
La comunità del pane scalda i forni e i cuori delle Alpi con “Lo Pan Ner”, un evento che cresce ogni anno e coinvolge sempre più paesi, forni, persone. Nell’Ossola e nel Verbano si sono accesi 23 forni in 16 paesi diversi e oltre 2000 persone hanno circolato fra antichi torchi e mulini, lavatoi, latterie turnarie, oratori, e altre strutture comunitarie, un tempo importantissime per la vita e l’organizzazione collettiva, attorno alle quali si svolgevano veri e propri riti. Una manifestazione che è una festa di persone, di luoghi, di territori e tradizioni che si incontrano attorno al gesto del fare il pane. Girare per i forni è un’esperienza che scalda il cuore in tutti i sensi. La scoperta di piccoli paesi, angoli sconosciuti, tradizioni antiche, la passione di tante persone e volontari emozionati e orgogliosi di poter mostrare il proprio piccolo/grande mondo antico, confermano la ricchezza di questi ambienti, la loro varietà e diversità uniche. Pani di segale, crescenzin, pane con uvetta, noci e frutta secca, pani tondi, lunghi, scuri o colmi di farina, pizze, focacce, biscotti: non c’è un pane uguale all’altro, mille sapori e ricette differenti, riempiono l’aria con l’unicità di questo patrimonio da conservare, raccontare e farne esperienza. Un’eredità da tutelare. Attorno a “Lo Pan Ner” sono nati progetti di recupero del territorio e di ricoltivazione dei cereali e grani antichi, da cui vengono prodotti farine di segale, grano saraceno e altri prodotti di qualità. Queste attività sono possibili grazie al contributo di Fondazione Cariplo. Come Aree Protette dell’Ossola – sottolinea il direttore Daniele Piazza – siamo entusiasti del prosieguo dell’iniziativa. Abbiamo iniziato nel 2017 come promotori e organizzatori ma, in pochi anni, ci siamo ritrovati ad essere partner di una rete vastissima di soggetti aderenti che va dalle amministrazioni, alle associazioni, passando per volontari, cittadini e simpatizzanti. Ritengo che proprio questa sia la forza de Lo Pan Ner: un’iniziativa che è nata e prosegue con un fortissimo coinvolgimento delle comunità locali attorno al rito della panificazione collettiva che ha riscoperto un’attualità inaspettata.