per i pellegrini. Tra aneddoti e curiosità sul Giappone e sulle sue tradizioni, il racconto è anche la descrizione di panorami suggestivi, dalla costa oceanica meridionale alle verdi e maestose montagne, dai campi di riso alle zone urbanizzate. Non mancano gli incontri che spesso lasciano un segno indelebile.
Ma in termini di spiritualità, se non di religiosità, cosa ti è rimasto da questo viaggio, mi si chiede abbastanza di frequente. E io non so rispondere. Abbozzo qualche frase più o meno generica, più o meno sincera, a seconda dell’interlocutore, ma per trovare le parole che possano descrivere ciò che lascia un segno nell’intimo più profondo occorre essere uno psicologo, un filosofo, uno scrittore o, meglio, un poeta. Io non lo sono, ma quello che posso fare e faccio è invitare colui che mi pone la domanda a scendere su un cammino e cercare la risposta che vale per lui.
