DAI MURI DI CAVANDONE UN INVITO A RIFLETTERE SULL’UNITA’ D’EUROPA

DAI MURI DI CAVANDONE UN INVITO A RIFLETTERE SULL’UNITA’ D’EUROPA

E’ certo sorprendente che aggirandosi tra il silenzio e le bellezze naturali che offre la frazione di Cavandone  si incontri da qualche tempo una inattesa occasione che invita a riflettere sulle radici storiche e spirituali dell’unità europea. Ad offrirla è la visione, tra i sassi del muro esterno di una vecchia casa di fronte a un trivio, di un dipinto realizzato con tecnica similare all’affresco e raffigurante San Benedetto da Norcia, fondatore dell’Ordine Benedettino e appunto patrono d’Europa. La maestosa immagine (misura 70×100) raffigura il Santo con il bastone che rappresenta uno dei suoi simboli nella mano destra, mentre la sinistra regge un libro aperto rivolto verso chi osserva. Su una pagina è dipinta la chiesa di Cavandone come segno di appartenenza al luogo,  l’altra riporta le quattro parole del prologo della regola: “Obsculta Fili Praecepta Magistri” (Ascolta o Figlio i precetti del Maestro).  Il dipinto deriva dall’iniziativa della coppia di villeggianti torinesi proprietaria della casa:  Silvio Chiaberto, per oltre 50 anni avvocato penalista nel Foro di Torino e che nei periodi trascorsi a Verbania ha collaborato alla realizzazione di importanti manifestazioni culturali, e Diana Casavecchia, titolare della galleria d’arte “La Conchiglia” nel capoluogo piemontese. Lo stesso Chiaberto,  profondo cultore di studi in materia monastica, ha creato il cartone dell’opera di San Benedetto ispirandosi a modelli da lungo tempo frequentati anche spiritualmente. Della sua realizzazione murale è autrice invece Lorella Massarotto di Almese, artista specializzata in pittura con tecnica a calce e in restauro di siti pubblici come la Sacra di San Michele e di ville signorili private. “La scelta di raffigurare il patrono d’Europa – spiega Chiaberto -, va messa in relazione al momento attuale in cui si discute delle motivazioni profonde da cui trae origine l’unità europea e vuole evidenziare una delle basi preminenti della civiltà del continente. Alle radici di questa civiltà sono proprio gli scriptoria monastici uniti alle Università,  tenendo viva  fino ai giorni nostri una cultura umanistica plurisecolare. Se i Romani unirono l’Europa con le armi e il diritto, Carlo Magno con le armi e i monasteri,  solo questi ultimi senza armi ma con la preghiera e il lavoro fecero dell’Europa un luogo del mondo con una cultura transnazionale in unità di popoli, creando condizioni di equilibrio politico e spirituale”.  In conclusione, un arricchimento culturale del borgo di Cavandone mediante un qualificante riferimento storico e spirituale.

 

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