LETTERA APERTA SU VILLA TARANTO

LETTERA APERTA SU VILLA TARANTO

Alberto Spriano è tra i nostri più affezionati lettori, sempre prodigo di consigli, suggerimenti, proposte  per il bene della città con lunghi e articolati interventi. Da lui riceviamo oggi sui Giardini Botanici di Villa Taranto un contributo costruttivo che propone anche come lettera aperta per il futuro di questo straordinario patrimonio e in quanto tale lo sottoponiamo all’alltenzionme dei lettori:

Porgo queste riflessioni su Villa Taranto, un’attrattiva irresistibile per turisti da ogni dove, la cui gestione degli accessi, in particolare il parcheggio e la viabilità, rappresenta un’urgenza impellente che richiede soluzioni lungimiranti e decisive.

Immaginiamo l’introduzione di due abbonamenti annuali: uno dedicato ai residenti di Verbania al costo di 20 euro, e un secondo, a 40 euro, esteso a tutto il VCO e all’intero Canton Ticino. In questo modo, i residenti di Ossola, Cusio e del Canton Ticino avrebbero la possibilità di varcare i cancelli di Villa Taranto ogni volta che lo desiderano, beneficiando di un abbonamento annuale a un costo quasi simbolico, ben inferiore agli attuali 70 euro. Un segnale forte, concretizzato in due tipologie di card, due veri e propri passaporti per la bellezza, capaci di far risuonare il nome di Villa Taranto ben oltre i nostri confini e di garantire, al contempo, un flusso di entrate costante e prezioso.

E poi ci sono i nostri anziani, la memoria storica di questa terra. Offrire loro l’ingresso gratuito non sarebbe solo un atto di giustizia, ma un modo per onorare il loro contributo e permettere loro di continuare a godere di questa oasi di pace e bellezza. Potremmo coinvolgerli ulteriormente con percorsi didattici pensati appositamente per loro, laboratori di giardinaggio che li renderebbero custodi consapevoli di questo patrimonio, e perché no, sull’esempio del Museo del Paesaggio, invitarli a diventare guide volontarie. Un investimento sul futuro, poiché sarebbero proprio loro a portare con sé i nipoti, trasmettendo l’amore per la natura fin dalla tenera età.

Veniamo ora al cuore del problema: quel parcheggio che troppo spesso si trasforma in un vero e proprio incubo per chi desidera visitare Villa Taranto. Qui, non possiamo più permetterci di rimandare. È necessario un piano di gestione del traffico efficace, con aree di sosta alternative dislocate strategicamente, magari sfruttando gli spazi da Villa Simonetta, all’Esselunga, fino alla Beata Giovannina, e un sistema di navette efficiente che colleghi questi parcheggi al giardino. L’implementazione di un sistema di prenotazione online si rivelerebbe fondamentale per indirizzare i visitatori verso i parcheggi meno congestionati, facilitando poi l’utilizzo delle navette. La prenotazione online potrebbe davvero essere la chiave per una gestione ottimale, permettendo di indirizzare i visitatori verso i parcheggi disponibili qualora venisse attivato un servizio di navette efficiente, con partenze dal lungolago di Suna e soste intermedie per chi desidera apprezzare anche le bellezze del nostro lungolago. E non dimentichiamoci del cancello di via Prossano, la cui apertura potrebbe fluidificare significativamente l’afflusso all’ingresso principale. Uno sforzo organizzativo che farebbe davvero la differenza per l’esperienza complessiva di visita.

È giunto il momento di guardare oltre quel muro e concentrarsi sui giardini confinanti, su quel gioiello di Villa San Remigio che la Regione Piemonte si appresta a riportare al suo antico splendore. L’idea di unire le forze, di creare un unico compendio strategico denominato “The Castagnola Gardens”, non è solo auspicabile, ma a mio avviso rappresenta una decisione obbligata per il futuro del nostro territorio. L’estensione del comodato d’uso gratuito al Comune di Verbania è un passo fondamentale in questa direzione, un’opportunità che non possiamo assolutamente permetterci di lasciarci sfuggire.

