
Ben 581 reperti archeologici scavati illecitamente nel territorio piemontese sono stati sequestrati dai Carabinieri del Nucleo Tutela Patrimonio Culturale di Torino, supportato nella circostanza da personale del Comando Compagnia Carabinieri di Verbania. Il materiale è stato rinvenuto nel corso di una perquisizione disposta dalla locale Autorità Giudiziaria ed inerente una indagine finalizzata a contrastare il fenomeno delle “ricerche archeologiche clandestine” compiute nel territorio piemontese in danno di aree non ancora esplorate e censite da parte dalla competente Soprintendenza Archeologica. Si tratta di monete e manufatti metallici fra i quali punte di frecce per balestra, chiodi, fibbie, anelli, spille e altri utensili metallici di varia forma, il tutto riconducibile a testimonianze di varie epoche ricomprese fra romana e medievale. Il valore complessivo del materiale sequestrato, in base ad una prima analisi effettuata dai funzionari della Soprintendenza, è stato quantificato in circa 3.000 euro. Gli oggetti, costituenti una seppur piccola “collezione privata”, sono stati rinvenuti presso l’abitazione di un 55enne incensurato residente a Vogogna con la passione per la ricerca di materiale oggetto di particolare tutela in quanto “beni culturali appartenenti allo Stato”. Assieme ai manufatti d’interesse archeologico sono stati trovati e sequestrati anche gli strumenti, tre metal detector, utilizzati dall’indagato per svolgere l’illecita attività che gli è costata la denuncia all’’Autorità Giudiziaria. L’attività di scavo archeologico compiuta in assenza di specifiche autorizzazioni configura un illecito di carattere penale, sanzionato dalla vigente normativa, ovvero il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio.