PER “LETTERALTURA” ANCORA UNA GIORNATA DENSA DI EVENTI

PER “LETTERALTURA” ANCORA UNA GIORNATA DENSA DI EVENTI

Sabato 26 settembre, ancora una giornata densa di eventi per la 14a edizione del Festival LetterAltura, con il tema “Fuoco e calore, nei viaggi e nel cuore”.  Tutti gli eventi sono ad ingresso gratuito.

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incontro con

Imma Forino

in dialogo con
Gianni Ottolini

ore 10.00

Foyer del Centro Eventi “Il Maggiore”

La Cucina

Storia culturale di un luogo domestico

Se è vero che da puro nutrimento il cibo si è presto trasformato in complesso e raffinato “linguaggio”, la cucina, come luogo domestico a esso dedicato, assume un ruolo di notevole interesse. Il libro di Imma Forino, docente di Architettura degli Interni e Allestimenti al Politecnico di Milano, ne segue l’evoluzione, dalla scoperta del fuoco in epoca preistorica fino alle modernissime realizzazioni della tecnologia e della domotica. La cucina è vista principalmente attraverso l’architettura e il design dell’area occidentale, ma anche negli studi sociologici, antropologici e di genere, nei riflessi letterari e cinematografici, nello sviluppo sorprendente del gusto attraverso i secoli.

Dialogando con Gianni Ottolini, professore onorario di Architettura degli Interni al Politecnico milanese, Imma Forino ci ricorda che nelle cucine la “vita quotidiana” si è srotolata nel tempo, attraverso il rapporto apparentemente banale fra persone, spazi e oggetti, ma si è anche intrecciata significativamente alla storia delle gerarchie sociali e familiari, ai ruoli definiti e alla loro eloquente messa in discussione. La cucina. Storia culturale di un luogo domestico (Einaudi, 2019) ci permette di comprendere che lo spazio che chiamiamo cucina, è un perfetto microcosmo, un contesto sempre in bilico tra stabilità e cambiamenti, la cui vicenda viene raccontata con ricchezza di fonti e affabilità narrativa.

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incontro con

Gabriella Ebano

ore 11.00

Foyer del Centro Eventi “Il Maggiore”

Tina Modotti

Fuoco che non muore

Con il romanzo Tina Modotti. Fuoco che non muore (Navarra Editore, 2019), Gabriella Ebano ha fatto omaggio all’esistenza rivoluzionaria di Tina Modotti, una delle più grandi fotografe del XX secolo, morta in circostanze misteriose a Città del Messico nel 1942, a soli 46 anni. Sullo sfondo della Roma del secondo dopoguerra, l’autrice – fotografa spesso impegnata nel campo sociale –  immagina e racconta l’incontro e la straordinaria amicizia tra Tina Modotti ed Elsa Morante, due donne eccezionali, due grandi intellettuali del Novecento che hanno primeggiato in fotografia e letteratura, accomunate dalla vita avventurosa e anticonvenzionale e da un talento fuori dal comune. Con un racconto verosimile, che parte dai fatti storici per rimaneggiarli, Gabriella Ebano ci invita a credere che la vita di Tina Modotti, fotografa e rivoluzionaria sempre tenacemente impegnata nella solidarietà verso gli oppressi e gli emarginati, non sia finita in un modo tanto tragico e prematuro. Perché “il fuoco non muore”, come dice il verso della famosa poesia scritta da Pablo Neruda e dedicata proprio a Tina Modotti.

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incontro con

Cristina Noacco

ore 12.00

Foyer del Centro Eventi “Il Maggiore”

Faliscjis / Faville
Storiis di fûc e di fum / Storie di fuoco e di fumo

Cristina Noacco invita il pubblico del Festival ad ascoltare la voce del fuoco che emerge dal falò nella notte dell’Epifania in un paese del Friuli centrale: ogni favilla si innalza, accende per un attimo la notte e ricade spenta, cenere, ma non senza aver lasciato dietro di sé la sua storia. Una dopo l’altra, le storie raccontano la vita del paese e le gioie e i drammi condivisi. Diventano le gesta degli avi che, tramandate, trasmettono alla comunità il valore dello stare insieme.

Cristina Noacco, docente di Letteratura francese del Medioevo all’Università di Tolosa, ha già pubblicato diversi libri dedicati alla sua terra, il Friuli, tra i quali la raccolta di poesie in italiano e friulano: Morâr d’amôr. Albero d’amore. La presentazione al Festival del libro Faliscjis. Storiis di fuc e di fum – Faville. Storie di fuoco e di fumo (Kappa Vu, 2019) è associata alla proiezione di un montaggio di immagini, musica e parole che illustra alcune delle storie raccontate. Sono storie lizeris, ferbintis, dramatichis, zentîls: lis conte la vôs dal fûc… (leggere, ferventi, drammatiche, gentili: le racconta la voce del fuoco…).

