IL COMITATO REFERENDUM RIBADISCE IL NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DEL FORNO CREMATORIO

IL COMITATO REFERENDUM RIBADISCE IL NO ALLA PRIVATIZZAZIONE DEL FORNO CREMATORIO

Ferma e  convinta contrarietà al progetto di privatizzazione del forno crematorio considerando anche il fatto che le tecnologie sono rimaste invariate e il nostro impianto non necessita una sostituzione. E’ quanto ribadisce in un comunicato il Comitato referendum, ricordando che dopo l’esito referendario si è lasciato spazio agli organi competenti affinché potessero lavorare sull’ipotesi di privatizzazione, mentre ora che l’iter sembra giungere alla sua conclusione appare opportuno ribadire alcuni concetti, viste anche le oltre 6000 persone che in sede di referendum si sono espresse contro l’ipotesi di esternalizzazione dell’impianto.  Per poter trattare l’argomento con coscienza  – scrive il comitato – occorre tenere a mente le esigenze del nostro territorio e cioè lo storico del numero di cremazioni annuali, il cui picco è di quasi 1300 ( di queste circa 200 sono di verbanesi), numero perfettamente in linea con la legge regionale n 61/2015 che fissa a 1300 le cremazioni annuali affinché un impianto sia economicamente sostenibile. Altro dato importante è il capitolo delle entrate, il nostro impianto rende alle casse comunali tra i 200 e i 250’000 euro netti ogni anno, ovvio che se il privato non ci garantisse tale cifra il Comune subirebbe una perdita. Ulteriore elemento è dato dai prezzi per le cremazioni, attualmente sono 380 euro a salma per i residenti e 500 euro a salma per i non residenti, l’amministrazione si è impegnata a mantenere invariato il prezzo per i residenti ( vogliamo sperare che tale importo sia comprensivo d’IVA altrimenti avremmo comunque un aumento del 22℅), nulla viene detto in merito alle tariffe per i non residenti. Certo è che Verbania, come giustamente affermava il sindaco in sede di presentazione del bando per le periferie, in quanto capoluogo deve agire nell’interesse di tutti i comuni limitrofi del Vco e non può permettere che un privato aumenti le loro tariffe.

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