“I RAGAZZI DEL PASQUE’, DI UNA VOLTA”, OVVERO UN LEGAME CHE DURA TUTTA LA VITA

 

Il “Pasquè” oggi.

“I ragazzi del Pasquè, di una volta”: non un’associazione, ma una sigla che spiega come a volte tra le persone si creino legami che durano tutta la vita e che traggono motivo da ragioni ben più profonde dell’appartenenza ad un sodalizio. Il “Pasquè”, oggi una piazzetta emarginata nel quartiere della “Vila” lungo via Guglielmazzi, è stato in passato per tanti pallanzesi un luogo animato, densamente abitato, pieno di negozi. Per noi – ricorda Gianni De Ambrogi, uno dei “ragazzi” – resta viva la memoria del Pasquè di una volta. Era il centro del nostro mondo, anzi di tutto il mondo, ed evoca la memoria dei giochi che si facevano per strada, degli incontri, delle marachelle, nonchè il clima del calore umano, dei rapporti della vita di un tempo. Tutte cose lontane dai ritmi frenetici dell’esistenza odierna, ma che per noi restano indelebili. Proprio sul filo di questi sentimenti alcune persone cresciute nel Pasquè non hanno mai rotto i legami fra di loro: niente di scritto, niente di codificato, ma il piacere di sentirsi per sempre uniti dai ricordi della giovinezza trascorsa in un luogo indimenticabile e di ritrovarsi di tanto in tanto, constatando purtroppo come di volta in volta qualcuno manchi all’appello. Proprio in questi giorni “i ragazzi del Pasquè” piangono la scomparsa di uno di loro, Ivo Fittaroli, il cui funerale si svolge oggi alle 14.30 nella chiesa di San Bernardino: è il terzo di loro, dopo Silverio Capotosti e Giglio Lorenzi, ex dipendente di Montefibre e vittima del mesotelioma, il  tumore causato dalla polvere di amianto.

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