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incontro con

Wolfgang Amadeus Bruelhart
David Bidussa

ore 14.30

Foyer del Centro Eventi “Il Maggiore”

L’incendio dei libri

La biblioteca di Sarajevo

In una notte d’agosto del 1992, a Sarajevo bruciarono nella Biblioteca Nazionale  un milione e mezzo di libri, seicento anni di percorsi di convivenza. Distruggere i libri era, ed è, scelta simbolica: vuol dire negare la conoscenza,  il multiculturalismo, l’incontro tra i popoli tra diverse culture e fedi. Vuol dire negare la storia.

Wolfgang Amadeus Brülhart è un diplomatico svizzero; ha ricoperto importanti incarichi in patria e all’estero. Dal 1996 al 1998 ha operato a Sarajevo all’Ambasciata  Svizzera; durante la sua permanenza è stato tra i promotori della rinascita culturale in Bosnia Erzegovina. Per questo motivo nel 2016, in occasione della 22a edizione del Filmfestival di Sarajevo, è stato insignito del premio Honorary Hearth of Sarajevo.

David Bidussa è uno storico delle idee e giornalista. Dal 1989 al 2015 è stato direttore della Biblioteca della Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e dal 2015 al 2018 direttore editoriale della stessa Fondazione.

Nel ricordo dell’incendio della biblioteca di Sarajevo e della sua ricostruzione, e partendo dalle loro diverse esperienze e conoscenze, Brülhart e Bidussa portano al Festival un importante contributo di idee sui grandi temi della cultura e della tolleranza, in risposta alla violenza della guerra e all’odio per la conoscenza e la libertà.

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incontro con

Sandro Bonvissuto

in dialogo con
Roberto Spagnoli

ore 15.30

Foyer del Centro Eventi “Il Maggiore”

La gioia fa parecchio rumore

“Eravamo pazzi, pensai. Io credevo che noantri fossimo gli unici a seguire la Roma a quel modo, ma il nostro fuoco era niente rispetto a quello di chi era arrivato prima di noi. Chi arriva prima è perché ama più forte, per quello ti sta davanti.”

La passione calcistica dura una vita e brucia continuamente. Nel suo romanzo La gioia fa parecchio rumore (Einaudi, 2020) Sandro Bonvissuto la racconta attraverso gli occhi di un bambino attorno al quale gira un universo fatto di padri, madri, amici e parenti, veri o acquisiti. Un quartiere intero che condivide vittorie e sconfitte, trasferte allo stadio e panini con la frittata, dirette tv e chiacchiere al bar. Sandro Bonvissuto – una laurea in filosofia, ma fa il cameriere in un’osteria – mescola abilmente alto e basso, divagazioni filosofiche e personaggi irripetibili, riflessioni intime e situazioni esilaranti immergendo il lettore nel mondo che racconta, portandolo in giro per case e strade della Roma giallorossa, facendola sentire sua. Perché la gioia fa parecchio rumore e non lascia indifferenti se nasce da un amore che come il fuoco si accende e trasforma quello che tocca.

A dialogare con Sandro Bonvissuto è il giornalista di Radio Radicale Roberto Spagnoli, che torna al Festival di LetterAltura con la sua presenza e i suoi preziosi consigli.

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in collaborazione con

incontro con

Enrico Regazzoni

e con la redazione

della collana “Montagne Incantate”

ore 16.30

Foyer del Centro Eventi “Il Maggiore”

Montagne incantate

Dopo il successo della serie dedicata al Sentiero Italia CAI, la collana “Montagne Incantate”, nata in collaborazione tra CAI e National Geographic, racconta le montagne del mondo, le vette che per il loro fascino, e per le imprese che hanno ispirato, abitano ormai stabilmente l’immaginario di tutti gli appassionati e continuano a rappresentare i traguardi più alti per gli scalatori. Altri nove numeri, dedicati agli Ottomila, Patagonia, Quattromila, Africa, Alaska, Eiger, Ande, Scandinavia e Monti del Mediterraneo, tutti collegati da un tema fondamentale per il Club Alpino Italiano: la montanità, ovvero una dimensione in cui umanità e natura si confrontano, si raccordano fino a compenetrarsi, originando particolari stili di vita e peculiari attività, che confluiscono in un’unica cultura di montagna. Una cultura mutevole nel tempo, che mai come ora si confronta con precari equilibri e che potrà ricevere risposte all’altezza delle criticità solo grazie onestà e consapevolezza.
Sono ospiti del Festival i membri della redazione di “Montagne Incantate”: Enrico Regazzoni, capo-redattore, Leonardo Bizzaro, Pietro Veronese, Roberto Mantovani e Anna Girardi.

