E’ APERTA LA MOSTRA “IMMAGINARE IL GIARDINO”

E’ APERTA LA MOSTRA “IMMAGINARE IL GIARDINO”

Inaugurata a Villa Giulia la mostra Immaginare il Giardino – The Garden envisioned.  Tre secoli di rappresentazione giardinistica a cura di Michael Jakob.  L’esposizione, che sarà aperta fino al 2 ottobre, è allestita a cura del Museo del Paesaggio e affianca la mostra “Troubetzkoy 150” già aperta nella sede di Palazzo Viani Dugnani.  Essa propone un affascinante percorso per scoprire le diverse tipologie di giardini in varie epoche, attraverso antiche incisioni e storie filmate.

La mostra è articolata in due sezioni.  Nella prima troviamo 140 meravigliose incisioni realizzate tra il Seicento e l’Ottocento, che rappresentano parchi e giardini, e che provengono da una collezione privata. Si ammirano l’antica raccolta di Hofstede van Clingendaal con 32 preziose stampe incise da Leon Schenk,  le tavole di Isaac de Moucheron  del 1690 che ci raccontano com’era il palazzo e il giardino di Heemstede, le rarissime “Otto vedute di giardini di Roma”: incisioni di altissima qualità firmate Giuseppe Vasi,  la rarissima prima edizione de “L’arte dei giardini nelle sue forme moderne” di Rudolph Siebeck,  la raccolta “Elenco dei nuovi giardini alla moda” di Georges-Louis Le Rouge.     Nella seconda sezione della mostra e possibile vedere una serie di filmati sperimentali realizzati nel Novecento, come i video di Chris Welsby, Stan Brakhage, Rose Lowder. Chris Welsby. La mostra si presenta  insomma come un percorso attraverso la scoperta e ri-scoperta di antichi giardini, spariti o mutati nel corso del tempo, ma impressi nei documenti che ora sono “memoria storica”.

“Il modo più profondo per imparare a conoscere un giardino non sempre è quello immediato della visita in loco, ma talvolta l’attenta lettura, che passa attraverso il filtro di immagini e descrizioni. Poiché ogni giardino è sottoposto alle leggi di mutabilità, ossia agli effetti del lavorio del tempo, spesso anche i giardini importanti rimangono impressi nella mente soltanto grazie a documenti iconici. Senza il contributo delle arti (disegno, pittura, fotografia, film) tante opere giardinistiche sarebbero cadute nell’oblio. Per creare un giardino, occorreva, prima di tutto, immaginarlo, sognarlo, ed è in questo contesto che l’arte ha rivestito un ruolo essenziale. Un ruolo che riguardava anche il presente.  La stampa, la forma artistica privilegiata nei secoli per divulgare, tematizzare, enfatizzare o celebrare il giardino, assumerà una funzione centrale. Le opere in mostra sono la testimonianza concreta della qualità e della diversità del giardino rappresentato attraverso i secoli. Si tratta di originali rarissimi, difficilmente accessibili anche agli specialisti. La nostra scelta diacronica presenta alcune immagini-chiave, atte a spiegare la costruzione dell’immaginario del giardino attraverso il Seicento, il Settecento e l’Ottocento. Le incisioni olandesi di fine Seicento introducono in una specie di Wunderkammer: lo spazio espositivo interno diventa il luogo di una passeggiata che conduce lontano. Oltre a essere documenti topici, le magnifiche rappresentazioni settecentesche di giardini romani di Giuseppe Vasi testimoniano l’incontro tra l’arte del giardino e la maestria dell’incisore al loro apice. È un uomo di terreno il grande giardiniere austro-tedesco Rudolph Siebeck, perciò i suoi esercizi di stile di pura fantasia servono ancora da modello per i paesaggisti odierni. La serie di tavole che Le Rouge voleva interminabile, e che invece sarà interrotta dalla Rivoluzione Francese, narra della mescolanza postmoderna e della crisi stilistica che persistono sino ai giorni nostri nell’arte del giardino e nell’architettura del paesaggio. L’altro elemento estetico, solo apparentemente antifrastico, proviene dall’universo dei filmati d’avanguardia del XX secolo. Gli esperimenti oggi poco conosciuti, o ingiustamente dimenticati, di Marie Menken, Stan Brakhage o Chris Welsby, artisti che hanno scelto sorprendenti universi vegetali come specchio delle loro fantasie e proiezioni mentali, permettono di immedesimarsi corpo e anima nello spazio poetico e infinito del giardino.”   Dalla presentazione della mostra.

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