OSPEDALE CASTELLI: SITUAZIONE ATTUALE, PROSPETTIVE, PROBLEMATICHE VARIE IN UNA CONFERENZA STAMPA

OSPEDALE CASTELLI: SITUAZIONE ATTUALE, PROSPETTIVE, PROBLEMATICHE VARIE IN UNA CONFERENZA STAMPA

Ad una conferenza stampa organizzata da Verbania Civica e Comitato Salute Vco so il contto i portici municipali (presenti Laura Sau consigliere comunale, Bruno Lo Duca e Gianni Bolognesi Comitato Salute e G.B. Finocchiaro De Lorenzi) sono giunte informazioni su una serie di problematiche che interessano l’Ospedale Castelli e che suscitano diffusi timori.  Ecco in primo luogo quanto emerge dalla risposta che la Direzione Generale della Asl Vco ha dato alla interrogazione presentata da Sau  in consiglio comunale:

NUOVI POSTI LETTO DI RIANIMAZIONE: 12 giugno 2020 la Regione, su proposta ASL VCO, aveva deciso di ripartire i 15 posti letto aggiuntivi di rianimazione (previsti da legge nazionale) per fronteggiare le previste ondate epidemiche, in maniera assai diseguale, dandone 9 al S. Biagio, 4 al Castelli (pur essendo sede del reparto di Malattie Infettive) e 2 al COQ. A Domodossola per poter ospitare questi nuovi letti si sarebbe dovuta sopraelevare una ala di degenza! Solo il 10 novembre l’ASL si é accorta che il finanziamento per la sopraelevazione (assegnato già a giugno) era insufficiente e ha modificato quanto aveva prima previsto, attribuendo 6 letti a Domo e 7 al Castelli; invariati quelli del COQ. Se non ci fosse stata la seconda ondata pandemica, presumiamo che il progetto originario non sarebbe stato modificato.

CASTELLI OSPEDALE COVID+: Nella seconda metà di ottobre (esordio della 2° ondata) l’ASL decide di concentrare sul Castelli tutti i malati Covid, fermando l’attività chirurgica programmata (mantenendo solo quella urgente e oncologica) e sposta a Domodossola, oltre agli interventi programmati, TUTTI i letti di terapia intensiva cardiologica (UTIC), al fine di disporre di più letti di rianimazione x Covid. A fine ottobre, causa l’esplosione dei casi Covid, si sospendono a VB anche gli interventi urgenti, che vengono dirottati (già a livello di 118) verso il S. Biagio, con l’intenzione di fare di Domo un Ospedale Covid free e di ridurre il Castelli a un ospedale Covid full.

Questo in contrasto con la direttiva regionale (del 23/9/2020), che precisava che i posti letto riservati Covid dovevano esserci in TUTTI gli ospedali pubblici del Piemonte, indipendentemente dall’avere o meno il Reparto Infettivi. Invece l’ASL VCO, al fine di disporre di più letti Covid possibili a VB, ha soppresso non solo l’attività programmata (che la Regione ha poi bloccato ovunque), ma anche quella urgente (chirurgica, ortopedica, cardiologica) del Castelli, arrecando disagi, sofferenza e ritardi a chi si trovava in situazioni di urgenza non da Covid. Tutto ciò nonostante (come afferma la D.G. ASL nella sua risposta all’interrogazione) fossero già presenti, sia al Castelli come al S. Biagio, i percorsi differenziati e le idonee misure di prevenzione per impedire di contagiare malati non Covid.

Tale chiusura della terapia intensiva cardiologica e della possibilità di eseguire interventi chirurgici/ortopedici urgenti a VB ci risulta esser ancora presente, anche se si è dovuto poi ricoverare pure al S. Biagio i malati Covid, vista la insufficiente capienza di VB.

COQ OSPEDALE A MAGGIORANZA PUBBLICA? La Regione con la sua struttura, chiamata DIRMEI, il 31 ottobre dispone che anche il COQ debba mettere dei letti a disposizione dei malati Covid (come avvenuto nella 1a ondata) e indica con “tutto” cosa convertire. Ma il CdA del COQ decide di mettere a disposizione al massimo 38 p.l. con la seguente motivazione: “…non vogliamo avere ulteriori impatti operativi ed economici significativamente negativi, che potrebbero ulteriormente aggravare i risultati 2020…”; e, infatti, il COQ ha potuto proseguire anche le attività programmate (presumiamo non a carattere di urgenza). Ci domandiamo se nel COQ vi sia realmente un predominante interesse pubblico e non capiamo con quale motivazione 2 dei 15 p.l. aggiuntivi di rianimazione, che la Regione ci ha assegnati, siano stati dati ad esso, ben sapendo che non saranno mai a disposizione della rete dell’urgenza regionale/nazionale (cioè 7 giorni su 7 e H24), ma solo a disposizione dei malati già ricoverati al COQ, qualora qualcuno di loro avesse bisogno di una rianimazione di breve periodo.