E ora, una nota di colore per migliorare ulteriormente l’estetica del giardino. Quella recinzione Bekaert che circonda il parterre antistante la Prefettura non rende affatto giustizia alla bellezza di Villa Taranto. Una discreta siepe di bosso, o ancor meglio, quel suggestivo “muro invisibile”, l’ha-ha, che tanto fascino evocava nei giardini del Settecento, aggiungerebbero un tocco di eleganza e originalità che, sono certo, incontrerebbe il favore della Soprintendenza.

E i bambini? Villa Taranto non è un parco giochi, certo, ma ha il potenziale per diventare un luogo di scoperta e apprendimento straordinario. Ecco perché l’idea di una mascotte, una simpatica ghianda che li guidi alla scoperta dei segreti della natura, mi sembra un’intuizione particolarmente felice. Un personaggio che possa raccontare loro storie affascinanti sulle piante e sull’importanza cruciale del rispetto per l’ambiente, trasformando la visita in un’esperienza indimenticabile e profondamente formativa.

Guardando al futuro, non possiamo ignorare le straordinarie opportunità che si aprono con il restauro dei giardini di Villa San Remigio. Un “Expo del mobile da giardino” non potrebbe trovare una sede più appropriata di questo scenario unico, magari con comodi collegamenti via lago da Sesto Calende, Arona e Stresa. Un evento di tale portata attirerebbe un pubblico qualificato, generando benefici economici significativi per l’intera nostra regione e offrendo una vetrina internazionale per Verbania e il Lago Maggiore.

E non sottovalutiamo la potenza dei social media. Degli short video della mascotte su YouTube, dei post accattivanti e creativi possono fare miracoli in termini di promozione. Aprire gratuitamente a tutto il VCO la prima domenica del mese è senza dubbio un’ottima strategia di marketing, ma è altrettanto importante far sentire i verbanesi privilegiati, magari proprio attraverso quell’abbonamento annuale “Privilege” a 20 euro di cui parlavamo.

E poi, quando i giardini di Villa San Remigio torneranno al loro antico splendore, Verbania si affermerà come la “fabbrica del paesaggio”, un polo di attrazione di livello mondiale. In quel momento, la necessità di un parcheggio sopraelevato in corrispondenza dell’ex porto Palatucci, con un agevole accesso a livello stradale, diventerà ancora più indispensabile, così come la realizzazione di una rotatoria in prossimità di Villa Taranto per gestire al meglio i flussi di traffico.

Non dimentichiamoci, infine, dello shop. Le scuderie e il piazzale antistante l’ingresso di Villa San Remigio potrebbero trasformarsi in un luogo ideale per la vendita dei pregiati prodotti florovivaistici del nostro Consorzio Fiori Tipici del Lago Maggiore, delle affascinanti succulente di Villa Taranto, di libri, guide e gadget dedicati alla mascotte. Creare un vero e proprio “Villa Taranto Store”, brandizzando l’intero complesso con l’evocativo nome di “The Castagnola Gardens”, rappresenterebbe un ulteriore passo avanti nella valorizzazione del nostro patrimonio.

Direttore, la “domenica della rivelazione” di Villa Taranto a tutto il VCO è stata solo l’inizio di un percorso che promette grandi cose. Il passaparola è già un motore inarrestabile. Ma dobbiamo farci trovare pronti ad accogliere questo crescente flusso di visitatori, offrendo loro un’esperienza indimenticabile, risolvendo con efficacia il problema del parcheggio e della viabilità, e valorizzando al meglio questo patrimonio unico che abbiamo la fortuna di custodire. Perché, Direttore, è vero che la gente è attratta dai luoghi frequentati, ma è altrettanto vero che ritorna volentieri là dove ha trovato bellezza, accoglienza e un’emozione che le ha toccato il cuore. E Villa Taranto, ne sono profondamente convinto, ha tutte le carte in regola per continuare a essere quel luogo magico che tutti noi verbanesi amiamo e di cui andiamo fieri.

  1. Alberto Spriano 14 Aprile 2025, 7:45

    Vorrei precisare che l’idea di concentrarsi sul numero di visitatori e sugli abbonamenti annuali, in alternativa a un ingresso gratuito nei giorni obbligati e a un unico abbonamento annuale costoso e senza distinzioni, rappresenta un approccio potenzialmente molto vantaggioso per Villa Taranto, in quanto ente botanico. L’attuale abbonamento annuale indistinto a 70 euro appare effettivamente poco calibrato, specialmente per i residenti. Una differenziazione delle tariffe, come proposto, con un costo più accessibile per i verbanesi (20 euro) e una tariffa intermedia per i residenti del VCO e del Ticino (40 euro), potrebbe incentivare una maggiore fruizione da parte della comunità locale e delle aree limitrofe, trasformando Villa Taranto in un luogo vissuto più assiduamente.