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incontro con

Gabriele Mulè

ore 17.30

Foyer del Centro Eventi “Il Maggiore”

Il vulcano di Enea

Salisbury, settembre 1765. Master of Art a Oxford, gusto per le lettere e le belle arti: William Benson Earle e Henry Pen Wyndham non sembrerebbero avere quel che serve per scalare un vulcano alto tre miglia mentre sputa fuoco e fiamme. Anzi, sono perfettamente equipaggiati per un noioso Grand Tour da manuale. Eppure, con tempra inaspettata, William e Pen tenteranno con Sir Thomas Worsley un viaggio favoloso: compiranno il periplo della Sicilia sulla rotta di Enea, scaleranno l’Etna in eruzione, alla mercé di pirati, banditi e alloggi intollerabili. Nessuno, salutandoli dal molo, ci avrebbe scommesso lo straccio di un penny.

Grazie a documenti storici sparsi ai quattro angoli del globo, Gabriele Mulè – architetto e studioso di Storia del Paesaggio e del Giardino – ricostruisce, nel suo romanzo Il vulcano di Enea (Bonfirraro Editore, 2019) un grande viaggio alla scoperta dell’Italia e del paesaggio millenario dell’Etna, frontiera della scienza e dell’estetica, dove, in bilico tra razionalità e meraviglia, cogliere la fuggente bellezza della Natura in una delle sue manifestazioni più maestose ed incontrollabili.

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in collaborazione con 

performance con

Animanera

PRENOTAZIONE OBBLIGATORIA

ore 21.00

Villa Giulia a Pallanza

Love Suite

Storie di amori diversi, di passioni, di desideri ardenti, travolgenti, totali. Amori che scorrono sulla sottile linea rossa che separa vita e morte, eros e violenza, autocoscienza e confusione. Un “viaggio” attraverso esperienze artistiche e letterarie, dove l’amore viene scandagliato nelle sue pieghe più segrete: dall’ossessione alla gelosia, dall’abbandono all’appagamento dei sensi, dalla lontananza al contatto fisico, dall’immaginazione alla concretezza, attraverso parole sublimi ed evocative, a volte dolorose a volte ironiche. Perché eterni sono i versi, non l’amore. Un mondo proibito. Un punto di non ritorno. Un viaggio onirico che consente di entrare in intimo contatto con i personaggi mitici della letteratura del ‘900. Dalle parole, intimamente ascoltate, si reificano fantasmi amati o temuti, travolti e travolgenti, di quel desiderio che non trova facilmente possibilità di essere vissuto e raccontato.

Animanera è da sempre votata alla sperimentazione e alla ricerca di un linguaggio teatrale nuovo, frutto della sintesi di esperienze diverse all’interno delle quali lo spazio fra pubblico e attore può accorciarsi fino ad annullarsi del tutto. L’ideazione e la regia della performance Love Suite sono di Aldo Cassano; gli attori sono Natascia Curci, Debora Zuin, Julia Reali, Luca Mannucci, Francesco Martucci.

Al Festival 2020 di LetterAltura l’originale performance, che ha la durata di 10 minuti e coinvolge 15 spettatori per volta, viene ripetuta per 8 volte, dalle 21 alle 23, con un intervallo di 15 minuti tra una volta e l’altra.

È quindi indispensabile la prenotazione, così come è necessaria la massima puntualità da parte degli spettatori, che saranno divisi negli otto gruppi previsti.

12 performance di 10′ in 5 sale differenti, 3 spettatori per sala.
Prenotazione obbligatoria.
Prenota il tuo posto entro le ore 19 di sabato 26 settembre.

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in collaborazione con 

incontro con

Silvano Sinigoi

ore 18.30

Foyer del Centro Eventi Il Maggiore

L’incredibile storia del supervulcano del Sesia

“Per anni siamo andati su e giù per le montagne tra il Biellese e la Valgrande, con grosse mazze e zaini pieni di sassi. Al rientro nella civiltà ci chiedevano cosa facessimo, perché continuavamo a spaccare sassi e raggiungere i posti più improbabili. Non era facile rispondere in cinque minuti, davanti ad una birra…”. Per questo Silvano Sinigoi ha scritto quello che lui definisce un “libercolo”, edito nel 2012 dall’Associazione Geoturistica “Supervulcano del Sesia” e dedicato a tutti quelli che erano incuriositi dalla sua attività. La sua speranza è che chi lo legge capisca che in questa zona del Nord Piemonte possiamo visitare le viscere di un vulcano fossile, esposte fino a quasi 30 chilometri di profondità. Si tratta di una realtà geologica unica al mondo, creata dallo scontro di 50 milioni di anni fa tra le placche africana ed europea, che ha provocato quell’innalzamento della crosta terrestre che avrebbe dato origine alle Alpi, e che sollevò e torse anche l’intera struttura del supervulcano.

Silvano Sinigoi, docente di Petrografia dell’Università di Trieste, porta al Festival la sua passione per la geologia, che l’ha spinto a vagabondare soprattutto in Piemonte, nella zona che va da Ivrea al Verbano, ma anche in altri posti “improbabili”, dalla Persia all’Afganistan, dal Brasile all’Angola, pur rimanendo sempre di base a Trieste.

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