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NEL SILENZIO DEL MUSEO SI CELA UN ENIGMA

NEL SILENZIO DEL MUSEO SI CELA UN ENIGMA
Nel silenzio del Museo del Paesaggio, si cela un enigma. 
Mi ha incuriosito un uomo, immortalato nel gesso da Paul Troubetzkoy, al volante di una Bugatti. 
Per anni, la sua identità è stata attribuita a volte a Jean Bugatti, a volte genericamente a un “pilota Bugatti”. 
Ma la verità, visto l’abitacolo con quel bordo alto, antecedente alla mitica Tipo 35, come una nebbia che si dirada, inizia a rivelarsi.
Chi è dunque il pilota misterioso? 
I dettagli, una volta sbiaditi, si fanno più nitidi. 
La data dell’opera, finora fissata al 1929, visto il bordo dell’abitacolo si sposta indietro nel tempo, verso un’epoca più eroica. 
Tra il 1911 o il 1912, anni in cui le automobili erano ancora trabiccoli alti ed indomabili e i loro piloti, figure mitiche. 
L’auto, una Bugatti, è la famosa Tipo 13, un capolavoro di ingegneria. Ma l’uomo al volante non è Jean, bensì Ernest Friderich, il pilota che domò la Tipo 13 per anni. La sua figura è scolpita in due versioni, a testimonianza del suo fascino e della sua leggenda.
La storia della Bugatti Tipo 13 sigla l’inizio del sogno visionario di Ettore Bugatti. Nel 1909, il “Pur Sang” (purosangue), un’auto che pesava solo 365 kg e raggiungeva gli 80 km/h, fu il suo primo capolavoro, battezzato come Tipo 10. Un motore da 1,2 litri, un’innovativa distribuzione a camme in testa e una trasmissione a giunto cardanico, anziché a catena, erano il cuore pulsante di questa vettura. Le auto di Bugatti erano un’arma segreta, una filosofia di leggerezza e potenza che si sarebbe dimostrata vincente contro avversari più grandi e pesanti.
Nel 1911, Ettore Bugatti e il suo pilota, Ernest Friderich, si trovarono a un crocevia del destino, il Gran Premio di Francia. Affrontarono giganti dell’epoca, auto che pesavano il doppio e avevano motori quasi tre volte più grandi. La loro arma, una versione modificata della Tipo 10, era la Tipo 13.
Fu una sfida epica, un duello tra la visione geniale di Bugatti e la potenza dei suoi avversari.
Nonostante le probabilità fossero contro di loro, la leggera Tipo 13, guidata dall’audace Friderich, si classificò al secondo posto, un risultato che riscrisse le regole della competizione e trasformò Ettore Bugatti in una leggenda.
Chi era, allora, il pilota misterioso? 
Non un uomo, ma due: Ettore, il genio visionario, creatore della Tipo 13, e Ernest, il suo campione. Insieme sfidarono le grandi industrie dell’epoca.
Alberto Spriano

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