IL "VALORE AGGIUNTO"

Le tappe del successo di Silvia Marchionini: le primarie,

il primo turno elettorale

e il ballottaggio.

Ha vinto le primarie da sfavorita, ha trionfato nelle elezioni e nel ballottaggio da favorita.  Silvia Marchionini è sindaco, un successo che nessuno avrebbe previsto in queste dimensioni e al quale hanno contribuito  la reazione alle vicende amministrative del centrodestra e su vasta scala  l'”effetto Renzi”. Tutto vero, ma a nostro avviso c’è anche la componente marcata di un “effetto Marchionini” per un successo che era scritto già nel momento del primo annuncio ufficiale della sua candidatura sul lungolago di Pallanza e che è venuto delineandosi  e consolidandosi sempre più chiaramente nel corso delle varie fasi della campagna elettorale anche con il completamento della rosa dei candidati in lizza. Abbiamo commentato la sua presentazione sottolineando aspetti nuovi e convincenti del suo linguaggio, una sorta di “valore aggiunto” che si è subito manifestato.   Già nel confronto pubblico sulle primarie del Pd si sono recepiti elementi di competenza e concretezza che hanno fatto presa sugli elettori e che abbiamo da parte nostra abbiamo detto potenzialmente trascinanti anche nelle fasi successive del confronto elettorale. Così è stato, come apparso in modo netto in varie circostanze tra cui in particolare quella del confronto pubblico diretto fra i sette candidati da noi organizzato e nel ballottaggio decisivo.  Ne’ l’altro candidato del centrosinistra Bava, ne’ quello del Movimento 5 Stelle Campana, al di là di altre considerazioni e della validità di loro proposte, hanno saputo contrastare Marchionini  nel recepimento di credibilità e fiducia per le dichiarazioni programmatiche da parte degli elettori.   A opporsi con efficacia su questo versante è stato  soprattutto Marco Parachini, ma  per il centrodestra è stato determinante un clamoroso autolesionismo frutto di ripicche personali, veti, veleni che hanno portato ad una divisione netta e insanabile. Lo “sgarro” a Parachini ha creato le premesse per la marcata divisione dell’elettorato e ha tolto ogni possibilità di successo, peraltro già pesantemente compromesso dall’esito della precedente esperienza amministrativa. Nulla da dire naturalmente sull’impegno con cui Mirella Cristina di è gettata nella campagna elettorale,  ma la mossa della sua candidatura è stata troppo lacerante e tardiva e degli errori compiuti ci sarà naturalmente chi nell’ambito della coalizione dovrà rendere conto.

Sergio Ronchi

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