“DIRITTO AL NOME” PER LE VITTIME DEGLI ECCIDI NAZIFASCISTI

“DIRITTO AL NOME” PER LE VITTIME DEGLI ECCIDI NAZIFASCISTI

L’Associazione Casa della Resistenza annuncia la firma della convenzione triennale con il Labanof,  con i Comuni di Verbania e Baveno e il Parco Nazionale Val Grande, che dà il via al progetto di ricerca sugli ignoti degli eccidi di Fondotoce, Baveno e Pogallo.  Il Labanof è il Laboratorio di Antropologia e Odontologia Forense dell’Università degli Studi di Milano e il progetto avviato si chiama Diritto al nome, diritto alla memoria: grazie alle più sofisticate tecniche di antropologia e odontologia forense e di analisi del DNA, l’équipe diretta dalla professoressa Cristina Cattaneo, con il supporto del gruppo di ricerca storica coordinato dalla Casa della Resistenza, tenterà di restituire l’identità alle 33 salme di ignoti, vittime nel giugno 1944 degli eccidi di Fondotoce, Pogallo e Baveno. La ricerca permetterà in ogni caso di ricostruirne il “profilo biologico”, fornendo informazioni inedite sugli ultimi giorni di prigionia e più in generale sul periodo precedente di vita partigiana. L’impegno alla restituzione di un’identità ai resti degli ignoti, al di là dell’indiscutibile valenza storica, rappresenta, anche a distanza di 76 anni, il riconoscimento del diritto al nome sancito dall’articolo 6 del codice civile italiano, che è dovere morale garantire per estensione anche ai defunti.

Nella foto ignoti sul sacrario di Fondotoce

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