CONFCOMMERCIO: NO A DISCRIMINAZIONI FRA IMPRESE PER IL GREEN PASS

CONFCOMMERCIO: NO A DISCRIMINAZIONI FRA IMPRESE PER IL GREEN PASS

Se le nuove, per ora ipotetiche, regole sull’utilizzo del green pass dovessero diventare legge, 26 milioni di italiani (17 se bastasse una sola dose) potranno andare in vacanza, sui mezzi pubblici, al supermercato, persino in ufficio e in fabbrica, ma non entrare in un bar o un ristorante.   Così inizia il comunicato di Massimo Sartoretti, presidente di Fipe Confcommercio Alto Piemonte, che in un comunicato denuncia l’ennesimo paradosso per cui chiunque potrà cenare nei ristoranti degli alberghi e dei campeggi, mentre in tutti gli altri  casi servirà il green pass  creando quella che vene definita una discriminazione inaccettabile tra imprese turistiche che vivono di mercato:  Ancora una volta si pensa di mettere la croce sulla spalle dei pubblici esercizi, penalizzando attività che hanno già pagato un prezzo altissimo alle misure di contrasto della pandemia. Se davvero si ritiene che la campagna vaccinale abbia bisogno di un’ulteriore spinta, si estenda l’obbligatorietà della vaccinazione, doppia o singola dose, per accedere a ogni tipo di servizio. Perché se serve l’ennesimo sacrificio, questo va condiviso da tutti. C’è tuttavia qualcosa che non convince. La campagna vaccinale va avanti spedita se è vero che negli ultimi 3 giorni hanno completato il ciclo vaccinale 1,7 milioni di persone, di cui 800mila under 40. Ci sono già oltre 27 milioni di persone che hanno completato il ciclo vaccinale e poco meno di 9 milioni sono ancora in attesa della seconda dose anche perché i tempi sono stati addirittura allungati. Manca davvero poco e l’immunità di gregge pari al 70% della popolazione over 12 anni è a portata di mano. Fipe è da sempre a favore dei vaccini, ma facciamo fatica a credere che in Italia ci siano 17 milioni di no vax. Più semplicemente la campagna vaccinale prosegue secondo dei tempi tecnici che dipendono dai protocolli sanitari e dalla logistica mentre almeno oggi il problema della disponibilità dei vaccini sembra superato. I non vaccinati non sono dunque no vax, ma per lo più giovani che hanno già chiaramente espresso la volontà di vaccinarsi e sono in attesa di farlo. Siamo davanti a una doppia discriminazione: quella delle persone non ancora vaccinate a cui sarebbe impedito l’accesso a bar e ristoranti e quella nei riguardi di bar e ristoranti perché sarebbero tra le poche attività nelle quali si potrà entrare con il green pass.

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