CONCLUDENDO. Partendo dalla analisi di questi fatti abbiamo voluto portare a conoscenza dei cittadini la nostra più viva preoccupazione per quanto disposto dalla ASL VCO per fronteggiare la pandemia.  Sembra quasi che si siano volute fare le prove generali per decretare la morte del Castelli quale Ospedale “generalista”, azzerando i posti letto di alcune specialità, spostando quasi tutte le urgenze verso l’altra sede; e tutto è avvenuto nel silenzio, senza informare la cittadinanza nei vari comunicati stampa emessi dalla ASL. Infatti, mentre tali comunicati (giustamente) indicavano e davano indicazioni sulla chiusura del Punto nascita di Domo, nulla hanno detto su quanto non era più disponibile al Castelli: i pazienti lo apprendono o quando si recano al Dea ovvero quando vengono accolti in una ambulanza.

Chiediamo che – terminata l’ondata pandemica (tutti speriamo al più presto) – si ristabiliscano al Castelli tutte le attività precedenti e che si abbia un particolar riguardo nel concentrare in tale sede (vista la penalizzazione che ha subito) le risorse necessarie per recuperare in tempi rapidi il ritardo, che si è accumulato in seguito al blocco di tutte le attività programmate sia nei vari reparti/servizi che nei vari ambulatori.

Seguono le considerazioni in merito alla lettera che il sindaco Marchionini ha scritto ai diretti interessati ponendo tre domande:  Dove andrà l’ospedale Castelli finita l’emergenza della pandemia? Quali servizi funzionanti continueranno ad operare all’ospedale Castelli? Come prosegue la vicenda dell’eventuale nuovo ospedale di Domodossola?  Si osserva che Cirio non ha risposto finora,  ma ha risposto il consigliere regionale Preioni con una dichiarazione alla stampa, il cui testo è intriso di falsità, calunnie e mezze verità, tipico di chi non sa cosa dire. Ecco le considerazioni espresse al riguardo:

Nella lettera del Sindaco ci sono delle domande a cui si chiede risposta e non contiene rimproveri, come lui dichiara; bastava leggerla, invece di rispondere a vanvera. Ha la coda di paglia? Una mezza verità è quando dichiara che si voleva chiudere il Castelli, l’altra mezza verità non detta è che il Castelli e il S. Biagio sarebbero stati chiusi solo dopo l’apertura del nuovo ospedale di Ornavasso. E’ scritto nei documenti; bastava andarli a leggere, se si è capaci di farlo. Rimboccarsi solo le maniche non basta, bisogna anche avere le giuste competenze; e, se guardiamo ai risultati della gestione della pandemia, fatta copiando le delibere della Giunta lombarda, snobbando un territorio che era pronto ad essere utilizzato di cui manco sapevano dell’esistenza, e che a fine ondata ha portato il Presidente Cirio a commissariare di fatto l’Assessore regionale alla sanità, affidando a Fazio e Monchiero precisi compiti, il giudizio non può che essere negativo. Dovrebbe spiegare come intende potenziare il Castelli ormai svuotato. Forse non sa che un DEA non può esistere senza: rianimazione, medicina generale, chirurgia generale, ortopedia e traumatologia, cardiologia con UTIC, più qualcos’altro, che oggi sono solo a Domodossola. Quindi, tutto deve tornare almeno come prima della pandemia. Quando Preioni parla del Castelli compare sempre la parola “privato”. Una sua fissazione, perché dopo quanto è successo in Lombardia, su questo fronte tutti sono più prudenti; mentre lui con grande sprezzo del pericolo continua la sua campagna di privatizzazione personale. Ma lo sa che i due letti COVID19 assegnati a Omegna non è stato possibile attivarli?  Dice di nutrire una grande fiducia nell’IRES, che nei prossimi mesi si è impegnata a presentare un progetto di riordino della sanità del VCO. Poiché l’IRES è un organismo regionale, non vorrai mica che venga presentato qualcosa di diverso da quello che è stato loro chiesto, no? Ci si può credere? Un uomo delle istituzioni quale lui è, dovrebbe sapere che a decidere per il VCO non è un gruppetto pur onorabile di Sindaci qualsiasi; ma è la Conferenza dei Sindaci, ai quali la legge affida il potere consultivo, come ha fatto notare il Sindaco di Verbania nella sua lettera. Ma a lui forse questo particolare è sfuggito. 

