MARCHIONINI SUL CEM: TRASFORMARE IL PROBLEMA IN RISORSA E APRIRE IL CANTIERE DELLE IDEE

Il cantiere del Cem.

Un urgente e deciso salto di qualità può mettere la parola fine alle contrapposizioni ideologiche, e  aprire finalmente il cantiere delle idee e delle prospettive condivise.  Inizia con queste parole un comunicato con cui la candidata sindaco Silvia Marchionini ritorna sulla controversa questione del Cem, con l’intento di trasformare il problema in risorsa.  

Ecco come prosegue il comunicato: Vediamo la storia della Città: c’era un bellissimo teatro perfettamente collocato ed è sparito, così come un  cinema/teatro lasciato alla fine nelle mani di un’impresa che ne ha fatto una multisala di successo. La  costruzione di un teatro idoneo alle ambizioni della città e che potesse operare come elemento di richiamo  turistico per il più ampio territorio contermine, era previsto dalle Giunte di centrosinistra, sul luogo del  demolito macello di Intra.  La collocazione derivava dall’idea dell’integrazione di due grandi quartieri popolari: la storica Sassonia e le  nuove edificazioni di Sant’Anna riuniti dal terzo ponte; l’ubicazione sul lago ha, non solo, abbandonato a sé  stessi i due quartieri, lasciando in Sassonia l’edificio dell’ex Camera del Lavoro in totale degrado, ma ha  costituito la rinuncia alla riorganizzazione funzionale delle due sponde prospicienti il San Bernardino. Ora i radical chic vogliono le ruspe per radere al suolo il cantiere mentre la parte più consistente dei cittadini  tace esterrefatta attendendo l’arrivo del buon senso. Con realismo, il Teatro/Cem si può costruire, i soldi ci sono; anzi si deve costruire (i lavori procedono a gran  ritmo!) perché la rinuncia aprirebbe contenziosi legali infiniti e le restituzioni dei quattrini agli enti erogatori  (EU, Fondazione Cariplo) potrebbero mettere sulla bancarotta l’Amministrazione Pubblica della Città. Il problema era, è e sarà la gestione di questa struttura importante e pure utile a Verbania che è del tutto  sprovvista di uno spazio del quale è evidente il bisogno: le associazioni culturali lo sanno bene. La redazione di un ipotetico progetto gestionale (assente finora) non può essere demandata alla burocrazia  comunale, come se questo potesse prescindere da un ascolto vero dei bisogni locali e soprattutto da un  momento di progettualità partecipata (che includesse anche i potenziali gestori delle attività di ricavo della  struttura) in grado davvero di prefigurarne il suo futuro sostenibile. Oggi è il momento di aprire – urgentemente! – il nuovo cantiere: quello delle idee, del riconoscimento delle  istanze, delle potenzialità e delle relazioni con partner commerciali. Ridimensionare l’opera, così sofisticata, per farne un luogo quotidiano della creatività e del divertimento  giovanile e una fruizione culturale da pensare, anche nella conversione delle sale interne, insieme alla
Biblioteca, al Museo del Paesaggio. Verbania ha bisogno di un sindaco, subito, che sappia amministrare l’economia e le idee, non le ideologie!

  1. renato brignone 12 Maggio 2014, 16:31

    Qualcuno dica alla Marchionini che nessuno ha proposto di “raderlo al suolo”. forse farebbe bene a conoscere le “ombre” dietro quell’opera e perseguire (da eventuale sindaco) chi è responsabile dello scempio , e non a coprire i responsabili finendo l’opera quest’opera assurda. metto un link affinchè ci si possa documentare sulle bugie dietro al CEM http://www.verbaniasettanta.it/il-cumulo-di-fandonie-che-schiaccera-verbania/

    Reply
  2. Brava Marchionini.La città non ne può più di contrapposizioni.Usiamo questo teatro come una risorsa

    Reply
  3. Sull’ argomento e’ in difficoltà, sotto la spinta di opinione largamente contraria all’opera. Nella sua maggioranza di sostegno ci sono posizioni favorevoli allo stop. Cosa che Bava e parte del m5s dicono da tempo. Cerca goffamente il nemico in presunti “radical chic” che vogliono “radere al suolo ” che non ci sono. Il candidato non e’ consolidato. Rischio di esplosione delle contraddizioni prima o dopo il voto. Serve statura anche nel fare i comunicati. Questo e’ scritto male. Fa il paio con l’ aliscafo. Meglio Peppa Pig.

