“IL PAESE DEI NARRATORI”, A CAVANDONE UN APPUNTAMENTO DI GRANDE FASCINO

“IL PAESE DEI NARRATORI”, A CAVANDONE UN APPUNTAMENTO DI GRANDE FASCINO

Ventisette anni sono una bella età per un’iniziativa teatrale paragonabile a un festival in un minuscolo paese qual è Cavandone. Ma c’è, continua e cresce di anno in anno in pieno vigore. Sempre negli angoli ricchi di fascino dell’antica frazione dalle case di sasso: nello spazio in Largo Sardegna, nella centrale Piazza Cobianchi e nel giardino di casa Mondino dietro il tasso secolare. L’ edizione n. 27 de “Il Paese dei narratori”, promossa dal Comune di Verbania e dall’Associazione “Lampi sul teatro”  avrà luogo sabato 31 agosto e, in caso di cattivo tempo, domenica 1 settembre. Sei le pièces che percorrono i diversi sentieri del teatro di narrazione, due per luogo scenico con ingresso libero. La prima alle 21.15, al seconda alla 22.30.

” La felicità è uno schiaffo” è un monologo comico poetico con Giorgia Goldini. Uno spettacolo sulla felicità, su quello che a volte ci rende felici, sulle piccole cose importanti che quando arrivano non sono mai come te le eri immaginate. Uno spettacolo che non dà risposte, ma che mette in scena dei tentativi, che fissa dei momenti, che propone delle visioni.

Alice Savoldi, accompagnata da due musicisti, propone “ Irish, please” ovvero L’Irlanda tra musica e storie. Terra di verde, di folletti, di misteri inquietanti ma anche di risate gioiose, danze travolgenti e ironia.

Cioccolato e desideri, cibo e ossessioni, risate e pianti: una storia di disturbi alimentari ma che non parla di disturbi alimentari, ma di fragilità e riscatto. E’ “Fame mia – Quasi una biografia”, che si ispira al testo di Amélie Nothomb. L’idea è della trentenne attrice (e autrice) Annagaia Marchioro, che ne è anche la protagonista. Uno spettacolo che parla della fame, ma non solo quella di cibo.

Mariangela Martino con “Riso al latte” mette in scena una serie di monologhi di satira sociale contemporanea e di scrittura originale accompagnati da brani dello spiritoso genere della Canzonetta, del Cafè Chantant e pure da un po’ di musica classica.

Simone Faloppa si propone con un omaggio al padre della gastronomia italiana “Se lo dice l’Artusi”. Pellegrino Artusi è stato uno scrittore, gastronomo e critico letterario italiano, autore di un notissimo libro di ricette: La scienza in cucina e l’arte di mangiar bene.

“Tutto quello che volevo” è la storia di una sentenza di e con Cinzia Spanò. Nel 2014 la stampa italiana fu invasa da articoli riguardanti un caso giudiziario malamente definito “il caso delle Baby Squillo”: due ragazze di 14 e 15 anni si prostituivano in un appartamento di via Parioli, a Roma. Diversi furono i loro clienti, che dalle indagini risultarono essere appartenenti alla cosiddetta “Roma Bene”, professionisti benestanti e padri di famiglia. La protagonista, interpretata magnificamente da Cinzia Spanò, è un giudice, anzi, una giudice, Paola di Nicola, il magistrato che dovette pronunciarsi su uno dei clienti di una delle ragazze, la più giovane, indicata con il nome fasullo di Laura. Una sentenza di cui la giudice sente l’enorme peso: come si può restituire a una ragazzina la libertà che ha venduto per denaro? Il risarcimento pattuito dalla corte, infatti, consiste in libri e film dove vengono raccontate storie di grandi donne che hanno lottato, si sono battute per la parità dei sessi, per la dignità femminile e per i diritti delle donne. La conoscenza è la chiave per la libertà e grazie a questi esempi, Laura potrà comprendere che c’è un’altra strada, migliore e più luminoso.

Paolo Crivellaro, Direttore artistico de ” Il paese dei narratori”

 

 

Lascia un commento

La tua email non sarà pubblicata.