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L’ADDIO ALLA PARTIGIANA GLORIA TRANQUILLINI

L’ADDIO ALLA PARTIGIANA GLORIA TRANQUILLINI
Nella basilica di San Vittore si sono celebrati i funerali di Gloria Tranquillini. partigiana della Brigata Alpina Cesare Battisti, vedova del comandante partigiano Armando Calzavara “Arca”. La sezione Augusta Pavesi dell’Anpi di Verbania si unisce all’unanime cordoglio e porge le più sentite condoglianze ai familiari e a chi le ha voluto bene.
Gloria Tranquillini é nata a Verbania il 15 novembre 1929 in una famiglia antifascista.  Il padre, Claudio, é membro del CLN di Intra. Armando Calzavara è nato a Istrana, in provincia di Treviso, il 10 dicembre 1919. É il nono di 12 fratelli e sorelle. Studia lingue a Ca’ Foscari quando viene chiamato alle armi, in seguito all’entrata in guerra dell’Italia. Mentre si trova in Piemonte, nel 1943 viene firmato l’armistizio. Immediatamente Armando fugge e con alcuni militari del suo reparto, col nome di battaglia di “Arca”, costituisce un gruppo partigiano nella zona di Pinerolo. Nel novembre la sua Brigata, attaccata in forze dai nazifascisti, si disperde ed Arca, con i pochi uomini ancora vivi, si sposta in Val d’Ossola nel 1944, dove organizza una nuova formazione che prende il nome di Brigata Cesare Battisti.  Gloria ha solo 15 anni e il suo destino si incrocia con quello di Armando. Per la Cesare Battisti fa la staffetta, portando comunicazioni dentro e fuori Intra e tenendo i contatti tra i Partigiani in montagna e il GAP in città. Il 18 aprile viene fermata da alcuni fascisti e per Gloria si aprono le porte del carcere. Gloria e una compagna di scuola vengono portate all’albergo Intra, sede della Brigata Nera Ravenna. Viene interrogata e dopo ore nelle mani dei fascisti viene condotta al carcere di Intra, dove è l’unica prigioniera. In seguito è liberata dai partigiani e  può tornare alla sua famiglia.  Iniziano i pesanti rastrellamenti in Val Grande e uno dei grandi ricercati di quei giorni è proprio il comandante Arca, che trova rifugio nella casa dei Tranquillini, ancora grati al partigiano per aver portato in salvo Gloria.
Probabilmente proprio in quei giorni quel loro sentimento di stima e reciproca riconoscenza è cresciuto e si è trasformato in qualcosa di diverso, di molto più profondo, in qualcosa che neppure la guerra ha potuto fermare.  Si sposano nel 1951 con attorno gli amici di sempre, quelli con cui hanno condiviso gli anni della Resistenza, gli ideali, le lotte e le fughe in montagna, quelli con cui hanno combattuto per la nostra libertà.
NELLA FOTO Gloria Tranquillini

 

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