L’INTERVENTO DI FRANCA OLMI TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO DEL PARCO NAZIONALE VAL GRANDE

L’INTERVENTO DI FRANCA OLMI TRA PASSATO, PRESENTE E FUTURO DEL PARCO NAZIONALE VAL GRANDE

Il convegno Un Parco in città… La Città nel Parco,  svoltosi con pieno successo la scorsa settimana a Villa Giulia e dedicato a riflessioni e prospettive sull’ampliamento dei confini dell’area protetta che si estende anche a parte del territorio della città di Verbania, è stato introdotto da un intervento registrato di Franca Olmi che di seguito riportiamo. Un intervento di grande interesse, poichè la prima presidente dell’Ente Parco ha saputo con le sue parole sintetizzare in modo opportuno considerazioni sull’area protetta che, partendo dalle sue origini, ne hanno delineato le motivazioni, il percorso e lo sviluppo fino all’attualità e si sono proiettate sulle prospettive future, in piena sintonia con le finalità del convegno. 

 

Sono veramente onorata di poter aprire i lavori di questo convegno dal titolo molto suggestivo  e per questo ringrazio il sindaco di Verbania, Silvia Marchionini  e tutti coloro che oggi lavorano per promuovere e rilanciare il nostro parco nazionale, area  wilderness più grande d’Italia. 

Pertanto sono molto contenta dell’ingresso di Verbania nel Parco Nazionale della Val Grande.  Ho dedicato una parte della mia vita al parco e ricordo che l’idea di istituirlo si sviluppò e prese  consistenza in un convegno organizzato nel 1985 dal Comitato Comprensoriale del Vco, del  quale ero presidente, e finalizzato al turismo integrato nella nostra Provincia, area che conta, oltre alla Val Grande, il Monte Rosa, il Sempione, il Lago Maggiore con le bellissime isole Borromeo e la  montagna ossolana. 

La proposta di istituire un Parco Nazionale all’interno di questa realtà significò porre in primo  piano il volto più autentico dell’intera zona tutelando le bellezze naturali. Da questa premessa  avanzò l’ipotesi che la valorizzazione del Parco Nazionale della Val Grande potesse essere inserita  all’interno di un panorama naturale che integra nella sua unicità il lago, la collina e la montagna. In questo territorio è incastonata, come una pietra preziosa, una valle selvaggia, solitaria, immersa  nei silenzi, racchiusa tra montagne aspre e rocciose, invasa dal bosco, nel quale occhieggiano  alpeggi, ricordo di un passato che la vide, nel lungo scorrere dei secoli, abitata da pastori in transumanza. In altri termini l’area protetta può porsi al centro di un turismo integrato che,  valorizzando, nel rispetto delle diverse realtà l’intera zona del Verbano-Cusio-Ossola, la ponga in  rilievo come area unica nel suo genere.  

Riassumendo i temi a me cari e sui quali è necessario continuare a lavorare sono:

-Il turismo integrato quale opportunità di rilancio del nostro territorio e di promozione del parco e  di un turismo sostenibile; 

-Le donne del Parco, gruppo culturale che ho guidato con passione ed entusiasmo e che si è  costituito nel giorno della dedicazione della Val Grande alla Madonna di Re. Ritengo che le donne del Parco che indossano i costumi della tradizione siano espressione autentica del nostro  territorio e possano essere tutt’oggi le migliori ambasciatrici del Parco e rappresentare l’area in ambito nazionale; 

-La dedica del Parco alla Madonna del Sangue venerata nel santuario di Re il 4 ottobre 1998, che  simboleggia la forte unità tra i comuni della Val Grande che hanno nel Parco un importante punto  di riferimento. 

Parlare del Parco mi emoziona sempre, lo vivo come una mia creatura che ho cercato di far  germogliare e crescere negli anni coinvolgendo l’intero territorio, cercando un’unità di intenti dei  diversi comuni coinvolti.  Negli ultimi anni, mi hanno definito la “mamma” del parco e pertanto auspico che questo  convegno sia una nuova opportunità di rilancio per il futuro dal punto di vista culturale, letterario,  turistico ed escursionistico.   

Franca Olmi

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