    Particolarmente interessante è l’ipotesi di stringere una partnership con Locarno. Sfruttare il flusso di persone attratte dal festival del cinema e, più in generale, incentivare le visite transfrontaliere nel fine settimana potrebbe innescare un circolo virtuoso per l’economia locale. L’integrazione tra lo shopping a Intra, la ristorazione a Pallanza e la visita a Villa Taranto, magari con un abbonamento dedicato per i ticinesi, si configura come una strategia che riconosce l’interconnessione del territorio e mira a valorizzare le sue diverse attrattive.

    Sul fronte infrastrutturale, l’intervento sulla viabilità con la realizzazione di una rotonda e di un nuovo parcheggio all’ex porto si rivela cruciale per migliorare l’accessibilità a Villa Taranto, soprattutto in previsione del completamento dei lavori a Villa San Remigio. Un’infrastruttura adeguata è un prerequisito fondamentale per accogliere un numero maggiore di visitatori, inclusi i gruppi che potrebbero arrivare in autobus.

    È importante ricordare che nei giardini di Villa San Remigio, oltre alle scuderie, si trovano la “Casa del Prete” e la “Casa delle Arti”, spazi ideali per ospitare servizi di bar e ristorazione. Questi dovrebbero diversificarsi dall’offerta presente all’ingresso, proponendo un servizio complementare ed evitando sovrapposizioni che genererebbero concorrenza interna. In quest’ottica, è necessario valutare attentamente le proposte di ristorazione per Villa San Remigio, poiché potrebbero stimolare un dibattito costruttivo. L’idea di prevedere tre diverse offerte, con prezzi e servizi distinti, appare necessaria per intercettare un’ampia gamma di pubblico. Qualora non si manifestassero operatori locali interessati, la disponibilità a considerare anche grandi catene di ristorazione rappresenterebbe una mossa pragmatica per garantire un introito economico significativo e una maggiore visibilità per Villa Taranto, grazie anche al potenziale di partnership promozionali a livello globale. Se invece si trovassero operatori locali, tanto meglio.

    È auspicabile che le amministrazioni coinvolte collaborino attivamente per delineare una strategia organica e ambiziosa volta a rilanciare “The Castagnola Gardens” (il nuovo brand che unisce Villa Taranto e Villa San Remigio). Questa strategia dovrebbe puntare su un aumento dei visitatori attraverso una politica di prezzi più inclusiva, collaborazioni territoriali intelligenti e un’attenzione particolare all’infrastruttura e alla qualità dei servizi offerti. La creazione di un asse turistico-commerciale con Locarno, che coinvolga le attività locali (negozi, bar, ristoranti) e il mercato di Intra, attraverso la Navigazione Laghi (privilegiando la rotta Locarno, Ascona, Cannobio, Cannero, Intra, Villa Taranto e Pallanza), rappresenta un elemento chiave per trasformare questo complesso di giardini in un vero motore di sviluppo per l’intero territorio del VCO.

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  2. Molto bene Alberto, interessanti proposte che spero aprano un dibattito tra i vari Enti coinvolti ed in particolare il comune di Verbania

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  3. Chi propone certe strategie turistiche sul giardino di Villa San Remigio non conosce il giardino in tutti i suoi aspetti: è un piccolo gioiello formato da tanti giardini attraverso i quali si può fare la storia dei giardini, è l’unico giardino costruito tenendo conto dei sentimenti umani non lo si può trasformare in un baraccone turistico

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    • Alberto Spriano 15 Aprile 2025, 11:06

      È inaccettabile l’idea che il giardino di Villa San Remigio debba rimanere escluso da un’offerta turistica integrata con Villa Taranto. Questa miope visione ignora il potenziale straordinario di un sito che, lungi dall’essere un ostacolo, rappresenta un tassello fondamentale per comprendere appieno la ricchezza dei giardini del Lago Maggiore.

