PROTESTE PER IL PIANO DI CHIUSURA DI LABORATORI ARPA (TRA CUI QUELLO DEL VCO)

PROTESTE PER IL PIANO DI CHIUSURA DI LABORATORI ARPA (TRA CUI QUELLO DEL VCO)
Torna d’attualità il piano di ridimensionamento dei laboratori Arpa della regione che ne prevede il dimezzamento, da 10 a 5.  La direzione di Arpa Piemonte riprova infatti  a chiudere i laboratori del Vco con sede a Omegna con  quelli di Asti, La Loggia, Ivrea, Orbassano e probabilmente Vercelli.   La ferma opposizione di due anni fa e in seguito la mobilitazione dei lavoratori di Omegna,  del consiglio provinciale,  del consiglio comunale di Verbania e di molti altri Comuni della provincia scongiurarono il depauperamento dei servizi ambientali nel territorio.  Oggi – dichiara Paolo Demaestri della Rsu di Unione Sindacale di Base Piemonte –  il nuovo direttore generale Angelo Robotto ci riprova, nonostante che ad Omegna siano attivi servizi che portano nelle casse di Arpa centinaia di migliaia di euro ogni anno e che potrebbero essere offerti, soltanto volendolo, a tutto il sistema delle Arpa, e cioè all’intero territorio nazionale. Invece, nell’ottica di un risparmio solo presunto, si vogliono chiudere i laboratori per risparmiare sui costi di rinnovo della strumentazione e del lavaggio vetrerie, il che, fra l’altro, significa lasciare a casa il personale delle cooperative a cui è appaltato il servizio. Invece di rilanciare ed investire sui servizi ambientali si preferisce ridurli, a scapito della comunità. L’amministrazione regionale dovrebbe valutare attentamente questo cosiddetto “piano” prima di approvarlo e di assumersi con ciò, di fronte all’opinione pubblica, la responsabilità della rottamazione parziale dei servizi ambientali regionali, chiedendo alla nostra Direzione che le formule generiche, i dati incompleti e le ipotesi approssimate che contiene vengano dettagliate in uno studio di fattibilità che possa dirsi tale. Siamo sicuri che, se così fosse, il piano cadrebbe da sè, almeno per quanto riguarda l’ambito che comprende le province di Vercelli, Novara, Vco e Biella, dove non esiste neanche una sede adeguata per accogliere l’unico “megalaboratorio” che dovrebbe sostituire quelli che oggi funzionano e lavorano nonostante tutto.

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