DOPO L’ALLUVIONE NEL VCO E IN PIEMONTE, UN DECRETO, UN PIANO, UNA LEGGE PER LA RICOSTRUZIONE

DOPO L’ALLUVIONE NEL VCO E IN PIEMONTE, UN DECRETO, UN PIANO, UNA LEGGE PER LA RICOSTRUZIONE

Negli ultimi giorni sono giunti in Piemonte (e anche nel Vco) per rendersi conto della situazione dopo i gravissimi danni provocati dall’alluvione il Capo Dipartimento della Protezione Civile, Angelo Borrelli, e il Sottosegretario al Ministero dell’Ambiente, Roberto Morassut,  incontrando sindaci, volontari, istituzioni e  comunità  locali.  Nel momento in cui si deve pensare alla ricostruzione, si registra un intervento dell’onorevole Enrico Borghi, che esprime l’esigenza di  delineare una strategia precisa e di lavorare tutti uniti, senza colori politici, in lealtà istituzionale e senza confini di maggioranze o opposizioni. La strategia già definita con Borrelli e Morassut è distinta su tre livelli.
1) IL DECRETO DI SOMMA URGENZA. Il governo ha sgombrato dubbi in proposito: si farà. Sindaci e amministratori possono lavorare in tranquillità, perchè le spese straordinarie per far fronte alle emergenze del momento saranno coperte. La Regione Piemonte sta lavorando, il sinergia con Province e Comuni, e non appena arriverà a Roma il cosiddetto “quadro esigenziale”, il Consiglio dei Ministri (i ministri Azzolina e Guerini sono stati precisi in proposito, così come il direttore Borrelli) delibererà. La Regione Piemonte ha sin qui stimato 230 milioni di somma urgenza, dovremo trovarli nel bilancio statale attingendo al Fondo Straordinario Emergenze.
2) IL PIANO DI PREVENZIONE. Da tutti gli interlocutori di questi giorni, sono giunte giuste e legittime richieste per la pulizia degli alvei dei fiumi e il rafforzamento della difesa del suolo. Mettiamoci al lavoro, senza tabù e senza letture ideologiche: i corsi d’acqua oggi sono pianificati nel Piano di Assetto Idrogeologico del Fiume Po, non ci sono più i rischi di “ruspa selvaggia” degli anni ‘70 e ‘80. E’ possibile costruire un piano di prevenzione per nuove opere contro il rischio idraulico, la pulizia degli alvei, la difesa del suolo, e il fatto che le assicurazioni arrivino dal sottosegretario all’ambiente titolare della delega al dissesto, il collega e amico Roberto Morassut, è un fatto molto importante.
3) LA LEGGE SPECIALE PER IL PIEMONTE. L’alluvione ha lasciato sul campo uno scenario post-bellico: ponti crollati, strade distrutte, versanti franati, abitazioni sventrate, strutture produttive e abitative allagate e pesantemente danneggiate. Abbiamo bisogno quindi di una “legge speciale Piemonte”, che preveda interventi di tipo strutturale, manutenzione territoriale diffusa, la ricostruzione e lo sviluppo dei comuni alluvionati non solo per ricostruire i manufatti e le infrastrutture, ma anche per sostenere una economia territoriale che sta pagando un duro prezzo al combinato disposto tra la pandemia e l’alluvione. Dobbiamo prevedere un vero e proprio “Piano di Ricostruzione e Sviluppo” che nel riattivare e sostenere le attività produttive superi anche la concezione del credito d’imposta e apra al sostegno economico e finanziario delle imprese alluvionate e degli enti colpiti (penso alle scuole, ai centri di formazione, al terzo settore, alle fondazioni culturali che abbiamo incontrato in questi giorni e che hanno subito pesantissimi danni). Un Piano di Ricostruzione da realizzare con la Regione Piemonte, le Province e i Comuni. Teniamoci distanti da invenzioni istituzionali, centralismo e sperimentazioni che in altre parti d’Italia hanno bloccato la macchina ricostruttiva. Possiamo mettere in campo un “modello Piemonte” fatto di sussidiarietà e buon funzionamento della pubblica amministrazione, con Sindaci e amministratori locali appassionati che chiedono solo di essere messi in condizione di operare.

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