NEL VCO RESTANO FERMI CONTAGI E DECESSI

NEL VCO RESTANO FERMI CONTAGI E DECESSI

A Verbania gli attualmente positivi restano fermi a 10. Nell’arco degli ultimi 39 giorni i positivi in città sono scesi di 223 unità (da 233 a 10).  Con tale dato si intendono i soggetti risultati positivi al test Covid-19 che non risultano in data odierna deceduti, guariti o in via di guarigione.  Il tasso dei positivi per 1000 abitanti è sceso da 7,18 a 0,33. Nei comuni attorno a Verbania, restano con un positivo ciascuno Stresa, Baveno, Miazzina, Cambiasca.

Sono 30.583 (+82 rispetto a ieri, di cui 25 rilevate nelle Rsa) le persone finora risultate positive al Covid-19 in Piemonte: 3922 in provincia di Alessandria, 1818 in provincia di Asti, 1033 in provincia di Biella, 2773 in provincia di Cuneo, 2695 in provincia di Novara, 15.587 in provincia di Torino, 1300 in provincia di Vercelli, 1108 nel Vco, 252 residenti fuori regione ma in carico alle strutture sanitarie piemontesi. I restanti 95 casi sono in fase di elaborazione e attribuzione territoriale. I ricoverati in terapia intensiva sono 60 (-1 rispetto a ieri), i ricoverati non in terapia intensiva 988 (-41). Le persone in isolamento domiciliare sono 4242. I tamponi diagnostici finora processati sono 315.828, di cui 174.352 risultati negativi.    L’Unità di Crisi della Regione comunica che i pazienti guariti sono 18.246 (+652 rispetto a ieri), così suddivisi per province: 1929 (+119) Alessandria, 906 (+50) Asti, 717 (+7) Biella, 1797 (+84) Cuneo, 1601 (+62) Novara, 9482 (+283) Torino,  883 (+17) Vco, oltre a 128 (+1) provenienti da altre regioni. Altri 3.189 sono “in via di guarigione”, ossia negativi al primo tampone di verifica, dopo la malattia e in attesa dell’esito del secondo.  A 3.858 ammontano i deceduti risultati positivi al virus, così suddivisi su base provinciale: 643 Alessandria, 233 Asti, 203 Biella, 372 Cuneo, 333 Novara, 1699 Torino, 212 Vercelli, 125 Vco, oltre a 38 residenti fuori regione ma deceduti in Piemonte.

Il presidente della Regione Alberto Cirio afferma che il Piemonte ha i numeri in regola per riaprire i confini il 3 giugno, come confermano le pagelle finora ricevute dal Ministero della Salute, e che non ci sono criticità e questo ci fa ben sperare. Ha aggiunto che la linea adottata sin dall’inizio dell’emergenza di prendere le decisioni in base alle indicazioni degli esperti,  dimostra che ogni cosa funziona se fatta con equilibrio e buon senso.  Sarebbe folle in una emergenza sanitaria se la politica non ascoltasse sanitari, scienziati, medici. Alla politica spetta il compito di contemperare le esigenze della salute con quelle della socialità, dell’economia, non dimenticando mai che il bene della vita è quello primario, che le istituzioni hanno il dovere di tutelare. Cirio non è d’accordo sul certificato di immunità invocato da alcune Regioni per aprire i propri confini: Non credo sia una scelta giusta e praticabile. Il Piemonte è una regione fortemente turistica e non vediamo l’ora di accogliere i turisti europei che da sempre lo scelgono. Posso comprendere  un desiderio di tutela, anche legittimo, di alcuni presidenti, ma il turismo si basa sulla reciprocità, che significa possibilità di interscambio. Vedo di buon occhio la necessità non solo di una Italia che si sposta tutta insieme, ma di un’Europa che si sposta tutta insieme.

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