MURO CONTRO MURO SU PIANO IRES E SORTE DELL’OSPEDALE CASTELLI

MURO CONTRO MURO SU PIANO IRES E SORTE DELL’OSPEDALE CASTELLI

Sul piano Ires e in particolare sulle sorti dell’Ospedale Castelli la contrapposizione tra partiti e comitati è muro contro muro. Per rendersene conto basta fare riferimento alla guerra di comunicati che sostengono le opposte opinioni. Abbiamo già pubblicato argomentazioni e motivazioni di comitati, partiti e amministrazioni che ritengono inaccettabili le considerazioni formulate nel piano Ires soprattutto in riferimento all’ospedale verbanese e sostengono il nuovo presidio organizzato sabato 22 in sua difesa.  Ad esse si contrappongono ora drasticamente le note diffuse da Lega Salvini, Forza Italia e altri amministratori.  Ecco dapprima il comunicato della Lega Salvini, che giudica il nuovo presidio davanti al Castelli un  pessimo esempio di gestione del dibattito sul riordino della sanità provinciale:

L’annunciato presidio a difesa del Castelli, il secondo nel volgere di breve tempo, rilancia un tema purtroppo già visto: si punta a dividere il territorio portando avanti posizioni preconcette e diffondendo falsità, anziché provare a unirlo attraverso la strada del dialogo. L’appuntamento organizzato dai due comitati rappresenta un pessimo esempio di gestione del dibattito sul riordino della sanità provinciale, emerge infatti che gli interessi dei singoli vengono anteposti a quelli della collettività. Noi siamo abituati a fare l’esatto contrario, perché non siamo interessati alle poltrone e, soprattutto, perché non raccontiamo bugie. Incomprensibile dunque l’appello, o forse dovremmo chiamarla provocazione, a partecipare al presidio che viene lanciato immaginiamo al centro destra, quando è stato lo stesso centro destra unito, soltanto pochi giorni fa, a promuovere per primo la via del confronto con tutti, nessuno escluso. Ma forse, oltre a non aver letto lo studio Ires, chi organizza il sit-in non legge nemmeno i giornali. Dispiace, inoltre, che in totale malafede i promotori accusino i tecnici dell’istituto di ricerche socio economiche della Regione Piemonte di aver taroccato i dati a favore di questo o di quel pensiero politico. E sempre in malafede viene scritto, tra l’altro, che il Castelli sarà ridimensionato, cosa falsa, e che sarà impossibile nascere a Verbania, altra falsità. Una serie di bugie che non trovano giustificazione se non nella volontà di spaccare il Vco e creare disordine. Chi manipola i dati non è certamente la Lega Salvini, ma sono questi improvvisati difensori del presidio verbanese. La realtà è che chi mistifica oggi sono quelle stesse persone che soltanto pochi anni fa volevano vendere e chiudere l’ospedale di Verbania a favore di un plesso unico sul cucuzzolo di Ornavasso, la realtà è che lo studio Ires prevede il mantenimento del Dea del Castelli e che i posti letti rimangono gli attuali 125, la realtà è che abbiamo recepito la proposta di molti sindaci del Verbano che ci hanno chiesto un polo specialistico cardiologico. La realtà, infine, è l’aumento previsto del numero di medicalizzate e tanta medicina territoriale, con l’apertura di nuove case della salute nelle aree periferiche, sul modello vincente di Cannobio. La Lega Salvini continua a ritenere che i cittadini del Vco oggi più che mai abbiano bisogno di restare uniti e pensare che il futuro della sanità sarà determinato da scelte a livello provinciale, per la salute di tutti, e non locale. Con buona pace di chi, facendo sfoggio di retorica e cattiva informazione, punta a dividerli travestendosi da salvatore della patria.
Ed ecco il comunicato reso noto oggi da Mirella Cristina,  parlamentare di Forza Italia,  che di fronte al nuovo presidio in difesa dell’Ospedale Castelli  ribadisce che è il momento di unire il territorio a vantaggio di tutti i cittadini e per una sanità di eccellenza, non di dividerlo:
Invito al dialogo costruttivo e al di là del colore politico per sgomberare il campo da preconcetti e bugie e per anteporre l’interesse dell’intera collettività del Verbano Cusio Ossola a quella dei singoli e delle fazioni. Il Piano Ires è un punto di partenza neutro e tecnico dal quale avviare il confronto con tutte le parti. Sostenere che lo studio preveda il ridimensionamento dell’ospedale di Verbania è una falsità, si tratta di illazioni che aprono però una nuova ferita in un territorio che invece ha bisogno di unità per guardare al futuro. Quelli che oggi invitano le persone  in piazza tra l’altro sono gli stessi che solo qualche tempo fa avevano condannato alla chiusura il nosocomio verbanese a favore dell’ospedale unico di Ornavasso.  Ricordo il sostegno incassato dal Piano Ires da parte di tanti amministratori del Verbano e invito tutti al confronto su dati e contenuti reali, senza mistificazioni, per dare risposte tempestive e certe ad un obiettivo comune: la migliore sanità possibile per i cittadini del Vco in ospedale, sul territorio e nell’emergenza-urgenza.

