
Era scontato che dopo gli ultimi sviluppi con il previsto stop in sede ministeriale al progetto di ristrutturazione del Castelli e del San Biagio formulato dalla Regione Piemonte, tornassero una volta di più a salire di tono le polemiche sull’assetto ospedaliero del Vco e così di fatto accade. Dopo il comunicato/appello di Giorgio Tigano per il mantenimento del doppio ospedale, sulla scelta diametralmente opposta del nuovo nosocomio unico si esprime il segretario regionale del Partito Democratico, Domenico Rossi: Spiace dirlo, ma glielo avevamo detto. Attendiamo l’ufficializzazione della nota del Ministero ma, nella seduta di consiglio del 13 giugno del 2023, quando la destra ha deciso di procedere sulla strada dei due ospedali, avevamo chiaramente detto che sarebbe stato un vicolo cieco. Se non altro per l’impossibilità di mantenere due DEA su un territorio di 155 mila abitanti. È vergognoso essere in questa situazione per una decisione di natura elettorale, fortemente voluta dalla Lega e avallata da tutte le forze della coalizione di destra. Una scelta che ha ignorato gli interessi e i bisogni di salute dei cittadini del Vco che, purtroppo, resta un territorio poco attrattivo per i professionisti sanitari come dimostrano i dati di questi anni caratterizzati dall’esodo del personale sanitario, dalla mobilità passiva e da un massiccio ricorso ai gettonisti. Il progetto dei due ospedali ha buttato all’aria il lavoro di decenni e condannato quel territorio a una sanità di serie B. Verrebbe da chiedersi se Cirio capirà il suo errore o continuerà a sostenere una scelta che, nei fatti, ha ignorato le voci di sindacati, medici, professionisti, amministratori e cittadini.
NELLA FOTO Domenico Rossi

Se la scelta della destra fu di natura elettorale significa che la popolazione è a favore dei due ospedali. Ricordo il referdum voluto dal PD nel 2003 che boccio sonoramente l’ospedale Unico. ‘Ma conta ancora il parere della gente per ilPD? Poi basta con la storiella che il VCO non è attrattivo per i medici. Certo se si considera la professione medica solo in funzione di carriera questo è possibile. Anche perché la professione è stata svuotata dei contenuti etici che dovrebbero ispirare i medici ad ogni latitudine e in qualunque condizione.
Ma è proprio improponibile un coinvolgimento attivo dei cittadini?
Ovvero, organizzare incontri pubblici, consultazioni e un referendum per coinvolgere la popolazione nelle decisioni e costruire un consenso ampio.
Il quesito referendario dovrebbe essere la sintesi di una valutazione oggettiva e trasparente delle diverse opzioni.
Perché non affidare a un gruppo di esperti indipendenti (dai partiti, dai campanilismi e dagli interessi, tutti) il compito di valutare i pro e i contro di ciascuna soluzione, tenendo conto di criteri oggettivi come l’accessibilità, l’efficienza e la sostenibilità economica.
Soluzioni che definiscano una visione strategica per lo sviluppo dei servizi sanitari nel VCO, tenendo conto delle esigenze della popolazione e delle risorse disponibili.
Ciò detto non deve in nessun modo sfavorire la continuità assistenziale. Indipendentemente dalla soluzione scelta, è fondamentale assicurare la continuità assistenziale e evitare interruzioni nei servizi sanitari.
Poi c’è l’altro tema, la necessità di un approccio multidisciplinare da parte del gruppo di esperti indipendenti, in quanto la questione dell’assetto ospedaliero non può essere affrontata solo sotto il profilo sanitario, ma richiede un approccio multidisciplinare che tenga conto anche degli aspetti economici, sociali, territoriali ed idrogeologici.
L’importanza del gruppo degli esperti indipendenti dev’essere pari a quella della comunicazione. È fondamentale comunicare in modo trasparente e chiaro alla popolazione le scelte fatte e le motivazioni che le hanno guidate.
Sempre legato a questi temi c’è la problematica della valorizzazione del territorio.
Emerge un’altra domanda: è possibile e come, sfruttare le potenzialità del territorio per attrarre medici e personale sanitario, offrendo condizioni lavorative competitive e opportunità di crescita professionale?
Senza tirare in ballo l’esperienza passata degli Istituti Clinici di Perfezionamento (ICP) in Lombardia, non è che servirebbe assieme all’ospedale unico una sede universitaria di ricerca e specializzazione vocata alla materia (non mi riferisco alle sole Scienze Infermieristiche).
Vero è che la politica ha un ruolo fondamentale nel trovare una soluzione e che è sempre necessario che i politici dimostrino responsabilità e lungimiranza, mettendo da parte le proprie ambizioni personali e lavorando per il bene comune, ma i cittadini perché non possono ambire ad una decisione diretta, aspirare a un referendum popolare a livello provinciale con quesiti strategici e chiari per tutti definiti da una commissione di esperti indipendenti?
“La politica ha un ruolo fondamentale nel trovare una soluzione e è sempre necessario che i politici dimostrino responsabilità e lungimiranza, mettendo da parte le proprie ambizioni personali e lavorando per il bene comune”. Lo si dice da vent’anni e passa, ma siamo ancora al punto di partenza….
sr
Gent.mo Alberto, questo è il documento redatto dall’ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri del VCO e firmato dal loro Presidente, non so se lo ha già letto, spero le servirà, è un pò lungo da leggere ma sicuramente esplicativo dell’argomento. Lei si pone una domanda: “Perché non affidare a un gruppo di esperti indipendenti (dai partiti, dai campanilismi e dagli interessi, tutti) il compito di valutare i pro e i contro di ciascuna soluzione, tenendo conto di criteri oggettivi come l’accessibilità, l’efficienza e la sostenibilità economica.”, parrebbe che gli esperti si siano già espressi. Cordiali saluti
https://www.comune.baveno.vb.it/wp-content/uploads/2024/11/Documento-ordine-dei-Medici-e-Chirurghi-20.11.2024.pdf
L’Ordine dei Medici ritiene che la realizzazione di un nuovo ospedale sia fondamentale per garantire un futuro sostenibile alla sanità del Verbano-Cusio-Ossola. L’appello si rivolge alle istituzioni competenti con l’obiettivo di stimolare un dibattito costruttivo e di trovare soluzioni concrete per affrontare le sfide poste dalla riorganizzazione ospedaliera. La soluzione proposta è la costruzione di un nuovo ospedale unico, moderno e centralizzato.
Anche e soprattutto in ragione di questo orientamento ci dev’essere la valutazione di una commissione indipendente per indicare le varie opzioni riferite a questa eventualità, ovvero dove potrebbe essere fatto ma anche altre. Certamente non in aree della provincia assoggettate a potenziale dissesto idrogeologico o a rischio di esondazione lacuale e fluviale. Per questo si rende necessaria, nel caso venga proposto dai cittadini la proposta di referendum, una commissione competenze multidisciplinari in grado di valutare gli aspetti economici, sociali, territoriali e sopratutto idrogeologici.