PARCO VAL GRANDE, IL MUSEO DELLA PIETRA OLLARE DI MALESCO RIAPRE AL PUBBLICO

PARCO VAL GRANDE, IL MUSEO DELLA PIETRA OLLARE DI MALESCO RIAPRE AL PUBBLICO

Il Parco Nazionale Val Grande annuncia che, grazie alla collaborazione con l’Associazione Musei d’Ossola, riapre al pubblico il Museo archeologico della Pietra Ollare del Parco a Malesco, che dà l’opportunità
di andare a ritroso nel tempo e immaginare chi, prima di noi, ha vissuto in questi luoghi. Il Museo è parte
dell’Ecomuseo della pietra ollare gestito dall’amministrazione comunale. Il percorso museale coniuga archeologia ed etnografia attraverso una particolare lettura dei rinvenimenti archeologici che mette in luce gli oggetti della vita quotidiana. Al piano superiore il museo è arricchito da una approfondita sezione geologica dedicata alle rocce presenti nel territorio della Valle Vigezzo e nel Parco Nazionale.
Il Museo è una struttura del Parco gestita a partire dalla sua apertura, dapprima in accordo e collaborazione
con l’Amministrazione comunale di Malesco e successivamente dall’Associazione Musei d’Ossola, nata nel 2006 con l’obiettivo della messa in rete dei musei. In seguito alla gestione diretta del parco nella prima parte dell’anno ora, grazie ad un accordo con ml’Associazione, che prevede la gestione dell’apertura del Museo per tutto l’anno, si può annunciare la completa riapertura del Museo al pubblico. Il Museo della Pietra Ollare di Malesco rappresenta una delle eccellenze che il Parco offre ai suoi visitatori – dichiara il presidente Luigi Spadone –. Il Museo è stato inoltre oggetto di una recente visita da parte dei valutatori Unesco che ne hanno apprezzato le peculiarità, ed è anche grazie a questa struttura che il Parco è stato riconfermato nella rete dei Geoparchi Unesco.   Il Museo sarà visitabile tutti i giorni dal 01.08.2024 al 02.09.2024, nei weekend dal 07.09.2024 fino al 03.11.2024,  l’08.12.2024 in occasione della festa dell’Immacolata, dal 21.12.2024 al 06.01.2025 durante le festività natalizie.  Biglietti: intero 4€; ridotto 3€: tesserati Amossola – minori di 18 anni e studenti universitari – maggiori 65 anni; gratuito: minori 6 anni – residenti nel Comune di Malesco – guide e accompagnatori con gruppo. Sono disponibili visite guidate su prenotazione.

  1. Alberto Spriano 6 Agosto 2024, 18:54

    Peccato che nessuno, in Ossola, produca oggi pentole in pietra oliare che potrebbero funzionare anche sul piano ad induzione studiando e sperimentando un fondo realizzato in materiali ferromagnetici, un fondo composito legato alla pietra ollare per rendere la pentola in pietra compatibile con l’induzione. Un fondo che rappresenta una sfida tecnologica perché deve essere saldamente ancorato alla pietra ollare per garantire una buona trasmissione del calore.
    Ne avrebbe la pena?
    A mio avviso, si.
    Ricerca sempre ed indispensabile perché è la base dell’innovazione.
    Una batteria di pentole in pietra ollare con fondo ferromagnetico per l’induzione potrebbe diventare un must in cucina oltre a lanciare sul mercato un prodotto Made in Ossola, esclusivo e di nicchia che se celebrato a dovere da qualche chef, oriundo ortiano, farebbe proseliti e non a torto. Infatti la cottura sulla pietra ollare era considerata più salutare, in quanto non richiedeva l’aggiunta di grassi e preservava le proprietà nutritive degli alimenti.
    Inoltre, ricordiamoci quanto già affermato nel XVI secolo, dall’umanista bolognese Leandro Alberti, incantato dalla Valmalenco, ne celebrava un prodotto unico al mondo: la pietra ollare. Scriveva, infatti, che “quivi cavansi le pietre da far lavezzi di cuocer i cibi, li quali son portati per tutta Italia”. Questi “lavezzi”, che nel dialetto locale diventano “lavècc”, non erano semplici pentole, ma veri e propri scrigni di sapori, apprezzati in tutta la penisola per le loro straordinarie proprietà.
    Il lavècc, una pentola in pietra ollare, era considerato un oggetto prezioso e versatile. Già nel XVIII secolo, il naturalista svizzero Johann Jakob Scheuchzer ne esaltava le virtù salutistiche: “In queste pentole di pietra i cibi cuociono più in fretta e meglio che in altre fatte in ottone, rame o altro metallo; inoltre i cibi mantengono la loro naturale fragranza e non vengono inquinati da sapori estranei”.
    Una pentola ollare ad induzione Made in Ossola potrebbe costituire un’azione del piano di marketing territoriale della provincia vincente sul mercato internazionale almeno fino a quando il Made in Cina non la copierò proponendola a prezzi inferiori.
    Per ora cercansi pazzo ossolano che voglia intraprendere questa mia idea, magari aprendo una start up Ossollare proprio al nostro Tecnoparco.

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