Nell’auditorium dello Spazio S.Anna prosegue la stagione teatrale Lampi sul Loggione venerdì 28 marzo 2025 alle ore 21 con lo spettacolo RISVEGLIO DI PRIMAVERA (A.Artistiassociati Centro di Produzione Teatrale, PoEM) con i giovani attori di Potenziati Evocati Multimediali. Regia GABRIELE VACIS, scenofonia ROBERTO TARASCO, cori a cura di ENRICA REBAUDO, scenofonia e ambienti di ROBERTO TARASCO.
In “Risveglio di primavera” siamo nove: Andrea, Edoardo, Enrica, Erica, Gabriele, Letizia, Lorenzo, Lucia, Raffaella. Siamo quasi una classe, e in verità lo siamo stati. Abbiamo frequentato il corso per attori del Teatro Stabile di Torino, e adesso abbiamo scelto di essere una compagnia e ci siamo dati un nome: Potenziali Evocati Multimediali. Parto da qui perché Risveglio di Primavera, il testo che Frank Wedekind ha scritto tra il 1890 e il 1891 è stato il nostro saggio di diploma. E perché il testo parla anche di questo, di scuola e di ragazzi. Era la cosa più simile a un teen drama che Gabriele Vacis, che era il nostro direttore, ci avesse proposto, e avevamo voglia di comunicare, perciò faceva al caso nostro. Dopo averlo letto la prima volta la reazione di ognuno di noi è stata: ma veramente? Ma quand’è che è stata scritta ‘sta cosa? E ancora non avevamo capito proprio tutto di quello che Wedekind ci stava mostrando… Abbiamo scelto di rimetterlo in scena perché non volevamo che rimanesse solamente un ricordo. Abbiamo scelto di continuare a lavorarlo perché ogni volta che torniamo a parlare di Melchior, Wendla e Moritz abbiamo qualcosa da scoprire, ma da scoprire su di noi – Risveglio di primavera è un’enciclopedia della crescita. È con questo testo che è nata l’adolescenza: prima le età erano tre, bambini poi adulti e vecchi. Wedekind ha interrotto un modo comune di pensare, e di vivere anche, e non si è risparmiato: ha spaccato una pietra durissima e ci ha mostrato colori, milioni di sfumature possibili, e fantasmi anche. Perché l’adolescenza è desiderio e curiosità, ma è anche violenza. A quell’età si scopre il sesso e in tanti casi, la morte. La domanda che ripetevamo in continuazione quando eravamo bambini era perché? E ad un tratto si fa più complessa: perché sono al mondo?
La luce in sala è accesa perché l’azione accade lì, in teatro, e non in un altro tempo e in un altro spazio. Ci sono due narratori a mantenere acceso il dialogo tra il passato, che sono Wedekind e Freud, e il presente, Blanco e Netflix. Perché abbiamo capito che attraverso la narrazione, e poi i canti e la danza, il senso del testo si moltiplica, assume un valore universale come in un gioco di specchi, come un fascio di luce che attraversa un prisma. A volte siamo i personaggi, e altre volte noi, coi nostri nomi. Il resto del tempo siamo una classe, un coro, un corpo unico, pulsante, perché solamente così questa storia può diventare la storia di milioni di ragazzi, di quelli che l’adolescenza l’hanno vista passare da vent’anni e di quelli che invece, ci si sono persi dentro.
FOTO di scena

