Come già riferito, l’Autorità di Bacino Distrettuale del fiume Po – MITE ha ottenuto recentemente la possibilità di regolare il livello delle acque del Lago Maggiore da + 1,25 m fino a + 1,50 m dallo zero idrometrico proseguendo il regime di sperimentazione per il prossimo quinquennio 2022-26, per garantire la risorsa idrica indispensabile ai territori a valle del lago anche in momenti di prolungata siccità. La decisione, condivisa dalla Regione Piemonte, penalizza i territori a monte e i comuni rivieraschi del lago che hanno ripetutamente espresso la loro contrarietà. Il particolare i Comuni di Cannobio, Cannero Riviera, Oggebbio, Verbania, Baveno e Stresa si sono sempre battuti contro l’innalzamento della fase sperimentale di regolazione del livello del lago ma le loro osservazioni non sono state tenute in considerazione, come pure le esigenze del turismo. Ora si ribadisce una decisione che va solo a discapito del lago, suscitando numerose reazioni. Ecco quanto scrivono in una nota congiunta i gruppi consiliari Insieme per Verbania e Prima Verbania con i consiglieri comunali Giandomenico Albertella, Sara Bignardi, Silvano Boroli, Mattia Tacchini, Atalla Farah, Katiuscia Zucco:
Il primo rischio conseguente a tale decisione sarà una ridotta fruibilità delle nostre spiagge a cui si devono aggiungere le notevoli difficoltà che i Comuni incontrano per le manutenzioni delle fasce spondali e delle opere di contenimento, che in queste condizioni non solo non possono essere programmate, ma diventano pesanti e gravose per i fenomeni erosivi che si manifestano con maggiore intensità a causa dell’innalzamento del livello. Ed è un altro duro colpo inferto al settore turistico del nostro lago già duramente provato dalla pandemia. Se è comprensibile la volontà delle terre a valle del lago di evitare periodi siccitosi e garantire una continua funzione irrigua dei fiumi e canali, anche per la popolazione, per gli operatori turistici e per noi Amministratori locali piemontesi, lombardi e aggiungiamo ticinesi che viviamo e lavoriamo attorno alle rive del lago Maggiore, la posta in gioco determinata da questa decisione al rialzo – massimo – della quota minima, assume una valenza su cui occorre riflettere per assumere eventuali azioni ammnistrative a tutela dei nostri territori, delle nostre comunità e della nostra economia. La notizia riporta anche alla mente l’alluvione dell’ottobre 2020 quando nel contesto del nubifragio il Sindaco di Verbania aveva giustamente chiesto di dotarsi di più moderne apparecchiature di lettura dei dati in tempo reale per poter prendere velocemente possibili decisioni in merito, a partire dal supporto dei radar meteorologici (quelli svizzeri a quanto pare avevano previsto il verificarsi dell’evento oltre a permettere di vedere in tempo reale quanto stava piovendo e dove). Non sappamo se gli auspici del sindaco abbiano avuto seguito, ma si trattava e, a maggiore ragione oggi si tratta, di una doverosa e condivisa richiesta da supportare in ogni sede istituzionale, chiedendo anche di conoscere quale sarà la procedura tecnica basata su un analisi combinata di dati ritenuta idonea a contrastare l’ineluttabilità di un’esondazione nel caso di una coincidenza sfortunata consistente in un nubifragio analogo a quello dell’ottobre 2020 (con rialzo del livello del lago di 2,5 metri in due giorni) abbinato ad un livello del lago già ai 1,5 m massimi sopra lo zero.