Nell’ultimo numero del suo periodico “Il Punto”, l’ex deputato e sindaco Marco Zacchera annuncia la presentazione di una querela nei confronti del ministro Luigi Di Maio del Movimento 5 Stelle per le sue dichiarazioni a proposito di “privilegi rubati” da ex parlamentari. Ecco l’articolo in questione dal titolo “Pensioni d’oro”:
Potete immaginarvi come da ex deputato sia felice visto che mi taglieranno più o meno la metà del “vitalizio”, ma al di là della questione personale sarebbe importante che gli italiani ragionassero senza demagogie sul problema pensionistico.
E’ facile prendersela – come Di Maio – con un migliaio di ex deputati dipinti come “ladri” (con un risparmio pari a meno di un decimillesimo delle pensioni pagate, ma che fa molto “show” e “audience”) ma gli italiani dovrebbero meditare che allora – per equità – dovrebbero essere anche ricalcolate almeno le pensioni degli ex dipendenti del parlamento, dei dirigenti ministeriali, dei giudici (al cui stipendio è parametrato quello parlamentare), dei tanti “nominati” ai vertici delle società pubbliche e dei dirigenti pubblici locali, ovvero decine di migliaia di persone.
E perché allora non considerare allo stesso modo anche le pensioni di milioni di dipendenti pubblici andati in pensione dopo solo 14 anni, 6 mesi e 1 giorno di servizio (e spesso – di fatto – dopo periodi anche più brevi). Pensioni economicamente importanti che vanno avanti da 30 o 40 anni (una mia coscritta è stata pensionata a 33 anni, ex insegnante di educazione fisica ha più o meno insegnato per 8-9 anni). Pensiamo a tutti i beneficianti di leggi speciali (ex ferrovieri, postelegrafonici, aziende in crisi, cassaintegrati, sindacalisti ecc. ecc.) mandati in pensione in anticipo (con buonuscita) per “sfoltire i ranghi”, magari dopo che erano stati assunti con i più classici metodi clientelari e la cui pensione NON è certo parametrata ai contributi pagati.
Sommessamente credo sia scorretto decidere “a posteriori” che da un giorno all’altro la tua pensione venga decurtata (dopo i tagli precedenti già imposti “per solidarietà”) senza che tu possa farci nulla, soprattutto perché la riforma sui vitalizi parlamentari è già attiva da 7 anni e quindi si va a ricalcolare il pregresso al 2011 !
Sostiene Di Maio “Gli ex se ne facciano una ragione, quelli sono privilegi rubati non sono diritti acquisiti. La smettano perché è uno schiaffo alla miseria fare dei ricorsi e protestare perché ti tolgono un vitalizio di 6 o 7 mila euro quando sei stato tre giorni in Parlamento”. Questa è pura demagogia grillina, innanzitutto perché “rubare” è un termine da querela (che presenterò) perchè personalmente non ho mai rubato nulla a nessuno, poi perché – dopo i miei 21 anni di contributi – l’importo oggi percepito è già di molto inferiore a quanto sostiene Di Maio e – soprattutto – il caso dei 5 (cinque) deputati – dei quali 3 deceduti – restati brevemente in carica è già stato risolto da 20 anni e da allora non è più riproducibile.
Come successo ieri per gli “esodati” – rimasti in mezzo al guado senza più lavoro né pensione – oggi ci si scaglia contro gli ex deputati all’altare della demagogia, ma da domani TUTTI gli italiani non potranno più contare su una loro certezza pensionistica, a cominciare da quelli che hanno pagato per anni e ai quali si vuole mettere ora “tetti” inferiori a quanto da loro risparmiato.
Il concetto del ricalcolo retroattivo forzato non è giusto, e chi riflette con serietà credo non possa che condividerlo.
Nelle foto Zacchera e Di Maio
beh, mettere sullo stesso piano ingiustizie e privilegi mi sembra un tantino azzardato: gli esodati avevano un lavoro (solo quello), mentre gli ex parlamentari, in molti casi, non vivevano (e vivono) di sola politica! E chi si sta lamentando poco sopra ne è una chiara dimostrazione…. Suvvia, diciamo che trattasi di una resa dei conti all’interno di una coalizione politica. E’ proprio vero che il potere logora chi non ce l’ha… più!