NUOVA MOSTRA A VILLA SIMONETTA

NUOVA MOSTRA A VILLA SIMONETTA

“Nidi Improbabili”  è il titolo della mostra di Marco Esteban Cavallaro inaugurata ieri pomeriggio a Villa Simonetta alla presenza dell’artista, dell’assessore Patrich Rabaini per il Comune e dei rappresentanti di Associazione Maydeas, Lakeside Art Gallery e Non Edicola Pontini che organizzano l’evento, aperto  dal giovedì alla domenica dalle ore 15 alle 19 fino al 18 giugno con ingresso libero.

L’artista presenta installazioni che dialogano con il contesto storico e architettonico in cui sono inserite.  Filo conduttore della mostra è appunto il Nido, che l’artista interpreta con un gioco di contrasti e allusioni. Simbolicamente il nido è rappresentazione di vita, di famiglia e soprattutto di sicurezza. Sono molteplici nel mondo animale le varianti di nidi, infinite se si pensa che ognuno di essi è un unicum irripetibile. Per quanto la sua forma rimanga pressoché inalterata, ogni elemento che lo compone non sarà mai disposto esattamente nella stessa posizione di un altro creato in precedenza. Ecco quindi la riflessione sulla singolarità che si rivela nella ripetizione di un determinato elemento. La mostra è  concepita come un percorso che inizia all’esterno della Villa con l’opera “Veduta”, un lungo striscione sulla balconata della terrazza sopra l’ingresso principale. Entrando “Paesaggio Mistico” costituisce il collegamento tra esterno e interno dove i glifi architettonici, disegnati su un lenzuolo, formano un cerchio, primo riferimento all’archetipo del nido che tutti conosciamo, la circolarità e i segni che la compongono ne sono una trasposizione grafica. Nella stanza del pozzo queste allusioni si concretizzano nella plasticità delle forme di “Posidonia” un’installazione immersiva, un gioco di improbabilità, una centrifuga di controsensi. La stanza del camino ospita “Il volo del gabbiano”, dove la tridimensionalità dell’opera precedente lascia spazio a una dimensione più astratta. In “Dalle Ande alle Alpi” gli elementi autobiografici sono più marcati: il nido assume la forma dell’abbraccio della Cordillera de los Andes che isola e protegge la terra natia dell’artista. La mostra termina con quella che si potrebbe definire la genesi di questa serie di installazioni. “I tre grandi Nidi”, di chiaro riferimento naturalistico ma anch’essi contradditori poiché capovolti. Una mostra-percorso, un viaggio che è dichiarazione d’ amore per le radici, la famiglia, la patria. Un vincolo  tra Cile e Italia fatto di ricordi, evanescenti visioni e allegorie. Un racconto personale e universale per esplorare mondi vicini e lontani, fisici ed emotivi. 

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