PUBBLICO E PRIVATO: IL COMITATO SALUTE VCO ALL’ATTACCO DELLA POLITICA SANITARIA

PUBBLICO E PRIVATO: IL COMITATO SALUTE VCO ALL’ATTACCO DELLA POLITICA SANITARIA

“Non si tratta solo di libera concorrenza” è il titolo del seguente comunicato diffuso oggi dal Comitato Salute Vco, che ancora una volta va all’attacco della politica sanitaria e denuncia l’indifferenza della Dirigenza della Asl su questioni di fondamentale importanza per il futuro della sanità pubblica.

“La recente sentenza del TAR che dà il via libera a un gruppo “Privato” ad aprire a Gravellona, un centro per le terapie oncologiche in contrasto con l’ordinanza regionale che ne vietava l’apertura, motivando che la Regione non può ostacolare “i soggetti che intendono offrire, in regime privatistico, mezzi e strumenti di diagnosi, di cura e assistenza“, richiede qualche riflessione.

Da quasi un decennio, il VCO dispone di un centro di eccellenza all’Ospedale Castelli di Verbania. Non si ravvisa ragionevolmente quindi la necessità di un “secondo operatore” in questo campo.

Percepiamo quindi questa “autorizzazione” come un’ulteriore colpo inferto al “Pubblico”.

Il “Privato” è cresciuto grazie alle carenze del “Pubblico”, prima nella diagnostica e poi via, via occupando altri settori redditizi che il “Pubblico” colpevolmente abbandonava.

Sembra tutto logico, se non fosse che il “Privato” per queste attività veniva e viene pagato con i soldi del “Pubblico”. Ma allora che “Privato” è?

Il “Privato”, forte delle risorse accumulate, ha cercato altre attività sanitarie per individuare altre opportunità di “Business“, che potevano garantire un guadagno sicuro e continuativo. La scelta è caduta sulle attività chirurgiche “programmabili”. Un esempio? Il cosiddetto “Centro Ortopedico di Quadrante” o “COQ” installatosi al Madonna del Popolo di Omegna. Qui si fanno solo interventi di chirurgia ortopedica, rigorosamente programmati. Macché emergenza! Quella, che non essendo programmabile, ma va garantita ad ogni “costo” sia economico che medico, il “Privato” non la vuole, perché non dà profitti, ma solo perdite.

Polpa al “Privato” e ossa spolpate al “Pubblico”. Ma che razza di politica sanitaria è?

Se il “Pubblico” sfruttasse al meglio le attività programmabili, potrebbe compensare in parte le perdite derivanti dalle attività emergenziali, invece …. Ecco perché Gravellona c’entra!

A Gravellona, il “Privato” è stato “autorizzato” alla diagnostica, poi alle attività chirurgiche ed ora vuole anche le cure oncologiche. Il TAR l’ha classificata come semplice concorrenza “commerciale” (????) , invece si tratta di ben altro! Azzardiamo un’ipotesi?

Il “Privato” si dedicherà sicuramente alle attività chirurgiche “programmabili” e fra queste, guarda caso, se lo ritiene, anche a quelle di Chirurgia oncologica. Ma il “Pubblico”?

Per dirla fino in fondo, il “Pubblico” con un importante investimento ha attrezzato ben cinque sale operatorie supertecnologiche a Domodossola che potrebbero, volendo, essere destinate alla Chirurgia programmata con evidenti benefici economici per l’ASL 14. A Verbania invece, dove altre cinque nuove sale operatorie, seppur con colpevole ritardo, sono in dirittura d’arrivo, si può concretamente pensare ad una Chirurgia Oncologica, specialità che completerebbe finalmente il ciclo. Il tutto andrebbe a ridurre la costosa mobilità passiva.

Alla luce di questi fatti, la recente sentenza del TAR, appare perlomeno autolesionista e la motivazione addotta nella sentenza per autorizzare il “Privato” alle attività richieste ” in quanto svolte esclusivamente in regime privatistico senza comportare oneri aggiuntivi al sistema sanitario regionale” suona come una colossale beffa.

E mentre la casa viene progressivamente svuotata, il territorio discute a quale DEA mettere la serratura o fa le barricate, la Dirigenza dell’ASL tace, ostentando una colpevole indifferenza.

Ma che futuro si prospetta per la sanità “Pubblica”? Nei fatti si vede solo il “Privato”.

Sarebbe ora che si rispondesse ai cittadini!”

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