      La profonda e stratificata valenza culturale, storica e architettonica di Villa San Remigio non è un elemento secondario, bensì la chiave per offrire ai visitatori una narrazione completa e diversificata. Escluderlo significa privare il pubblico di una lente interpretativa essenziale per cogliere l’anima stessa di questi luoghi.

      Villa San Remigio e i suoi giardini sono la quintessenza e la sintesi deliberata di stili e riferimenti del passato, reinterpretati con la sensibilità del XIX secolo. Questa ricchezza eclettica, sebbene possa non incontrare il gusto di tutti, è una testimonianza affascinante di un’epoca, un valore aggiunto che si affianca perfettamente alla vocazione botanica di Villa Taranto, creando un’offerta turistica poliedrica e stimolante.

      Un bene pubblico ha come primario obiettivo la sua fruizione e l’inclusività. Mantenere Villa San Remigio isolata non solo nega al pubblico la possibilità di apprezzarne il valore culturale, ma rappresenta anche una perdita economica significativa per Verbania e per l’intera regione. Un’offerta turistica realmente inclusiva e organica deve ambire a presentare la totalità del patrimonio del Lago Maggiore.

      È lecito interrogarsi sulle ragioni che ostacolerebbero una sinergia tra Villa San Remigio e Villa Taranto. Al contrario, una collaborazione strategica potrebbe generare benefici reciproci in termini di marketing, ottimizzazione dei flussi turistici e, soprattutto, valorizzazione complessiva del territorio. L’apertura al pubblico di Villa San Remigio, con una gestione sinergica e oculata sul modello di Villa Taranto, rappresenterebbe un’opportunità concreta per generare risorse vitali per la sua conservazione e restauro.

      Pertanto, l’affermazione che impedisce l’integrazione di Villa San Remigio in un’offerta turistica organica appare non solo infondata, ma dannosa.
      La sua unicità e il suo valore storico e culturale ne fanno un elemento imprescindibile per un’esperienza turistica completa e appagante.
      Perché ostinarsi a tenerlo chiuso, nascosto per decenni?
      A chi giova questo immobilismo?

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    • Concordo con lei Signora Valeria, portare miglialia di persone dentro Villa San Remigio è un delitto…ovviamente questi progetti stile Gardaland porterebbero bar, gelaterie e ristorazione stile Riccione per la gioia di qualche commerciante…dopo il restauro propongo un centro studi sul Giardino all’Italiana e piccoli gruppi di visita con giovani guide preparate a raccontare questa meraviglia.

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      • Alberto Spriano 15 Aprile 2025, 16:22

        Progetto stile Gardaland?
        L’intervento di restauro conservativo approvato dalla Regione Piemonte, con il coinvolgimento della Soprintendenza e degli enti competenti per la tutela paesaggistica e territoriale (PPR e CLP), per i giardini di Villa San Remigio non ha alcuna, ma proprio nessuna, affinità con parchi ludici e di intrattenimento come Gardaland.

        L’idea stessa di una simile confusione è illogica e insostenibile. Villa San Remigio e il suo parco costituiscono un bene immobile di inestimabile valore, rigorosamente tutelato a livello monumentale, paesaggistico e architettonico. Ogni azione intrapresa, incluso il meticoloso restauro, è imperativamente guidata da principi di conservazione integrale, restauro filologico e valorizzazione autentica del patrimonio storico, culturale e naturale che esso rappresenta.

        Le operazioni previste – dal recupero dei giardini storici alla riqualificazione naturalistica e ambientale, fino all’adeguamento funzionale di illuminazione e arredo – perseguono un unico obiettivo: preservare l’identità storica e restituire alla collettività un luogo di profonda importanza culturale. Questo intervento mira a creare un polo di attrazione turistica di alto profilo, in sinergia con altri siti di eccellenza come la vicina Villa Taranto.

        Gardaland è un’attrazione turistica moderna, concepita per l’intrattenimento attraverso giostre adrenaliniche, spettacoli tematici e un’atmosfera ricreativa. La sua natura e le sue finalità sono radicalmente opposte a quelle di un parco e giardini storici vincolati da precise normative di tutela.

