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M5S: SUL PONTE DEL TOCE PISTA CICLABILE INDECENTE E INSICURA

M5S: SUL PONTE DEL TOCE PISTA CICLABILE INDECENTE E INSICURA

Duro attacco del Gruppo Territoriale del Movimento 5 Stelle  per le condizioni in cui versa la pista ciclabile sul ponte del Toce, definita da Imerio Frattini impresentabile fuori da ogni condizione di sicurezza”. In un comunicato si evidenzia che la situazione, già da tempo precaria, con i lavori attualmente in corso e il caos della circolazione, si è fatta davvero pericolosa:  I rattoppi degli anni scorsi sono ormai divelti e diventano vere e proprie trappole per le biciclette e per gli stessi pedoni costretti a camminare tra buchi e detriti. Una vetrina a dir poco indecente per una città turistica che dell’ambiente e dell’outdoor fa la sua bandiera.   Il M5S chiede pertanto a Comune, Provincia e Regione, di intervenire con assoluta urgenza per sanare l’indecorosa situazione e tutelare la sicurezza dei cittadini.

 

  1. Alberto Spriano 1 Giugno 2025, 20:34

    La Rappezzata del comune di Verbania una volta sostituito l’impalcato ritornerà a collegare Fondotoce a Feriolo di Baveno. Già detto, già scritto, già evidenziato da tempo.
    Dispiace molto invece, che non venga compreso che a Verbania, la bicicletta si limita alla litoranea, quel tratto che da Pallanza arriva alla riserva del Fondotoce.
    In città, i collegamenti veri mancano ancora. Ci sono, sì, le piste ciclabili di Via Guido Rossa e Via Olanda, ma poi il ciclista, quello vero, che vuole andare al lavoro, si ritrova a rischiare la pelle. In mezzo a quel traffico che sembra non guardare nessuno, tantomeno chi è in sella. E le rotatorie, che dovrebbero essere una soluzione per la fluidità, in bicicletta diventano un campo minato. Nessuna corona esterna di precedenza in rilievo, nessuna protezione per chi pedala.
    Non basta più la litoranea, non basta quel tratto di Via Guido Rossa, il Terzo Ponte e il finale di Via Olanda. Dobbiamo andare oltre, e farlo in fretta. Ma per farlo, c’è una cosa che bisogna mettere a posto, prima di tutto il resto: i parcheggi. Sì, avete capito bene. Perché finché avremo le strade invase dalle auto parcheggiate, spazio per ricavare le piste ciclabili in città non ce n’è.
    Per diffondere la bicicletta a Verbania si devono considerare alcuni punti fondamentali, pilastri per la sicurezza.
    Il primo, cruciale, sono gli anelli ciclabili nelle rotatorie. Il modello olandese e danese si sta diffondendo anche in Italia, lentamente si comincia a capire. Un anello esterno, rialzato, coassiale alla rotatoria, ti dà precedenza e sicurezza, ti rende visibile, ti separa dal traffico. È come avere una corsia preferenziale per la vita.
    Certo, non sarà una passeggiata. Bisognerà ripensare ogni rotatoria, magari togliere qualche metro ai marciapiedi, persino fare qualche esproprio. Ma la sicurezza non ha prezzo.
    Poi c’è il completamento delle ciclabili. E qui torniamo al discorso dei parcheggi. Perché se si vuole che le biciclette abbiano spazio, bisogna toglierlo alle auto. E dove si mettono le auto? Bisogna trovare nuovi spazi, non c’è altra soluzione. È un do ut des, un dare per avere. Via i parcheggi da Viale Azari, da Piazza Gramsci alla rotatoria di Via Olanda. Ma poi, dove si parcheggia? Bisogna creare nuovi parcheggi subito, soprattutto nel primo tratto di Viale Azari. E poi, quell’ultimo pezzo, verso Madonna di Campagna, deve essere collegato. Ci vuole un piano dettagliato per l’Ex Acetati, che preveda sia nuovi parcheggi che piste ciclabili. Una rete continua e sicura, ecco l’obiettivo.
    A Suna e Pallanza, anche qui, i parcheggi sono il nodo.
    A Suna, l’area dell’ex Villa Mater dovrebbe ospitare un bel po’ di posti auto pubblici, per liberare il lungolago di Via Troubetzkoy. Questo permetterebbe di far proseguire la ciclabile fino a Pallanza, passando davanti a Palazzo Cioia.
    E il lungolago, sopra il cantiere Cislaghi? Via le fioriere dal marciapiede rialzato e spazio alla pista utilizzando parte delle coperture piane esistenti.
    Rialzando di poco il tennis a Pallanza, si ricaverebbe l’altezza per quel parcheggio aperto verso il lago, sul modello del progetto di Nicolin per il lungolago di Intra.
    Altro area destinata a un parcheggio “storico” e spero non dimenticato è l’area dietro le vecchie scuderie di Villa Giulia, con un ingresso e un’uscita ai lati, per finalmente affrontare seriamente la realizzazione del grande parcheggio di Pallanza sancito nel Piano Regolatore nel 2006, per risolvere una volta per tutte il problema.
    A Intra mancano sempre le doppie rotatorie sulle teste di ponte del San Giovanni. Qui il discorso si fa “doppio”. Le doppie rotatorie al ponte San Giovanni, sia su Via Brigata Cesare Battisti che su Via Fabio Filzi, devono avere le corone ciclabili in rilevato. Lì il traffico è un fiume in piena, la sicurezza è d’obbligo lungo la strada statale n.34 che arriva alle porte di Verbania.
    Insomma, è chiaro: se vogliamo una Verbania più sicura, più vivibile, più sostenibile, dobbiamo investire nei nuovi parcheggi.
    È un punto fermo.
    Senza parcheggi alternativi, non si tolgono le auto dalle strade, e senza auto sulle strade, non si fanno le ciclabili.
    È un circolo vizioso che dobbiamo spezzare.
    E qui arriviamo al punto dolente, a quel quesito fondamentale e prioritario:
    Perché i verbanesi non usano la ciclabile per andare al lavoro a Feriolo, Baveno, Gravellona, anche con le biciclette elettriche?
    Non è questione di fatica, ormai le biciclette elettriche sono quella rivoluzione per tutti. È questione di testa, forse?
    Di sicurezza?
    Ecco, queste sono le domande, quelle vere.
    Perché costruire le ciclabili è un conto. Farle usare, è un altro.
    E qui, Verbania, dobbiamo capire se i cittadini hanno paura di pedalare per strada. Io ne ho tanta e sempre.
    La mobilità e la sicurezza ciclabile, prima di tutto. Altrimenti, Verbania “città del traffico e delle circonvallazioni fantasma” non diventerà mai più “Verbania città della bicicletta elettrica”.

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