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EMANCIPAZIONE FEMMINILE NEL MONDO ISLAMICO IN UNA BELLA ESPERIENZA DI VIAGGIO

EMANCIPAZIONE FEMMINILE NEL MONDO ISLAMICO IN UNA BELLA ESPERIENZA DI VIAGGIO

Dalle nostre lettrici e collaboratrici Yvonne Rossi e Raffaella Pederneschi riceviamo e pubblichiamo:

Progettando un viaggio in Marocco, in particolare a Tangeri e sulle montagne del Rif a Chefchaouen, curiose anche di conoscere la musica del luogo,  poiché non viaggiamo soltanto con gli occhi,  attraverso una ricerca su internet ci siamo imbattute in un gruppo musicale di sole donne: la Hadra di Chefchaouen. 
 Ci ha colpito che,  in un paese musulmano, alcune  donne si fossero organizzate autonomamente per portare avanti una antica tradizione musicale fino ad allora appannaggio di soli uomini.  Ciò ha fatto scattare in noi un sentimento di empatia  verso di loro perché da sempre partecipiamo ai  movimenti di emancipazione delle donne.
L’entusiasmo ci ha spinto a metterci  in contatto con Rhoum El Bakkali, fondatrice dell’orchestra femminile Hadrachefchaounia, erede di una tradizione familiare,  ispirata al sufismo,  che conduce all’estasi come mezzo di unione con la divinità,  che risale al XVI sec., per conoscerla e fissare un incontro che poi è avvenuto a Tangeri, al  Khiralda Cafè. Rhoum ci ha raccontato della “Hadra” , musica sacra dell’antica tradizione dove la musica arabo andalusa si fonde con elementi medio orientali e sufi. 
Già Cherifa Lalla Hiba Bekkalya, sua antenata, aveva introdotto la Confraternita della  Hadra delle donne di Chefchaouen alla fine del XIX sec. la cui pratica si è mantenuta fino ai nostri giorni. In passato, i canti delle confraternite erano noti alle donne che li imparavano ad orecchio, dentro casa, perchè li sentivano praticare dal padre, dal fratello o dal marito. Ma non erano autorizzate a cantarli. 
L’approccio di Rhoum El Bakkali introduce nuovi  cambiamenti,  favorita dall’appoggio della  sua famiglia ed anche  dall’avvento dell’indipendenza del Marocco e dal contemporaneo sorgere di movimenti femministi.
Diplomata in musica arabo-andalusa, canto e oud, al Conservatorio di Chefchaouen,  ha innovato su più piani: 
• ha fondato una Scuola in cui forma musicalmente e gratuitamente un gruppo di giovani donne confluite poi nell’orchestra Sono una ventina, per la maggior parte studentesse universitarie o liceali. Altre, provenienti da contesti svantaggiati, hanno già lasciato gli studi.  Uno degli obiettivi che Rhoum Bakkali si è prefissata è, inoltre, quello di formare queste ultime ad  una disciplina  che , in seguito, possa trasformarsi in professione.
• ha operato una fusione tra  musica arabo-andalusa e sufi 
• ha lavorato sulla vocalità delle componenti dell’orchestra per evidenziarne l’unicità
• ha introdotto  le percussioni  pur mantenendo salde le radici della musica sacra.
La sua personale sintesi creativa ha così contribuito,  oltre a mettere al centro di questa esperienza le donne,   a rendere particolarmente  fruibile questa arte musicale da parte di un pubblico più  vasto, nazionale ed internazionale,  che ha offerto l’opportunità alla sua orchestra, “Akhawat El Fan Al Assil” (le sorelle dell’arte pura),  di esibirsi in contesti prestigiosi, a partire dal 2004. Da allora l’orchestra interviene in  Festival e sale da concerto per proporre la propria musica sacra, evitando contesti di puro intrattenimento.
Ora qualche cenno  sulla città di Chefchaouen, in cui ha avuto inizio l’ esperienza dell’artista. Si trova nel nord del Marocco, sul fianco occidentale della catena montuosa del Rif. La città blu, famosa  per il colore azzurro dominante in tutta la medina che abbiamo avuto modo di percorrere  esplorandone gli aspetti  più suggestivi : l’architettura andalusa che caratterizza  la parte antica,  le labirintiche stradine, le case imbiancate a calce azzurra,  i patio e i rigogliosi giardini  irrigati da una sorgente di montagna.
Si dice che a dipingere la città di blu furono gli ebrei che si erano rifugiati qui per fuggire le persecuzioni in Europa, per i quali il colore azzurro doveva simboleggiare il Paradiso.
Chefchaouen è una città di lingua araba, circondata da zone rurali di lingua berbera. Fondata alla fine del XV secolo per difendere l’interno del paese dalle incursioni portoghesi e spagnole.  Fino a pochissimo tempo fa si distingueva per la sua austerità e per una rigida segregazione tra i sessi, che relegava le donne all’interno delle mura domestiche.  
Pourquois pas nous?   La domanda che si è posta Rhoum El Bakkali che vuole la donna protagonista  e artefice del proprio destino, indipendentemente e anche in contrasto con le aspettative del contesto in cui vive.
Il racconto della sua esperienza e l’ incontro con lei hanno generato in noi  sentimenti di sorpresa e ammirazione: un esempio di coraggio ed emancipazione che  ci giunge da donne appartenenti ad  un’altra cultura.
 Secondo gli stereotipi occidentali correnti, infatti, non è concepibile che tale approccio si manifesti  in  donne di cultura islamica.
Un’esperienza volta a tutte le  donne che amano guardare oltre la quotidianità, proiettate con fierezza verso un altrove di cui essere autrici e sul quale mettere la propria firma,  a qualsiasi cultura esse appartengano.
Sarebbe bello immaginare di avviare un progetto che preveda di invitare nella nostra zona del Verbano questa orchestra,  per una rappresentazione e condivisione   della « HADRA DI CHEFCHAOUEN « di RHOUM  EL BAKKALI.

Yvonne Rossi e Raffaella Pederneschi

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