Per finire, ecco il comunicato diffuso dai consiglieri comunali Giandomenico Albertella, Sara Bignardi, Silvano Boroli, Atef Farah, secondo i quali il piano Ires salva il Castelli e per il futuro del nostro ospedale serve dialogo e con contrapposizione politica strumentale e pregiudiziale che rischia di ottenere il risultato contrario rispetto all’obiettivo di potenziare il Castelli e mantenere il Dea:

Il presidio al Castelli organizzato per il 22 maggio davanti al Castelli contro il Piano Ires assume tutti i contorni di una manifestazione di forte contrapposizione politica e dalle dichiarazioni degli organizzatori, nonostante è stato detto a più riprese che lo studio è la base per avviare la discussione ed il confronto, non si lascia spazio al dialogo offerto anzi emergono giudizi ed affermazioni che lo chiudono pregiudizialmente.  Il presidio di sabato ne è una chiara dimostrazione! E ancora più curioso è che sia organizzato da coloro che fino a poco tempo fa volevano chiudere il Castelli! Non basta l’invito a lasciare a casa bandiere e simboli per non dare una chiara connotazione politica alla manifestazione!                                                                                                                                                                Il Piano Ires presentato nelle scorse settimane pone al centro dell’attenzione la necessità di costruire una ben strutturata rete sanitaria ed un sistema di cure di immediata prossimità che coprano adeguatamente l’intero territorio provinciale che il Piano individua in una rete con un polo specialistico per l’ortopedia e la riabilitazione (Omegna), un polo multi specialistico d’eccellenza (Verbania), un polo multi specialistico di capacità (Domodossola) con il mantenimento dei due DEA, a Verbania e a Domodossola.                                                                Una riorganizzazione ospedaliera costruita sul mantenimento dei tre presidi ospedalieri il Castelli, il S. Biagio e il Madonna del Popolo, integrata con una ben strutturata rete della medicina territoriale mediante la realizzazione di nuove Case della Salute con particolare attenzione alle aree di montagna e a quelle scarsamente dotate di collegamenti e di servizi e il potenziamento della rete delle  emergenze.                                                                            Partendo dal dato di fatto che il piano Ires salva il “Castelli” e dall’analisi delle sue condivisibili linee di indirizzo noi scegliamo la strada del dialogo per chiedere certezze sugli aspetti ritenuti ancora non sufficientemente chiari e per avanzare anche proposte realistiche ed accettabili per costruire insieme il futuro del Castelli, ma anche del San Biagio e del Madonna del Popolo senza dimenticarsi di nessun cittadino del VCO.

  1. Giorgio Tigano 21 Maggio 2021, 0:37

    Non parteciperò al presidio organizzato il 22 Maggio contro il Piano Ires proprio perché manifestazioni di forte contrapposizione politica rischiano di ottenere,in questo momento , l’effetto contrario rispetto all’auspicato mantenimento e potenziamento del Castelli e del suo DEA. Il Piano Ires per il riassetto sanitario ospedaliero e territoriale del VCO , accanto ad alcune impostazioni non condivisibili che vanno corrette, contiene sicuramente alcuni principi e proposte positive. Si pensi all’aumento globale de posti letto da 353 a 491, al riconoscimento della necessità dei tre ospedali, al progetto di rilancio della medicina territoriale e della rete delle emergenze. Tra l’altro tale piano è stato presentato come base di discussione e non definitivo. Partire con una sorta di “dichiarazione di guerra” rischia solo di irrigidire le posizioni a danno proprio del nostro Ospedale. Le guerre si combattono quando le diplomazie falliscono ma dalle dichiarazioni degli organizzatori si lascia poco spazio al dialogo offerto. In collaborazione col Comitato di difesa de tre Ospedali, di cui faccio parte, abbiamo esaminato lo studio ed avanzato controproposte come base di trattativa. Contiamo d essere ascoltati senza pregiudizi e riteniamo tale comportamento l’unico, al momento, utile a garantire una sanità che soddisfi le esigenze di tutti cittadini del VCO. Solo dopo si potrà considerare un cambio di strategia.
    Dr Giorgio Tigano, medico e consigliere comunale di Verbania

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