NON SI PLACANO LE POLEMICHE SUI QUARTIERI

NON SI PLACANO LE POLEMICHE SUI QUARTIERI

Anche dopo l’intervento del sindaco Giandomenico Albertella da noi pubblicato, non si placano certo le discussioni sulle modifiche del regolamento per i consigli di quartiere.  Toni polemici continuano a registrarsi negli interventi di parecchi lettori e in ulteriori comunicati. Ecco quello che riceviamo dal segretario provinciale del Patto per il Nord, Roberto De Magistris, come “invito al Sindaco”:   L’associazione Patto per il Nord si unisce al coro di critiche per la decisione del Sindaco Albertella volta a modificare il regolamento dei Consigli di Quartiere, soprattutto perché riteniamo non sia corretto modificare un regolamento in corso d’opera e ancora peggio e grave sottoporlo al “controllo” del portavoce del Sindaco. Il dubbio che la proposta di modifica sia ad personam è forte e inevitabile. Invitiamo il Sindaco a cambiare idea e riconoscere l’importante contributo alla corretta gestione del territorio che danno i Consigli di Quartiere, anche per non demoralizzare la partecipazione popolare in futuro. E nel contempo esprimiamo il nostro apprezzamento per il contributoalla partecipazione e alla democrazia che danno i Consigli di Quartiere.

Torna ad intervenire rispondendo  alle parole del Sindaco anche il presidente del Consiglio di Quartiere Est, Ettore Francioli, che per la sua presa di posizione per le conseguenze che si prospettano per il suo quartiere resta al centro delle polemiche in corso:        Ho letto la nota stampa del sindaco Albertella sulla modifica al regolamento dei Consigli di Quartiere (di cui è estensore) e mi corrono alcune precisazioni. All’Albertella leader politico di Verbania Futura ricordo che i tre dimissionari sono suoi rappresentanti, persone di sua fiducia che, fino alle elezioni Comunali di giugno, hanno avuto un atteggiamento (attaccare l’Amministrazione Marchionini) che, dopo il voto, all’improvviso è cambiato (non incalzare la nuova giunta, nemmeno sugli stessi argomenti già chiesti prima). Il sindaco prima dice che si sono dimessi per “motivi personali”, poi mi invita a non fingere di non sapere i motivi delle dimissioni: me li dica lui, visto che li sa.   Io ritengo che siano stati consigliati a dimettersi per azzerare un Consiglio di Quartiere scomodo. All’Albertella sindaco e amministratore ricordo che il regolamento, a OGGI, non prevede lo scioglimento dei Consigli di Quartiere nel caso venga meno il numero legale – altrimenti perché modificarlo? – sul quale, per la verità, lo stesso regolamento attuale è confuso. Se non avessimo avuto legittimità, saremmo già andati a casa. Non ci possiamo riunire in due? In verità non possiamo nemmeno riunirci perché il Quartiere è privo di una sede e le ultime due volte l’affitto della sala delle suore l’ho pagato di tasca mia, che non ho indennità: non ha pagato ne’ il Comune, ne’ il sindaco. In otto mesi di mandato, ripetutamente sollecitato, Albertella non ha mai presentato alcuna proposta per risolvere questo problema che già imputavamo alla precedente Amministrazione. Non ho obiezioni a priori (certo, se ne dovrebbe discutere, come del resto di tutta la partita Quartieri in generale) a inserire questa norma sulla decadenza, anche se rammento che le modifiche al regolamento sono state fatte senza consultare i Consigli in carica. Ciò che contesto è che sia fatta valere retroattivamente. I più elementari principi del diritto dicono che le novità agiscono dal momento in cui vengono approvate in poi. Ecco perché ritengo sia un regolamento ad personam, perché il sindaco s’è scritto le regole che più gli facevano comodo per risolvere una situazione in particolare che politicamente ha contribuito a creare. Albertella sbaglia a dire che ci saranno nuove elezioni di Quartiere. Non lo prevede proprio il suo regolamento, che si limita a fissare in cinque anni la durata dei Consigli, a partire dal 2022. Quindi, a meno di non infrangere il regolamento – e lui non mente ai cittadini, ne’ fa eccezioni – non si voterà almeno fino al 2027.  Quanto al bavaglio, oltre alle manovre politiche per azzerare il consiglio, un sindaco di esperienza come lui sa sicuramente che in un ente pubblico la comunicazione istituzionale la fanno l’Ufficio Stampa (se c’è) o l’Urp. Non il portavoce, che è un organo di supporto politico. Quindi sarebbe più opportuno che cambiasse quell’articolo e dicesse che il coordinamento della comunicazione va all’Urp, non al suo “megafono” personale.

NELLE FOTO Roberto De Magistris e Ettore Francioli

 

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