        È dunque inequivocabile che il finanziamento europeo e l’intervento in questione siano destinati alla salvaguardia e alla valorizzazione di un patrimonio culturale e naturale unico, e non, in alcun modo, alla creazione o alla riqualificazione di un parco divertimenti. L’impiego del termine “Parco” nel contesto di Villa San Remigio si riferisce inequivocabilmente alla sua natura di giardino storico di pregio, e non a un’area dedicata al puro svago ludico.

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        • Per “Gardaland” intendo come speranza di attrattiva e quindi numeri da incubo per un giardino, dove in certi tratti ,si procede quasi in fila indiana o con scalinate, quindi non per tutti direi, ribadisco che , secondo me, è un luogo da piccoli gruppi accompagnati e motivati e ovviamente no ristorazione o gelaterie…eviterei anche “The Castagnola Gardens ” anche basta inglesismi grazie !

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          • Alberto Spriano 15 Aprile 2025, 19:08

            È inequivocabile che tale affermazione sia profondamente sbagliata e controproducente per la vera valorizzazione del Parco di Villa San Remigio, poiché considerare l’afflusso di visitatori un “incubo” e immaginare una fruizione limitata a “piccoli gruppi accompagnati e motivati” rivela una visione elitaria e anacronistica che impedisce l’effettiva accessibilità e la piena fruizione da parte della collettività, obiettivo primario del progetto di riqualificazione; risulta pertanto illogico e impraticabile negare servizi igienici e punti di ristoro in un’area così vasta (quasi 10 ettari complessivi con Villa Taranto), condannando la visita all’incomodità, se non all’impossibilità, per un’ampia gamma di persone, dalle famiglie con bambini agli anziani e ai disabili, compromettendo così i requisiti minimi di agibilità per uno spazio pubblico, e restringere la fruizione a piccoli gruppi guidati significherebbe precludere la libertà di una visita autonoma e spontanea, riducendo drasticamente l’attrattività del parco e rendendo vano l’investimento pubblico, mentre la presenza di percorsi impervi con scalinate evidenzia un problema di accessibilità che esige soluzioni progettuali inclusive, come la realizzazione di itinerari alternativi adatti a tutti, e non può giustificare una limitazione dell’afflusso; in sintesi, un parco pubblico di queste dimensioni, con l’ambizione di diventare un polo turistico significativo, deve imperativamente offrire percorsi sicuri e pienamente accessibili a persone con ogni tipo di disabilità, garantire un’adeguata dotazione di servizi igienici distribuiti strategicamente nell’area e prevedere la presenza di punti di ristoro accoglienti che consentano ai visitatori di godere appieno della loro esperienza senza necessità di allontanarsi, altrimenti il Parco di Villa San Remigio, pur splendidamente restaurato, rimarrebbe un luogo di difficile fruizione e incapace di esprimere appieno il suo potenziale come risorsa pubblica e attrazione turistica di rilievo. Per il nome, nessuno può negare che i complessivi 24 ettari siano il Colle della Castagnola.

  4. Buongiorno concordo mi piace ricordare che nel 1990 in quanto membro del cda di villa Taranto proposi e iniziammo a progettare la sede del corso di laurea in architettura del giardino e del paesaggio che fu approvato dal preside del politecnico di Milano prof.Stevan.poi purtroppo la cattiva politica decise di collocare la sede della Prefettura creando gravissimi problemi. Oggi si potrebbe ripartire trasferendo la Prefettura alla ex Geva di Fondotoce e realizzando il progetto di unire villa Taranto con villa San Remigio come proposto dall’associazione Frana Antoniazza , mia mamma, nel 2014 alla presenza della direttrice dell’orto Botanico di Monaco di Baviera e della contessa Silvia Bonacossa Alegar

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  5. non sono affatto contraria a integrare Villa San Remigio a villa Taranto , sono sempre stata sostenitrice che villa san Remigo debba essere aperta al pubblico e che i suoi giardini unici debbano essere fatti conoscere il più possibile ma prorpio per la loro unicità il visitatore deve essere accompagnato da una guida altamente specializzata non solo sulla storia di quel giardino ma anche sulla storia sulla storia in genere dei giardini e il numero dei visitatori sapientemente gestito perché ciascuno di loro possa assaporare a pieno quello che fu l’eccletismo ottocentesco e percepire il genius loci del luogo

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  6. Il Duca di Pallanza 15 Aprile 2025, 17:00

    Leggo sempre con piacere Alberto, perché ha il dono della sintesi.

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