    Reply
  4. Peccato sig. Lino , che il CEM o si fa o si ferma, essendo un progetto europeo finanziato le “vie di mezzo” proposte sono solo FUFFA elettorale senza capo ne coda… Lo spiegherò meglio nel mio post di domani.

    Reply
  5. renato brignone 13 Maggio 2014, 9:25

    ecco nel link , la mia risposta più articolata al pensiero tutt’altro che lineare esposto nel comunicato quì sopra http://verbaniafocuson.verbanianotizie.it/n143465-un-pd-che-fatica-inizia-a-farla-furo-dal-vaso.htm

    Reply
  6. Quindi, Renato, il senso del tuo post è che vi preparate a regalare alla città un altro Movicentro, in bella vista sul lago, a due passi dal centro. Perchè, dietro alla sospensione di un cantiere, ci rimangono solo i detriti, i ponteggi, il mucchio di terra e un manufatto in cemento armato. Perchè se troverete mai il coraggio (che non manca) di mettervi di fronte ai cancelli del CEM e fermare le ruspe (manco fosse la TAV), beh i soldi per le penali li dovrete pure trovare (ridicole le allusioni al “paga chi ha sbagliato”, ricordiamoci che siamo in Italia!): e quand’anche riusciste a grattare il fondo del barile (magari alzando qualche aliquota locale!), stai sereno che i quattrini per riprendere il cantiere e terminarlo a piacimento (=raderlo al suolo per chi la pensa come voi!) non li troverete mai (ricorda, siamo quell’Italia sull’orlo del fallimento!)! Comunque la democrazia è sacra: se così sarà, sapremo chi ringraziare quando tra vent’anni il movicentro2 ci accoglierà alle porte della nostra, bella e vituperata, città.

    Reply
  7. Ale , evidentemente no ha letto il mio post, incui rilevo che Marchionini arriva alle nostre stesse conclusioni , ma dice una scorrettezza: non si può modificare il progetto, o si fa o no… Scelga lei. Per quanto ci riguarda la nostra posizione é molto semplice e chiara: meglio trovare soldi non europei per un opera più piccola più utile e gestibile , che finire un CEM troppo costoso, troppo impattante e ingestibile. Non si demolisce si ridefinisca il progetto con la città e qualcuno farà le sue “indagini” …

    Reply
  8. Riprendo dallo stralcio del tuo intervento:
    “La nostra proposta è quella di sospendere al più presto i lavori e di valutare [..] la possibilità di conversione di quanto sarà già stato costruito.”

    Delle due l’una Renato: o il comitato a cui appartieni (e per il quale fai propaganda elettorale e pertanto correttamente è espressione dell’idea politica del candidato sindaco Bava) propone di sospendere i lavori il giorno prima dell’inaugurazione, oppure il significato più immediato di questa espressione è che, una volta insediato e preso potere, i lavori nel pieno dell’opera verranno sospesi. Per come è strutturato il finanziamento PISU e per le scadenze di progetto, sospendere significa abbandonare. E non parliamo per un attimo delle penali annesse e connesse di cui il Comune si dovrà far carico. Ma quello che davvero non si capisce è che dopo tutti i cantieri abbandonati di cui l’Italia è piena, con il lampante stato di abbandono e degrado del Movicentro in faccia alla stazione ferroviaria della città che dovrebbe accogliere turisti e cittadini, si possa anche solo pensare che la politica, le amministrazioni, lo Stato siano in grado in tempi brevi e ragionevoli di “riconvertire quanto già costruito”. Forse nemmeno il cinema è stato in grado di arrivare a tanto! Quindi se conoscete le risorse economiche dalle quali poter avviare un nuovo iter, meglio chiarirle ora, che pensarci domani quando, certamente, non rimarranno nemmeno le briciole! E’ stato fatto un errore secondo Voi? Bene..evitate di aggiungerne un altro.

    Reply
  9. renato brignone 15 Maggio 2014, 11:29

    ecco il link attraverso il quale Ale , e chiunque altro, potrà sacoltare dalla voce di Carlo Bava il pensiero di Carlo Bava sul CEM : http://www.youtube.com/watch?v=8LOrC23KtEY

    Reply

Lascia un commento a R&G Cancella il commento

La tua email non sarà pubblicata.