ECCO INFINE LE CONCLUSIONI RICAVATE: 

Innanzitutto esiste una proposta dell’Asl del giugno scorso che ha previsto – con finanziamento della Regione – di costruire una nuova Rianimazione per 15 p.l. all’ospedale S. Biagio; di questa scelta non è stata data alcuna informazione pubblica, tanto è vero che nessuno se ne è accorto fino a pochi giorni fa.

Questo fatto è gravissimo e va sottolineato come tale; non è ammissibile modificare in modo radicale l’assetto dei nostri due ospedali senza un piano condiviso. Questo fatto nasconde una furbizia degna di nota, che fa cadere la credibilità di chi l’ha proposto e di chi l’ha autorizzato e sostenuto. Che poi non sia andato “a buon fine” non cambia la sostanza del problema e dei comportamenti anomali tenuti.

Se ne deduce che il silenzio ovattato e la disattenzione evidente di quasi tutti i consiglieri di Verbania e di quasi tutti i sindaci del Verbano sono fortemente negativi e preoccupanti.

Se poi aggiungiamo che si è tentato da parte della Regione si spostare da Verbania il reparto Materno-infantile a Borgomanero, appare del tutto evidente la volontà di ridurre il Castelli a una sorta di cronicario, di certo non più un ospedale (con buona pace di ogni ipotesi in discussione).

Allora vale la pena di ricordare che qualche mese fa Verbania Documenti ha fatto omaggio a TUTTI i consiglieri di Verbania del libro sul Sindaco Edoardo Cometti. Vi si racconta quanto impegno, anche finanziario e condiviso all’unanimità dal Consiglio, è stato profuso per “riparare all’errore che aveva trasformato l’Ospedale Castelli di Pallanza in un Tubercolosario, in pieno abitato, con grave danno per la salute pubblica, oltre che per il movimento turistico”. Parole del precedente sindaco Giuseppe Perin. Abbiamo così tanta voglia di ripetere quell’errore e poi, magari, di lamentarci per il risultato e andare vicendevolmente – maggioranza e opposizione – alla ricerca inutile di un capro espiatorio?

E’ indispensabile e non più dilazionabile la ripresa di un’attività precisa e di un’attenzione specifica del Consiglio comunale di Verbania, così come dei sindaci del Verbano e del Cusio, al fine di evitare che un bacino di popolazione di 100.000 abitanti, ai quali si aggiungono in ogni stagione centinaia di migliaia di turisti, debba ritrovarsi senza un ospedale con tutti i crismi. Spiace molto a noi del Comitato Salute VCO, che ci siamo sempre spesi per una soluzione utile a tutti i cittadini dell’Asl, dover fare questo pressante invito, ma ora siamo ormai arrivati a dover decidere di non voler superare un punto di non ritorno.

Quel che si deve fare per contenere e combattere la pandemia in atto va ESATTAMENTE distribuito tra i presidi ospedalieri esistenti sul nostro territorio, così come prescrive la delibera regionale. Questo significa ANCHE che il COQ di Omegna, in quanto struttura sanitaria a gestione mista con il 51% di parte pubblica DEVE contribuire ESATTAMENTE come il Castelli e il S. Biagio in ragione delle sue effettive possibilità.

E’ da considerarsi del tutto vergognoso che non si possa in alcun modo riprendere l’attività programmata, perché si creano ad arte dei disequilibri che privilegiano qualcuno a danno di altri. E i cittadini che si rivolgono al Castelli – da molti mesi – sono quelli più penalizzati. E’ inammissibile che le equipe chirurgiche si debbano spostare da Verbania a Domodossola e che il 118 sia comandato a trasportare i pazienti direttamente a Domodossola, quando abbiamo un ospedale con un Dea a Verbania.

Quanto vogliamo aspettare per capire che ci stanno fregando? E’ così difficile capirlo?

Invitiamo caldamente il Presidente della Rappresentanza dei cittadini a convocare URGENTEMENTE un incontro con la Direzione generale dell’Asl al fine di bloccare ogni tentativo maldestro e di rimettere sul tavolo l’intera questione della sanità del nostro territorio, con senza o senza pandemia.  

 

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